RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
Il contagio virale, che ci ha colti di sorpresa e del tutto impreparati a marzo 2020, ci ha inizialmente distanziati fisicamente, seppur uniti dal vivere tutti la difficile medesima esperienza, e ci ha portato ora alla polemica che ci divide ancor più del distanziamento fisico.
E’ polemica aperta sulle scelte governative, regionali e comunali e ognuno dice la sua convinto di essere il portavoce dell’assoluta verità.
Oggetto di discussione nel nostro territorio della Locride è la chiusura o apertura della scuola e la polemica impazza attraverso qualunque strumento mediatico e non. Molti si sono fatti portavoce di un sentire, a loro dire, comune, ma c’è chi ritiene, come me,che l’opinione a riguardo non sia unilaterale, ma più complessa e diversificata.
Io parlo come madre di un bambino che frequenta la scuola primaria del comprensorio di Siderno e come docente che non si è sentita rappresentata da articoli giornalistici e da lettere di protesta che descrivono una comunità coesa nel protestare a favore della chiusura degli istituti scolastici.
Ci sono genitori e docenti che hanno accolto favorevolmente la riapertura delle scuole, tanti sono coloro che credono che in questa fase particolare la scuola svolga un ruolo importante nel mantenere attive le menti e che sia importante che la trasmissione del sapere continui e soprattutto per i piccoli scolari è fondamentale il rapporto diretto con gli insegnanti e i compagni di classe. Tanti sono anche gli alunni che hanno atteso la ripresa della didattica in presenza .
La scuola, ad oggi, nel nostro territorio risulta essere un luogo più sicuro rispetto ad altri dove sono avvenuti contagi sia tra bambini che adulti. Certo, comprendo la preoccupazione dei genitori e penso che, con ragionevole timore, nelle aule si debbano rispettare le regole di prevenzione e necessita che gli organi preposti adottino tempestivamente eventuali misure cautelari.
Non scrivo per fomentare polemiche, ma, a seguito di recenti pubblicazioni, per testimoniare il parere di un’altra parte di cittadini di Siderno e di molti che lavorano nella scuola.
La voce di chi non è “indignato”.