DA PAOLO FRAGOMENI DEL CIRCOLO PD DI SIDERNO RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO LA SEGUENTE NOTA STAMPA
SIDERNO – L’eccezionale affermazione di Mateo Renzi alla segreteria nazionale del Partito Democratico offre molti spunti di riflessione.
{loadposition articolointerno, rounded}
Il primo riguarda l’eccezionale affluenza ai seggi che testimonia di come esiste un intero popolo che non si arrende di fronte al disfacimento del Paese e, in barba ai disfattisti di ogni risma e agli urlatori da piazza, crede fermamente nel ruolo della politica come motore di rinnovamento e progresso. Questo popolo non ha ripugnanza per la politica ed è pronto a fare la sua parte, ma per un ceto politico che negli ultimi decenni ha smarrito la sua missione di governo e si è limitato ad occuparsi dei fatti suoi.
Un secondo aspetto meritevole di essere rilevato, e che emerge dal grande consenso verso Renzi, è che la politica può non essere semplice tatticismo ma ambizione alta di cambiamento sostanziale di un paese, la speranza e il progetto di costruire una società più giusta e vicina alle collettività, ricca di valori e di progettualità, rivoluzionaria.
Un terzo elemento che vale la pena rimarcare è che l’8 dicembre segna la nascita ‘vera’ del PD. Questo, nato da una lungimirante intuizione, cioè quella di dar vita ad una forza politica nuova, riformista, popolare, democratica ed europea, frutto della migliore tradizione laica, socialista e cattolica maturata nella fase post bellica, si era arenato, però a causa delle guerre tattiche intestine per il suo controllo. Era apparso ai più come un assemblaggio di apparati e correnti piuttosto che un soggetto politico volto a rivoluzionare la politica italiana e ad incidere sulle problematiche di un paese in crisi di identità. Oggi la forza che l’elettorato consegna a Renzi legittima lo smantellamento di vecchie logiche e di gruppi ingessati liberando la discussione politica da capestri e ricatti di sorta.
L’altro aspetto interessante da considerare è che Matteo Renzi, con la sua rivoluzione generazionale, di linguaggio e di proposte costringerà tutti gli altri ad avviare un processo di rinnovamento e trasformazione se non vogliono pagare il prezzo di un ritardo esiziale. Direi anzi che l’effetto Renzi ha già provocato i suoi effetti sul blocco del centro-destra (sarebbe il caso di dire, ormai, ex blocco). E’ da ritenere, infatti, che la scissione operata da Alfano sia il tentativo della destra di recuperare un ritardo rispetto alle innovazioni in atto nel PD e nel c-s. L’esssersi svincolato del sig.P2 ed essersi emancipato dalle sue questioni giudiziarie, anche per il centro destra potrà aprirsi una fase di confronto politico a tutto campo e in particolare sui grandi temi del paese a partite dalle riforme elettorale e istituzionale. Questo può rappresentare un arriccchimento del confronto politico tra i due blocchi a tutto vantaggio del paese.
Ultima ma non seconadia considerazione. Il voto aperto dimostra inequivocabilmente che, messa nella condizione di scegliere liberamente, la gente finisce quasi sempre per sovvertire le indicazioni degli apparati e dei conservatori avvinghiati alle poltrone e ai posti di comando.
Ci permettiamo di citare l’esempio di Siderno, realtà che conosciamo bene per essere soci fondatori di questo partito in loco, tesserati ed elettori che ritengono di conoscere bene le dinamiche interne. Appena un mese fa la mozione Cuperlo votata dai tesserati (veri o fittizi che fossero) ottiene il 90% dei consensi, mentre la mozione Renzi ottiene il 10%. Oggi, col voto non controllato delle tessere, Renzi ottiene il 54% e Cuperlo il 37%. C’è da aggiungere che nella prima tornata avevano votato circa 70 tesserati in più sbucati dal nulla in qualche giorno, gli stessi che oggi si sono astenuti dal voto. Una stranezza sulla quale riflettere. Quanto emerge dal raffronto percentuale tra le mozioni, a distanza di pochi giorni, quindi, è il distacco tra la dirigenza di questa sezione e la società reale.
Detto questo, si prenda atto che finisce con l’8 dicembre un’epoca e che ognuno deve trarre le conclusioni in vista di una nuova stagione politica che sappia mettere al centro le priorità di questo paese e una nuova classe dirigente, capace e credibile che sappia, finalmente, riportare il centro-sinistra alla vittoria dopo un lungo periodo di sconfitte, alcune evitabili.