di Gianluca Albanese
SIDERNO – “Un delitto di abbandono”: così Carlo Bo definì l’omicidio di Aldo Moro per mano della colonna romana delle Brigate Rosse, ma, al di là degli esecutori materiali della strage di via Fani, del rapimento e dell’abbandono nel cofano di una Renault 4 rossa, è emerso dai documenti di Stato tutto un sottobosco di appoggi, collusioni, trame intrecciate che coinvolgono servizi segreti di almeno sei Paesi e tutto il peggio della Repubblica, dalla P2 a Gladio, passando per i segreti inconfessabili del Vaticano e perfino il mondo dell’occultismo.
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Dell’omicidio dello statista democristiano, delle verità emerse dai processi e dalle 800.000 pagine del lavoro della commissione ad hoc, ha parlato ieri sera alla Festa dell’Unità democratica, organizzata dal circolo cittadino del Pd, il vicepresidente del gruppo democrat alla Camera Gero Grassi.
Quella di ieri, in una villetta comunale piena di cittadini che hanno seguito con grande attenzione la relazione di Grassi, è la 53^ tappa di un tour che il parlamentare ha avviato lo scorso gennaio, toccando manifestazioni di partito, presentazioni di libri, incontri con gli studenti delle scuole. Cento date per spiegare come apparati deviati dello Stato, barbe finte e servitori infedeli abbiamo costituito l’anello sovrastante di una catena in cui le B.R. romane vengono ridimensionate a un manipolo di meri esecutori materiali di un omicidio deciso, stando a quanto sta emergendo dalle carte, da chi non gradiva l’apertura verso una stagione di superamento della tradizionale contrapposizione tra Dc e Pci, in tempi di guerra fredda e di un mondo diviso tra due blocchi, in cui le potenze estere influenzavano in maniera diretta i grandi partiti di massa in Italia e anche, come insegna l’operazione Gladio, l’esito stesso delle elezioni.
Tornando ai lavori di ieri, dopo i saluti del segretario cittadino del circolo Mariateresa Fragomeni che, tra l’altro, ha ricordato il lavoro comune che il Pd sta facendo in chiave locale, aprendo a Siderno Libera, all’associazione Cambiamenti e ad altre realtà civiche, sono intervenuti il segretario provinciale Seby Romeo, che ha lanciato due appelli: uno per il ritorno in edicola del quotidiano L’Unità e l’altro per la pace in Palestina. Il consigliere regionale Nino De Gaetano ha compiuto un rapido excursus sugli anni di piombo “visti da sinistra” mentre il parlamentare reggino Demetrio Battaglia ha chiesto a Grassi come si sarebbe comportato Moro durante le travagliate trattative relative alla formazione dei governi Letta e Monti.
Grassi ha parlato per un’ora circa, riuscendo a calamitare l’attenzione dei presenti snocciolando date, nomi, circostanze, connessioni. Una lunga esposizione di cose taciute o mentite, di carabinieri buoni morti per colpa di quelli legati alla P2, di appartamenti dei servizi segreti in uso ai terroristi, del memoriale di Moro scritto durante i giorni della prigionia e di tutte le persone che ne sono venute in possesso che sono morte uccise o che si sono tolte la vita.
Un’unica pecca nell’esposizione dei fatti ad opera del parlamentare del Pd, parlando della seduta spiritica dei primi di aprile del 1978, alla quale presero parte alcuni professori universitari con le rispettive famiglie “Quando li vedete in gruppo – ha detto Grassi .- non vi fidate”, e dalla quale una “entità”, in seguito riconosciuta come dai verbali come gli spiriti di Don Sturzo e La Pira, rivelò “Gradoli” come il posto in cui era tenuto prigioniero Aldo Moro. La storia c’insegna l’equivoco che portò gli inquirenti a concentrare le proprie ricerche sul paesino di Gradoli, nel Viterbese, invece che sulla romana via Gradoli, sede di un covo delle B.R..
Gero Grassi ha spiegato tutto questo, non dicendo, però, che a quella seduta spiritica prese parte anche un giovane docente che di lì a poco sarebbe diventato presidente dell’Iri e, dopo qualche lustro, presidente del Consiglio dei Ministri. Si tratta di Romano Prodi, che ieri Grassi non ha citato, ma tant’è.
Semplice dimenticanza o omissione dettata da ragioni di opportunità politica?
Chi volesse approfondire l’argomento potrà consultare il sito www.gerograssi.it