di Gianluca Albanese
SIDERNO – Sembra essere definitivamente rientrata la polemica tutta interna al centrosinistra cittadino, scaturita dal fitto carteggio a mezzo stampa tra il candidato sindaco della coalizione Pietro Fuda e il segretario cittadino del Pd Mariateresa Fragomeni. Il primo, aveva diffuso, domenica nel primo pomeriggio, una precisazione a un’intervista apparsa sul settimanale free-press “Riviera” in cui la Fragomeni aveva dichiarato che «Sel voleva la lista unica del centrosinistra alle elezioni. Fuda no», il cui titolo era apparso in prima pagina del diffuso settimanale locrideo, specificando che lui avrebbe comunque preferito, in vista della composizione di un consiglio comunale di qualità, la presentazione di una lista unica rappresentativa delle migliori intelligenze dei quattro partiti che compongono la coalizione, pur senza porre alcun veto; la seconda, nel richiamare Fuda al rispetto degli accordi presi in sede di riunione interpartitica (che prevedevano la possibilità di presentare una lista per ogni soggetto politico della coalizione, più un’eventuale quinta lista “mista”), si era spinta oltre, dicendo, in pratica, che gli accordi vanno rispettati e che se Fuda o altri non avessero voluto tenere fede a quanto concordato, il Pd si sarebbe determinato di conseguenza.
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Prima di ricordare il contenuto della nuova nota stampa di controreplica inviata ieri da Fuda agli organi di stampa, in cui l’ex senatore conferma che prima di tutto tiene all’unità della coalizione (sgombrando, dunque, il campo da ogni dubbio di presunte volontà “secessioniste” all’interno del centrosinistra) va comunque dato atto alla Fragomeni di aver fatto la mossa giusta al momento giusto.
Quella che secondo Fuda e i suoi è soltanto una mera precisazione riguardante una dichiarazione apparsa su un settimanale molto diffuso in città è apparsa, agli occhi di molti militanti del Pd, come una sortita inopportuna, specie se si pensa che meno di ventiquattr’ore prima della diffusione della nota di Fuda, il candidato sindaco sedeva accanto alla Fragomeni e al Presidente della Giunta Regionale Oliverio, nella scrivania del circolo del Pd, in occasione dell’incontro che ha avuto luogo prima dell’assemblea dei sindaci che si è tenuta poco dopo a Locri.
Già, la Fragomeni e il circolo del Pd hanno mostrato i muscoli proprio quando hanno potuto farlo senza remore: al di là della certezza di essere il partito meglio strutturato nel territorio (e con un’ampia base di militanti), il fatto che possano contare sulla vicinanza del Governatore e su buone entrature con la deputazione calabrese e con lo stesso Governo nazionale, conferisce al circolo democrat una centralità che, a questo punto, può essere disattesa solo da un consenso elettorale che premi, invece, i partiti alleati, stante la situazione che vede il centrosinistra sidernese nella posizione di coalizione favorita pensando al prossimo appuntamento elettorale di maggio.
«Ora o mai più», si sarà detta la Fragomeni nel tardo pomeriggio di domenica, prima di diffondere quella nota stampa che ha spento sul nascere ogni residua velleità di chi – forse – avrebbe voluto riaprire il dibattito sulla necessità di presentare una lista unica alle elezioni.
Ma qual è lo stato dell’arte dei principali attori politici cittadini ad oggi, quando mancano due mesi abbondanti alle elezioni? Proviamo a ripercorrerlo analizzando la condotta di ognuno di loro.
IL CENTROSINISTRA
Polemica domenicale a parte, il lavoro di redazione della proposta programmatica da presentare agli elettori e di composizione delle liste prosegue a spron battuto.
Il Pd, che ha dalla sua gli “agganci” sovracomunali, marca il territorio esigendo la presentazione del simbolo e provando, una volta per tutte, a diventare il principale circolo democrat del comprensorio anche dal punto di vista elettorale, e in questo pare che si stia cercando anche di smussare gli angoli derivanti dalle residue resistenze interne delle personalità non allineate ai dettami di un direttivo “monocolore”. Disciplina di partito o evidenti ragioni di opportunità hanno sempre convinto tutti i militanti democrat della necessità di ricompattarsi in vista di importanti appuntamenti elettorali, e siamo certi che alla fine si riuscirà a trovare la quadra. Molto utile, inoltre, il lavoro che stanno svolgendo i due delegati al tavolo incaricato di redigere la bozza programmatica da presentare agli elettori. Silvio Frascà e Guerino Albanese, infatti, oltre che essere due menti politiche brillanti e preparate, hanno anche quel sufficiente livello di autonomia di pensiero che li rende stimati da tutte le anime del partito, e giusta è stata la scelta di affidare loro l’incarico che rivestono.
Sel e il Centro Democratico, intanto, continuano a procedere in grande sintonia, tanto da costituire l’asse portante della coalizione, che grazie all’approccio pragmatico e tecnico alle questioni che si porranno all’attenzione dell’amministrazione che verrà, sono divenute da tempo il punto di riferimento anche di quelle figure non ideologicamente schierate, ma dotate di capacità tecniche che servono al rilancio della cittadina.
Pare pure che Sel non presenterà una lista di partito col proprio simbolo, ma un’aggregazione allargata al mondo dell’associazionismo e alla società civile, proprio come ha fatto Gianni Speranza in occasione delle recenti elezioni regionali.
E Siderno Libera? Apparentemente mantiene un basso profilo, anche se i suoi attivisti continuano a lavorare bene per la redazione del programma, affidandosi, tra gli altri, a un giovane stimato e preparato come Michele Caccamo. Sandro Siciliano e soci, però, devono mostrare anche e soprattutto in questa occasione quella brillantezza e capacità propositive che furono, almeno fino all’anno scorso, i loro tratti distintivi, quando formularono proposte alla Commissione Straordinaria su temi scottanti come la Diga sul Lordo e lo svincolo della nuova 106, in un momento di sostanziale stasi della politica cittadina. Il rischio è che Siderno Libera non riuscirà a monetizzare in termini di consenso elettorale il grande lavoro svolto in questi anni, e che la propria identità possa perdersi nel mare magnum di una coalizione abbastanza ampia. Ma si tratta di un rischio ampiamente calcolato da Gianni Lanzafame e compagni, che almeno un primo obiettivo l’hanno raggiunto: riunificare tutte le anime del centrosinistra cittadino dopo le spaccature che si sono protratte anche fino a metà dello scorso dicembre, molte delle quali frutto delle recenti elezioni regionali.
L’AREA CIVICA ATTORNO A PEPPE CARUSO
L’avvocato è molto presente nel panorama politico cittadino, e i suoi sostenitori sono molto attivi nella ricerca dell’obiettivo di agglutinare il consenso elettorale di quella fetta di cittadinanza rimasta scontenta e delusa dai partiti tradizionali. Al momento non si conosce il numero delle liste che lo sosterranno, e non è stata nemmeno resa nota la proposta programmatica a supporto del candidato sindaco. Certamente, Caruso e soci ci stanno lavorando.
IL CENTRODESTRA
Pare che siano cadute anche le ultime riserve sulla candidatura a sindaco di Pietro Sgarlato, già vice di Riccardo Ritorto nel 2011-2012 in quella breve consiliatura. La sfida che attende i moderati sidernesi, però, appare piuttosto ardua, considerando che i partiti che compongono questa coalizione sono i più colpiti, almeno nelle figure più rappresentative, dalla bufera giudiziaria del triennio 2010-2012 e da due macigni come lo scioglimento del consiglio comunale per infiltrazioni mafiose e il dissesto del Comune, e i risultati elettorali dicono che il centrodestra sidernese è in caduta libera. Le consultazioni amministrative, però, sono un’altra cosa, anche rispetto alle Regionali, e non è detto che il centrodestra locale non possa riservare qualche sorpresa positiva.
GLI OUTSIDER
Per l’estrema destra, si parla di una probabile ricandidatura a sindaco dello storico militante della Fiamma Tricolore Antonio Ferreri, detto “Carbonella”, mentre i giovani attivisti del Movimento 5Stelle, come anticipato qualche giorno fa dalla nostra Emanuela Alvaro, stanno pensando alla presentazione di una propria lista autonoma e di un proprio candidato sindaco, anche per misurarsi con le urne dopo il grande lavoro svolto negli ultimi anni (spesso d’intesa con Siderno Libera) sulle grandi battaglie cittadine a tutela dell’ambiente e per la legalità. Di certo, Luigi Errigo e gli altri “cittadini” badano più alla redazione di una buona bozza programmatica e di una lista di qualità più che di quantità per continuare a rimarcare le differenze che li distinguono dai partiti tradizionali.