di Arturo Rocca*
La popolazione di Siderno in seguito all’ordinanza sindacale n. 11 del 21 febbraio u.s., con cui si vieta il consumo dell’acqua sia per uso umano che per fini irrigui, non avendo letto tutte le premesse e le considerazioni si è allarmata pensando che l’ordinanza si riferisse all’acqua di rete. Nel fare un appello affinché non si ingeneri allarmismo ma una pacata presa di posizione in riferimento al problema scaturito dalle analisi poste in essere dalla Sika presso un laboratorio di Catanzaro, comunicate al Dipartimento “ Ambiente e Territorio” della Regione Calabria, in cui si evidenzia che le acque sotterranee nei pressi dello stabilimento sono risultate contaminate da alcuni inquinanti (cloroformio, tricloroetilene e tetracloroetilene) si chiede agli organi competenti di voler fare chiarezza una volta per tutte rassicurando la cittadinanza che il problema è limitato alle acque sotterranee per uso irriguo e che qualcuno potrebbe, avendo un pozzo, utilizzare anche per il consumo umano ma che per nulla è interessata la rete idrica comunale. Stamani si è svolto un incontro tra l’amministrazione comunale e l’ArpaCal a cui hanno presenziato, oltre ai tecnici, il Comitato a Difesa della Salute dei Cittadini e questo Osservatorio Ambientale in cui la sensazione che la situazione sia preoccupante era tangibile e addirittura nel confronto tra i dati analitici consegnati dalla Sika e quelli fatti dall’ArpaCal nel laboratorio di Cosenza sembra risultino differenze sia nelle sostanze presenti che nel dosaggio. Le analisi, però, non sono state consegnate neanche al Sindaco che le richiedeva in quanto l’ArpaCal ha sostenuto siano suscettibili di ulteriori accertamenti. Si è precisato che saranno messi in atto altri quattro carotaggi intorno all’area della ex BP. La Sika ha precisato che le sostanze denunciate non fanno parte del proprio ciclo di lavorazione e si può facilmente riscontare che non sono tra le sostanze enumerate in quelle presenti nella ex BP. Pertanto sarebbe necessario operare uno screening più ampio estendendo il campo di ricerca all’intera area industriale mettendo in atto anche un censimento delle lavorazioni, delle sostanze impiegate e focalizzare il sistema di smaltimento dei residui di lavorazione. Nell’incontro si è materializzato un altro elemento che è la presenza dell’arsenico nelle acque sotterranee che a detta di qualcuno non sarebbe limitata a questa zona ma ne sarebbe interessata tutta l’area del Novito. Questa novità ha messo ulteriormente in allarme in quanto su tutta la zona vengono prodotti ortaggi per il consumo familiare e per la vendita. Noi insistiamo che si metta in atto un monitoraggio approfondito che non si basi sui si dice ma solo su prove scientifiche e che la popolazione venga costantemente informata e che siano pubblicati i risultati delle analisi. Sarebbe a questo punto opportuno procedere al monitoraggio anche delle acque di tutta la rete idrica comunale per fugare dubbi ed allarme, ponendo particolare attenzione per quelle captate nel pozzo “Sant’Anna”, distante solo 1,4 km dall’area di Pantanizzi e concentrandosi maggiormente sulla ricerca di quegli elementi risultati positivi dalle analisi della Sika e dell’ ArpaCal. D’altronde la normativa prevede che questi controlli vengano fatti almeno due volte l’anno, quale migliore occasione di questa? Ribadiamo che il Comune potrebbe prorogare il protocollo d’intesa, scaduto dal mese di giugno scorso, che i commissari prefettizi avevano sottoscritto con questo Osservatorio che prevede il controllo semestrale dell’acqua e la pubblicazione sull’applicativo https://acquapotabile.crowdmap.com/
* Presidente Osservatorio Ambientale Diritto per la Vita