SIDERNO- “Un libro presentato in una striscia di territorio che ha voglia di parlare, di chiedere, per essere voce fiera e forte”.
Ha usato queste parole Don Cornelio Femia, primo dei relatori a prendere la parola e fare gli onori di casa a Fabio Pugliese. Il libro dello scrittore di Calopezzati è stato letto prima e ascoltato con piacere poi, protagonisti gli ospiti e gli invitati della sala Calliope del Centro Commerciale La Gru. E proprio mentre un appello sottoscritto da sindaci, associazioni, ecc. sta per essere inviato dalla Locride ai Parlamentari con la richiesta esplicita di poter avere «Subito un governo che si occupi di noi», Fabio tuona con il suo dossier dal carattere anche romanzesco, fatto di viva attinenza ai problemi di sempre e, nello specifico, alla viabilità, alla carenza infrastrutturale relativa alla tristemente nota “strada della morte”. Problemi di sempre significa problemi irrisolti e il testo, “Chi è Stato”, si chiede dove esso sia tutt’ora anche se, sottolinea Pugliese, un po’ siamo stati tutti noi. “Il mio primo libro è sulla strada della morte: la conosciamo bene ma non ne conosciamo i dati – ha detto l’autore. Tanti i fattori che mi hanno spinto alla pubblicazione, primo fra tutti quello di far tornare il tema uno dei più importanti nella discussione politica (e non solo politica), in favore e a tutela della gente”. È un testo di dati, lavori, numeri e soldi spesi. Un libro che non è solo calabrese e che è cresciuto grazie alle testimonianze di chi, ancora oggi, vive di ricordo e di rimpianto. Durante la serata il poeta Giovanni Di Landro confessa la sua commozione al sesto capitolo, il professore Filippo Todaro ne indica le difficoltà di stesura in toto e Don Cornelio ha scommesso sulla capacità del testo di veicolare un buon messaggio. Ma il lavoro di Fabio Pugliese vuole combattere anche la mentalità di nascondere, accettare e giustificare. L’adattamento, in qualche modo, ha reso noi responsabili quanto lo Stato. Era curioso di conoscere lo scrittore il professore Ilario Ammendolia, che ha elogiato Pugliese perché capace, diretto e autore di un urlo di rabbia. Anche il Corsecom, nella Locride, sta cercando di parlare per il bene del territorio, di promuovere e supervisionare. Ecco perché Mario Diano si è detto sempre più stimolato, anche sull’onda dell’input di Fabio, a lavorare. La 106 e il suo controsenso hanno dato un nuovo scossone: essa che è strada d’eccellenza e al contempo del degrado. “Ma non possiamo prendercela con la strada – ha concluso Di Landro. Non avrebbe senso!”
(fonte www.ildispaccio.it)