di Gianluca Albanese
SIDERNO – «Mi sembra chiaro il disegno di chi vuole combattere quelle realtà amministrative che possono potenzialmente togliere dei voti a una certa parte politica, e mi riferisco ai sindaci di Riace Mimmo Lucano e di Siderno Pietro Fuda. Del resto, è notorio il fatto che il prefetto di Reggio Calabria Michele Di Bari sia un simpatizzante di Forza Nuova».
L’asserzione non arriva dall’uomo della strada e non è stata captata al tavolo di un bar, ma arriva dall’ex segretario provinciale dei Verdi Sasà Albanese, storico militante, intervenuto al primo congresso cittadino di Sinistra Italiana.
Quindi, assurge al rango di notizia.
Ci sfugge come sia possibile che un prefetto, che è stato nominato da un Governo a maggioranza Pd, e gerarchicamente dipendente dal Ministro dell’Interno (il democrat reggino Marco Minniti), possa essere accostato a un movimento neofascista, ma Sasà Albanese sembra avere le idee chiare, intervenendo dopo l’invio della commissione d’accesso antimafia al Comune di Siderno.
Probabilmente, si riferisce a un episodio accaduto a Modena lo scorso anno, quando Di Bari svolgeva il proprio ruolo nel capoluogo emiliano, e che vogliamo portare alla vostra attenzione attraverso il seguente articolo della Gazzetta di Modena.
In particolare, Sasà Albanese ha stigmatizzato la condotta degli ispettori prefettizi manifestata in occasione della verifica sulla gestione del progetto Sprar di Riace.
«Quando il sindaco Lucano veniva contattato nottetempo dalla prefettura di Reggio Calabria per chiedere accoglienza a decine e decine di immigrati sbarcati rappresentava una preziosa risorsa, mentre adesso viene dipinto come un problema, tanto da dare vita a un’inchiesta della Procura di Locri. E questo – ha concluso Albanese – è inaccettabile, ecco perché manifesto la massima vicinanza a Mimmo Lucano e a Pietro Fuda».