di Gianluca Albanese
SIDERNO – Si voterà il 20 e 21 settembre prossimi per eleggere il consiglio comunale di Siderno, dopo lo scioglimento per infiltrazioni mafiose decretato nel mese di agosto 2018 e i successivi due anni di commissariamento dell’Ente.
Una scadenza prossima, specie se si pensa che le liste dovranno essere depositate entro la metà di agosto.
La settimana in corso sta per chiudersi con la notizia della ripresa delle trattative nelle due aree politiche di riferimento nazionale (centrodestra e centrosinistra) alla ricerca di punti di contatto e al fine di valutare la possibilità di formare due fronti compatti e contrapposti, in quello che è il centro più popoloso del comprensorio, l’unico al di sopra dei 15.000 abitanti e sottoposto, pertanto, a un sistema a doppio turno nel caso in cui nessuno dei candidati sindaci a capo delle rispettive coalizioni raggiunga al primo turno il 50%+1 dei consensi.
Questa la situazione a oggi.
IL CENTRODESTRA
La riunione di mercoledì sera in cui si cercava di valutare la possibilità di un percorso unitario non ha sortito alcun risultato, se non quello di accentuare la diversità di vedute tra il gruppo di “Siderno nel cuore” (capeggiato dall’ex vicesindaco Mimmo Barranca) e il resto delle anime dell’area moderata.
Per la verità, a inizio seduta, “Siderno nel cuore” si era detta disposta a fare un passo indietro sul nome di un potenziale candidato sindaco unitario, se le altre aree avessero messo sul piatto della bilancia i propri aspiranti alla carica di primo cittadino. Un’operazione che, così come descritta, lasciava intendere una sorta di “primarie interne” della potenziale coalizione, ma che non ha trovato il placet delle altre anime che, col gruppo che fa riferimento agli ex assessori Francesco Rispoli e Antonio Commisso, ha preferito spostare l’attenzione non tanto sui candidati quanto sulla necessità di fissare criteri e regole condivise, tra cui l’esigenza di presentare una sola lista con sedici selezionatissimi candidati consiglieri tale da non comprendere chi ha ricoperto cariche elettive nelle ultime due consiliature (la prima in maggioranza, la seconda all’opposizione) accomunate dallo scioglimento del consiglio comunale per infiltrazioni mafiose.
L’intento è chiaro: rinnovamento e discontinuità.
Una proposta, questa, che non avrebbe incontrato il placet di “Siderno nel cuore” che, come è noto, avrebbe già un numero di candidati consiglieri tale da comporre tre liste a sostegno del candidato sindaco che, a questo punto, dovrebbe rimanere, salvo clamorose sorprese dell’ultima ora, proprio Domenico Barranca.
D’accordo sulla proposta, invece, il resto del centrodestra, che sarebbe pronto (compresi, dunque, i partiti di Forza Italia e Fratelli d’Italia) a fare fronte comune con una lista di sedici candidati consiglieri senza simboli di partito.
Già, perché sebbene i gruppi si siano lasciati ripromettendosi di tenere un ulteriore incontro a breve, quanto emerso nell’ultima riunione dovrebbe essere già piuttosto eloquente, sebbene non ci stancheremo mai di citare quell’amministratore democristiano di lungo corso che ama ripetere che “In politica, ogni giorno è un mondo nuovo”.
IL CENTROSINISTRA
Quello che fino a un mese fa sembrava impossibile, ovvero un incontro bilaterale tra il circolo del Partito Democratico e i rappresentanti dell’ex maggioranza consiliare che faceva capo a Pietro Fuda, è avvenuto.
Nulla di trascendentale, per carità, tanto che i presenti, al termine, hanno riferito di una riunione interlocutoria che potrebbe non avere un seguito. Però, il fatto di essere tornati a discutere insieme simboleggia, a nostro modo di vedere, un implicito riconoscimento politico e una capacità di tornare a discutere mettendo da parte personalismi e divisioni di un recente passato.
Del resto, nei giorni scorsi, segnali di disponibilità al dialogo erano stati lanciati sia dal vertice del circolo del Pd che dai “moderati” dell’ex Giunta Fuda Ercole Macrì e Gianni Lanzafame. Proprio questi ultimi due componevano la delegazione della propria area di riferimento, insieme all’ex vicesindaco Anna Romeo.
Più nutrita la delegazione del Pd, composta dai membri del direttorio, tra cui la segretaria reggente del circolo Giusy Massara, gli storici dirigenti Angelo Errigo, Aurelio Filippone e Carlo Fuda, e i nuovi ingressi dell’area socialista, tra cui Pietro Tropiano.
Molti i nodi ancora da sciogliere.
Tra i più importanti quelli su metodo e trasparenza, e la necessità di discontinuità della guida amministrativa. In quest’ottica, Il Pd avrebbe tutto l’interesse a esigere una figura di propria espressione nel ruolo di candidato sindaco, anche in ossequio alla logica democratica dell’alternanza.
Basterà la capacità di mediazione dei “pontieri” a smussare gli angoli e a fare proseguire la trattativa appena iniziata? Troppo presto per dirlo. Certo è che un centrosinistra unito avrebbe delle possibilità di vittoria superiori che con una spaccatura netta come quella percepibile fino a un mese fa.
Questa, dunque, la situazione a oggi.
Per il resto, rimane solo lo spazio di due citazioni relative ai possibili sviluppi. La prima è quella di Battisti e Mogol ne “Il nastro rosa”, ovvero “Lo scopriremo solo vivendo”; la seconda è quella del solito amministratore democristiano di lungo corso.