di Emanuela Alvaro
SIDERNO – «Io dovrei relazionare oggi su una questione che non mi riguarda. Sono tranquillo, non ho nominato un avvocato, non ho avuto perquisizioni a casa né quattordici anni fa né adesso. Non ho avvisi di garanzia e né sono stato sentito come persona informata sui fatti. Io non sono nemmeno entrato in queste vicende. Se dovessi essere destinatario di un avviso di garanzia state tranquilli che lo porterò in consiglio comunale e ci saluteremo. Quando nella scorsa seduta ho detto di essere tranquillo perché non è uscita la notizia su Il Fatto Quotidiano è perché dopo il primo articolo nel quale sono stato citato, il mio nome non è comparso più. Io ho qualche anno più di voi e quando vi ho parlato di fortuna ho fatto una considerazione: prima si deve essere nel giusto e con le carte a posto e poi avere la fortuna che, chi legge queste carte, lo faccia per quelle che sono. Dal punto di vista politico io ho come obiettivo, un dovere verso i sidernesi, di uscire prima possibile dal dissesto e recuperare le somme che si stavano perdendo. È vero che il problema politico esiste e non avere il PD dalla nostra parte ha rallentato alcuni aspetti amministrativi e politici, se riesco a recuperare bene, ma sono interessato più al destino di Siderno e state certi che saprò come regolarmi non solo a titolo personale».
Queste le parole del primo cittadino, Pietro Fuda, dopo gli interventi dei consiglieri nel corso della seduta chiesta dal consigliere comunale d’opposizione, Pietro Sgarlato, all’indomani delle dichiarazioni rilasciate da Alberto Sarra sul sindaco, relative all’operazione “Mammasantissima” e con unico punto all’ordine del giorno la “Discussione a sostegno della legalità e della trasparenza in politica e nell’amministrazione pubblica”.
Un’assise avviata dal presidente del consiglio comunale, Paolo Fragomeni e scandita dagli interventi dei consiglieri, durante i quali, in alcuni casi, la retorica su legalità e trasparenza ha sfortunatamente prevalso.
Pietro Sgarlato ha ribadito l’importanza della discussione di un argomento così delicato, ragione per cui ha chiesto la convocazione. «Siderno dopo quello che è accaduto ha bisogno di tranquillità per uscire da un periodo non certo facile. Situazione non facile che prosegue con una maggioranza partita con quattordici elementi ed a un anno arrivata a dieci, se non addirittura a nove. Se dalle elezioni la maggioranza è in questo stato significa che le cose non stanno andando bene, nonostante le aspettative elevatissime sulla risoluzione di problemi che riguardano non solo il quotidiano, ma anche la programmazione».
Questioni delicate rimarcate da Maria Teresa Fragomeni, la quale ha ricordato come dalle elezioni si è arrivati già a due consigli comunali su questi argomenti e da quando lei è consigliere, circa quindici anni, tanti altri ce ne sono stati, ma tutto ciò non è bastato ad evitare a Siderno lo scioglimento per mafia. «Dobbiamo fare in modo che questi due principi non rimangano lettera morta. Noi abbiamo preso le distanze dalla maggioranza – ha sottolineato Maria Teresa Fragomeni – chiedendoci quale il filo conduttore che lega questa squadra non rappresentativa dei partiti di centro sinistra, come sembrava inizialmente essere, con assessori oggi che rappresentano solo se stessi. Situazione per noi non opportuna! In questa sede politica va fatta chiarezza valutando e soppesando quali le conseguenze per Siderno. Non si può fare il vice sindaco e difendere imputati di Acero – Krupi. Politicamente è un fatto gravissimo e lo diciamo in un momento in cui il PD non è interessato ad un posto in giunta. Siderno non ha cambiato la sua posizione, aveva sperato in un cambiamento e le speranze sono state disattese».
Una seduta i cui protagonisti sono stati anche il vice sindaco Anna Romeo e il consigliere ormai ex “Siderno Libera” Antonio Sgambelluri. Quest’ultimo prima di entrare nel merito del punto all’ordine del giorno ha comunicato la decisione di uscire dalla maggioranza e quindi dal movimento “Siderno Libera” per aderire al Partito Comunista, ricordando come in questo anno a più volte dissentito dall’opera amministrativa e, riprendendo l’argomento, ha affermato che continuerà a credere fino a prova contraria dell’onestà del senatore.
Il vice sindaco in più occasioni oggetto di attacchi dai consiglieri del PD ha risposto a tono, ricordando che dal punto di vista politico non ha rubato nulla a nessuno e che solo per un accordo nazionale, da socialista si è presentata nella lista del partito democratico. Passaggio contestato dal segretario cittadino del PD.
«Sono stata eletta – ha proseguito il vice sindaco – con i voti che ho sempre avuto e non ho mai preso consensi in sezioni differenti rispetto a quelle che mi hanno votato anche nel passato. E dato che stiamo parlando di legalità e trasparenza quando non mi è stato più bene ho lasciato il partito socialista sidernese. È avevo visto giusto! In una riunione drammatica ho lasciato un partito che mi avrebbe potuto dare ancora molto e ho fatto bene a farlo. Dopo quella riunione mi sono recata da Boselli, allora segretario del partito, evidenziando cosa stesse succedendo, situazione sulla quale lui avrebbe dovuto intervenire, ma non ha mai risposto alle mie richieste perché come i soldi, i voti non puzzano. Se alcune cose non sono andate come voi avreste voluto – rivolgendosi a Maria Teresa Fragomeni – la colpa non è certa mia che ho portato i miei voti e sono sempre stata coerente. Io vi ribadisco stasera che le deleghe come le dà le toglie solo il sindaco. Per la questione di cui mi additate – e ribadita anche nello scorso consiglio comunale, riferendosi alla difesa da parte sua di un indagato nell’operazione Acero – Krupi, ruolo al quale ha poi rinunciato – voi sapete che la state utilizzando strumentalmente. Parlate tutti di garantismo e qui io non lo vedo assolutamente».