di Emanuela Alvaro (Fotogallery di Enzo Lacopo)
SIDERNO – Il Partito Comunista chiama i compagni rispondono! Nicola Limoncino, segretario federazione PRC Reggio Calabria, spiega il perché della manifestazione: riunirsi e lavorare per la ricostruzione del Partito Comunista, “la vera alternativa ad un capitalismo fuori da ogni logica”. Un Governo ricorda Limoncino che, indipendentemente dal credo politico, è indirizzato verso intendimenti tipici della destra. «Necessità di una alternativa a queste forze. Questa la nostra scommessa! Il nostro è un dovere storico nei confronti di questa Nazione e oggi Siderno è a lavoro per questo obiettivo come il resto d’Italia».
Un obiettivo spiegato ancora più nel dettaglio da Lorenzo Fascì, segretario provinciale PCd’I Reggio Calabria, parlando di vuoto da colmare dopo la sciagurata decisione nel 1991 di sciogliere il partito a livello nazionale. Un PC da ricomporre dalla base non solo puntando al simbolo, ma nello specifico ridando forza ai contenuti, da anni non più un modello sociale al posto del quale si è prediletto un liberismo senza senso. «Noi dobbiamo rivolgerci a quel mondo – ha detto Fascì – che cerca una casa comune, alle tante persone che da tempo non si recano più a votare, che non hanno più una tessera di partito e che si sono visti venir meno diritti consacrati nel tempo. Tra tutti l’articolo 18 cancellato insieme alla dignità del lavoratore. Dobbiamo lavorare per una sinistra da ricostruire in Italia. Una sfida che deve far tremare i polsi. Compagni nei territori dobbiamo uscire di casa, ritrovarci».
Ospitati nella sala delle adunanze del Comune di Siderno, alla presenza di diversi amministratori locali tra i quali i sindaci di Polistena, Mammola, Gioiosa Ionica, Agnana, come non ricordare quanti nel PC in questo paese hanno dato il proprio apporto. Compito questo di Totò Sgambelluri, compagno, consigliere comunale quale componente di Siderno Libera che ha sottolineato l’assoluta attualità della rinascita del PC. «Contento che la manifestazione si è voluta fare a Siderno, che ha dato i natali a illustri uomini di sinistra. Enzo Pedullà, Paolo Reale, Virgilio Condarcuri, Alfredo Fragomeni, Peppe Errigo e tanti altri».
Intensificare gli sforzi per la rinascita, avviando un serio e reale processo di unificazione necessario per questo periodo di deriva che sta subendo l’Italia da Berlusconi in poi. Rosanna Femia, componente del Comitato centrale PCd’I, è chiara nell’addebitare le colpe. «Berlusconi ha dato il via libera a degli scempi senza precedenti, non preoccupandosi del divario tra ricchi e poveri dove il messaggio che passa è che essere onesti non paga. E oggi il caro Renzi è riuscito a fare anche peggio di Berlusconi. La nostra è una strada in salita, ma ce la possiamo fare per ritornare ad incidere in un Paese che credeva nell’etica e nella morale e ora solo fanalino di coda. Lo dobbiamo al grande Enrico Berlinguer lo dobbiamo a tutti noi».
Ad avvalorare quanto fin’ora detto, Joseph Condello, coordinatore provinciale Giovani Comunisti/i PRC, il quale ha sottolineato la necessità di un impegno costante per la ricostruzione di un unico e forte Partito Comunista. «Si è compiuta un’opera di stritolamento delle masse dove la crisi non è altro che il risultato di un capitalismo fuori controllo. Assottigliamento dei momenti democratici al minimo storico e aumento delle disuguaglianze». Joseph Condello ripercorre tutte le decisioni prese a livello governativo che hanno tagliato le gambe ad una Nazione già in coma. Job act, legge fornero e buona scuola, attacchi feroci del capitalismo contro la società. Da qui la necessità di mettere in campo una compagine nella quale si debbano convogliare le forze di quanti non si ritrovano in ciò che sta accadendo. Partito comunista che dovrà pensare ai giovani da mettere in primo piano. È possibile un altro mondo e per farlo serve una forza che ne indichi la strada».
A concludere la manifestazione Michelangelo Tripodi, componete della segreteria nazionale PCd’I, positivamente sorpreso della partecipazione alla manifestazione sidernese. «Oggi qui tanti compagni che fanno parte di una lunga storia partitica come Paolo Reale e Nora Papallo, e tanti altri che sono presenti per rendere una testimonianza, ma anche per esprimere una volontà che è quella che noi vogliamo trasmettere ai tanti che sono fuori da questa sala, ma che possono essere raggiunti da quanto stiamo dicendo. Ventiquattro anni dalla decisione sciagurata di sciogliere il partito, grande è stato il processo di regressione civile e sociale. Se siamo arrivati ad un punto in cui il Partito democratico omologato al sistema che porta avanti i poteri forti e non la gente, è arrivato il momento di dirgli basta, non è più un partito di sinistra. Il quadro è chiaro. Bisogna ricominciare a dare delle risposte di sinistra alle questioni sociali per imprimere una svolta. Dicono che l’Italia è uscita dalla recessione ma nel Sud non è così. Il Mezzogiorno deve essere al centro di una nuova politica di investimenti statali forti. Senza il Sud non si va da nessuna parte. Siamo passati da una Repubblica di diritti, ai bonus decisi dal “principe”, non si parla di diritti e a non farlo è prima di ogni altro, il partito rappresentato da Renzi che predilige la logica dei provvedimenti a favore delle banche e degli amici. Tutti avvertiamo il bisogno di aria nuova e noi vogliamo tornare ad essere il punto di riferimento nella battaglia politica. Partito comunista per la società, per la democrazia, cemento di un nuovo progetto per la sinistra».