SIDERNO – Sarà venerdì prossimo alle 17.30 presso il Grand Hotel President l’incontro con Pino Aprile. Tra i relatori Mimmo Gangemi, Pierpaolo Catanzariti, Mimmo Lucano. L’assemblea sarà presieduta dal magistrato Mario Filocamo.
Pino Aprile ci ha anticipato che tratterà il tema del riscatto del Sud perché, secondo lo scrittore pugliese nella nostra Terra “sta succedendo qualcosa di enorme perché un popolo “vinto sta recuperando le linee perdute della bellezza …e ciò ci rende incredibilmente adatti alla nuova era, dove si può essere universali rimanendo a casa propria”.
Anche Mimmo Gangemi è convinto che la Calabria possa e debba farcela a patto però di “… sconfiggere la cultura del pregiudizio”. Secondo l’autore del “Giudice Meschino “essere calabrese è diventato sempre più marchio infamante, finche, di recente, è stata coniata l’equazione calabrese è uguale a ndranghetista … alimentata da mass media, politici, inquirenti, da personaggi che inseguono notorietà o che sono schiavi dell’ossessione della carriera, dalla categoria emergente dei professionisti dell’ antimafia …”
Verrebbe da dire: “Ogni riferimento a persone o fatti è puramente casuale!”
Eppure Gangemi non concede un minimo di indulgenza alla mafia perché nessuno potrebbe “.. sostenere che la Calabria sia un’oasi di pace. Nelle aeree segnate dall’oppressione mafiosa si sono perpetrati crimini orrendi con la ndrangheta che è testa, mani e piedi dentro i traffici peggiori: prima i sequestri, dopo la droga, le armi, le scorie tossiche e quelle radioattive ….Assassini che hanno la sfacciataggine di definirsi uomini di onore”
Tuttavia Gangemi ritiene che non si possa sottacere oltre che in Calabria “molta credibilità la Giustizia l’ha persa” e conclude “conclude “ è inaccettabile che i calabresi rischino di diventare vittime due volte, altre che della ndrangheta anche dello Stato, quando impattano nel freddo , nella smania di efficienza dei suoi uomini, che in certi casi va oltre la giustizia, talmente oltre che si smarrisce la strada e somiglia alla repressione , con la Calabria diventa una palestra dove esibire i muscoli, dove gettare le reti sul mucchio e a chi piglia piglia, ed effettuare la cernita, tra chi meritava di finirci e chi era rimasto impigliato da innocente e costretto a restare per lunghi anni nelle patrie galere con buona pace della presunzione di innocenza…”
Mimmo Lucano, sindaco di Riace, in questa occasione, darà voce a quei sindaci che non intendono in alcun modo piegarsi alla mafia ma contemporaneamente non sono disponibili ad essere complici nella distruzione sistematica dello Stato di diritto.
Una lotta quindi senza quartiere contro un regime repressivo. Una lotta che bisogna combattere a viso aperto sino al punto di non escludere le dimissioni in massa dei sindaci calabresi.
Lucano esporrà il senso di una battaglia politica a favore degli emarginati del Sud che stringono idealmente la mano a tutti i Sud del mondo.
E sul tema dello Stato di diritto si soffermerà certamente l’avvocato Giampaolo Catanzariti della Camera Penale di Reggio Calabria.
Aldilà degli interventi, si tratta di un evento notevole perché il tentativo è quello di rilanciare la battaglia meridionalista coniugandola con quella per il rispetto della Costituzione e delle sue garanzie.
Sicuramente l’iniziativa di Siderno sarà una tappa di forte impatto perché da una terra di frontiera come la Locride si tenterà d far partire un forte movimento- non partitico- ma di marcati contenuti meridionalisti e garantisti.