di Gianluca Albanese
SIDERNO – Un partito di lotta e di governo, con una missione: unificare la Sinistra. Il primo congresso cittadino di Sinistra Italiana, che ha visto l’elezione dell’avvocato Peppe Oppedisano a segretario e della commercialista Teresa Macrì a tesoriere, con contestuale elezione del direttivo all’unanimità, è stato incentrato principalmente sulla questione dell’unità a sinistra di tutte le variegate componenti dell’universo progressista, specie alla luce della promulgazione del cosiddetto “Rosatellum”, la legge elettorale che promuove la composizione di coalizione alle elezioni politiche della prossima primavera.
Al tavolo dei relatori, lo storico leader Mimmo Panetta, che ha presieduto i lavori, il dirigente nazionale Pietro Sergi, il responsabile organizzativo di Si Calabria Flavio Loria, il segretario provinciale Antonio Guerrieri e la capogruppo in consiglio comunale Rita Commisso.
Assenti i rappresentanti del Partito Democratico cittadino, da anni in rotta con l’ex Mimmo Panetta e con tutta la parte politica che rappresenta, i lavori hanno seguito il canovaccio tradizionale delle organizzazioni politiche di Sinistra, con gli interventi dei rappresentanti istituzionali e dei leader delle formazioni affini.
E così, dopo la relazione di Peppe Oppedisano, che ha ribadito l’esigenza di unire la Sinistra, sono intervenuti il sindaco di Siderno Pietro Fuda, che ha espresso la necessità di una Sinistra con cultura di Governo, il coordinatore cittadino di “Possibile” Silvio Frascà, l’ex segretario provinciale dei Verdi Sasà Albanese, lo storico militante comunista Damocle Argirò (che nel portare i saluti del segretario cittadino del Pci Sandro Siciliano – assente per motivi di salute – ha ribadito la necessità primaria di unire i Comunisti ancor prima che la Sinistra in generale), mentre l’attivista ecologista Franco Martino ha espresso la necessità di scelte coraggiose nelle tematiche ambientali e l’esigenza primaria di dare spazio ai giovani e al dialogo costante con la gente, uscendo dalle stanze dei partiti.
Anche il vice sindaco Anna Romeo ha invitato a superare la tradizionale litigiosità della Sinistra e a sviluppare una cultura di Governo, ammettendo che «Spesso tacciamo il movimento 5Stelle di populismo, ma bisogna dare loro atto di aver saputo canalizzare la rabbia della gente derivante dalla crisi e dalla mancata soluzione delle problematiche a essa connesse da parte della Sinistra, in un movimento tutto sommato pacifista che se non ci fosse stato sarebbe stata indirizzata verso movimenti più pericolosi, come avviene nel resto d’Europa». Non è mancato un cenno al recente invio della commissione d’accesso antimafia al Comune di Siderno, definita dalla Romeo «Un’onta che per la nostra storia personale, familiare e politica non ci aspettavamo proprio. Voglio ricordare – ha proseguito – che sono la figlia di quel sindaco che si dimise negli anni ’80 proprio quando scoppiò il caso della “BP” e dobbiamo ammettere che erano almeno vent’anni che la tutela dell’ambiente non era in cima all’agenda politica di un’amministrazione comunale a Siderno: sulla discarica di San Leo, del resto, io mantengo la stessa posizione espressa a suo tempo dal 2001. E’ la Regione – ha concluso Anna Romeo – che deve dimostrare di sapere gestire questo impianto e mi fa specie che l’assessore regionale al ramo non abbia mai pensato di convocarmi ogni qual volta si sia discusso si questo tema».
La capogruppo Rita Commisso ha evidenziato l’esigenza di una politica nuova e basata sulla questione democratica, sociale e ambientale «In cui – ha detto – il “social compact” deve prendere il posto del “fiscal compact”, con maggiori investimenti al Sud e un deciso taglio delle politiche di austerità, perché non possiamo più essere coloni della Germania».
Il dirigente cittadino Nicodemo Angì ha invitato tutti ad approfondire le tesi dell’economista Stigltz «Che – ha detto – potrebbero tranquillamente dettare il programma di Sinistra Italiana» mentre l’altro dirigente Marcello Cordì, nel suo appassionato intervento ha invitato a un maggiore dialogo con i cittadini, specie i più giovani, predisponendo all’ascolto della comunità non solo in prossimità delle elezioni «Senza cadere – ha aggiunto – nella tentazione di tacciare come “populista” tutto ciò che in realtà è parte integrante del patrimonio ideale di una forza di Sinistra».
Fiducia incondizionata nel lavoro dell’amministrazione comunale è stata espressa da Franca Bolognino, che nell’esprimere attestati di stima a Fuda e compagni ha detto «Vogliamo sapere chi è che va contro questo paese».
Mimmo Panetta, dal canto suo, ha rivendicato il coraggio di alcune scelte compiute «Dall’abbandono – ha detto – di un Pd che ha perso la sua identità di sinistra, al sostegno incondizionato a questo amministrazione retta dal sindaco giusto al momento giusto, che è stata capace di ridare centralità alla questione ambientale dopo un ventennio di oblio».
E se Panetta si è detto rammaricato della mancata costituzione dei comitati di quartiere a Siderno, d’altro canto si è interrogato sull’utilità dell’invio della commissione d’accesso antimafia al Comune. «Acqua chiara non teme nulla – ha detto – ma a chi giova tutto ciò? Sicuramente non alla democrazia; piuttosto – ha continuato – temo che ci sia solo l’interesse della cosiddetta “zona grigia”», esprimendo altresì la necessità «Di una grande mobilitazione popolare a sostegno della corretta depurazione delle acque in tutta la Locride e invito il sindaco a investire della questione tutta l’associazione dei Comuni».
Il dirigente nazionale Pietro Sergi, scrittore di origine natilese da decenni residente a Imola, è andato dritto al punto, richiamando l’esigenza di porre la questione del mantenimento dei presidi di democrazia sul territorio «In modo – ha detto – da non mortificare la volontà degli elettori. Perché – si è chiesto – a Siderno mandano la commissione d’accesso e in Sicilia non emerge la nota della commissione parlamentare antimafia che tempo fa aveva manifestato l’esigenza di fare approfondimenti in quella Regione? Forse perché il Pd è pieno di impresentabili e la presidente Rosy Bindi è stata eletta coi voti della Calabria quasi sempre identificata, secondo una vulgata, come terra ad alta densità ndranghetistica?».
Anche sul concetto di dialogo con la gente e di un linguaggio diretto con la comunità, Sergi ha strappato applausi a scena aperta, quando ha detto che «Il linguaggio nuovo da conquistare è quello che affronta i problemi per come sono realmente. E in vista delle elezioni politiche – ha continuato – non dobbiamo permettere a nessuno che ci vengano catapultati candidati da Roma come Rosy Bindi e Alfredo D’Attorre; semmai, bisogna dare spazio a una classe dirigente locale competente che sia espressione reale del territorio e che ponga a livello nazionale la questione della Locride come uno dei territori più svantaggiati d’Italia. Io sono orgoglioso – ha concluso – di avere fondato una sezione di Sinistra Italiana a Natile».
Il sindaco di Cinquefrondi Michele Conia, che domani terrà a battesimo il congresso della Piana di Sinistra Italiana ha invitato la classe politica della Locride e della Piana a unire le forze contro il reggiocentrismo e, a livello nazionale, di superare i pregiudizi che «Troppo spesso – ha detto -arrivano dalle forze politiche attaccate a simboli e questioni identitarie, seguendo gli esempi che vengono da altre parti d’Europa, come “Podemos”, “Syriza” e “Die Linke”».
Il segretario provinciale Antonio Guerrieri ha invitato tutti all’esigenza di formare coalizioni di partiti affini, sfruttando anche una legge elettorale «Che non è quella che volevamo ma che favorisce le alleanze, come perfino Berlusconi ha capito, riesumando il partito animalista e quello dei pensionati. Stasera – ha detto – ho sentito troppi pregiudizi: noi siamo già un partito che esprime una classe dirigente giovane e i veterani come Fabio Mussi hanno accettato il ruolo di garanti senza rubare la scena ai politici emergenti».
Flavio Loria ha ribadito l’esigenza del valore della militanza «Che è passione, fatica, coraggio e contatto con la gente. La Sinistra – ha detto – deve mantenere una dimensione collettiva e parlare di contenuti e non di contenitori, ricostruendo un partito che è passione e fatica. Ecco perché – ha concluso – dobbiamo fare fronte comune con le forze politiche a noi affini, andando al di là delle appartenenze formali«.