di Simona Ansani
GIOIA TAURO – Alla manifestazione in difesa del Porto di Gioia Tauro hanno partecipato molti sindaci, terminalisti, operai, imprenditori, Autorità portuale, sindacati, rappresentanti delle associazioni datoriali e di categoria, la curia, e le istituzioni a tutti i livelli, uniti insieme senza guardare al colore della bandiera politica o della casacca per chiedere alla Commissione Europea di sostenere e rilanciare la struttura portuale. Il sindaco metropolitano facente funzioni Carmelo Versace, ha parlato di presa di coscienza da parte della Commissione europea affinché si ravveda rispetto alle nuove direttive ambientali in tema di trasporto marittimo. «I limiti imposti agli armatori – ha continuato – potrebbero significare un danno incalcolabile per il Porto di Gioia Tauro che va, invece, sostenuto e rilanciato anche per la mole di investimenti fatti negli anni e per una storia ultra decennale che lo ha trasformato nella vera porta del Mediterraneo».
«I porti come quello di Gioia Tauro, saranno penalizzati, chiediamo quindi con forza la correzione di questa norma sbagliata, affinché si possano interessare tutti i porti del Mediterraneo senza distinzione garantendo così il libero mercato senza penalizzare un’infrastruttura a discapito di un’altra. Colpire l’infrastruttura di Gioia Tauro vuol dire colpire l’economia calabrese e l’occupazione». E ciò che afferma Pasqualina Straface, Presidente della Terza Commissione Regionale Sanità, Attività Sociali, Culturali e Formative.
Assente ma giustificato, per via di un importante consiglio comunale, il sindaco di Cosenza, Franz Caruso che ha fatto pervenire una lettera al sindaco di Gioia Tauro per esprimere la sua vicinanza, «le misure europee “Fit for 55” – scrive il primo cittadino di Cosenza – che adeguano la legislazione vigente in materia di clima ed energia per conseguire il nuovo obiettivo dell’UE di una riduzione minima del 55 % delle emissioni di gas a effetto serra entro il 2030, è indubbiamente un obiettivo auspicabile, ma va perseguito in maniera graduale, con estrema responsabilità ed alle stesse condizioni per tutti. La direttiva europea, infatti, riguarda solo pochi porti su scala mondiale, rischiando di favorire altri porti non soggetti alle stesse regole. Ritengo il tema di grande importanza, soprattutto in relazione ad una infrastruttura portuale come la nostra che rappresenta un vero motore occupazionale ed economico, per cui credo debba essere affrontato con lungimiranza e visione intanto dal Governo Nazionale che, invece, su Gioia Tauro, sulla Calabria e sul Mezzogiorno non mostra di avere alcuna attenzione. Non mi pare, infatti, di avere sentito neanche l’eco delle proteste da parte del Governo italiano volto a bloccare la direttiva europea, per modificarla al fine di renderla più equa e prudente».
Di direttiva penalizzante, parla anche l’assessore ai Trasporti e Smart City di Reggio Calabria, Domenico Battaglia, direttiva che va corretta in tempi rapidi e immediati. «Simili provvedimenti – aggiunge Battaglia- non possono essere lasciati all’interpretazione di qualcuno che, una mattina, si alza e decide sulla pelle delle persone. Il Comune di Reggio è in piazza con i lavoratori del Porto di Gioia Tauro perché condivide totalmente i motivi della protesta». «Ci auguriamo – ha detto Battaglia – che da questo sit-in pacifico, nasca, nelle istituzioni europee, la consapevolezza che bisogna far vivere i porti ed offrire una deroga a misure altrimenti deleterie per l’intero sistema produttivo. Qui, a Gioia Tauro, lavora tanta gente. Manifestare al loro fianco è un dovere per fare sentire la vicinanza delle istituzioni».
Presente al sit-in anche una delegazione del PD calabrese, con il capogruppo Mimmo Bevacqua, la presidente regionale Giusy Iemma, il consigliere regionale Raffaele Mammoliti, la dirigente nazionale Enza Bruno Bossio, l’assessore reggino ai trasporti, Mimmo Battaglia, e da diversi dirigenti locali e militanti. «Va tutelato e salvaguardato l’ambiente ed al contempo -ha dichiarato Giusy Iemma- va tutelata l’operatività di una delle principali strutture portuali del Mezzogiorno, con un grande indotto: circa 4000 addetti ed il 50% del Pil privato calabrese. Il Partito Democratico chiede pari condizioni di accesso al mercato e la riduzione dei costi di transito verso i porti italiani, così come del resto è stato proposto dal presidente dell’autorità di sistema portuale del Tirreno mediterraneo e dello Ionio». «Bisogna essere attenti a tutelare gli interessi in gioco – ha detto Mimmo Bevacqua – senza strumentalizzare un tema così importante. Sarebbe utile e necessario, per come richiesto anche dai sindacati, ottenere un rinvio che dia alle compagnie marittime il tempo di operare una riconversione del sistema di emissioni».
«Il territorio ha fatto sentire forte e chiara la propria voce contro un provvedimento dannoso per i porti italiani – ha affermato Valentino Grant, europarlamentare della Lega, commissario Lega Campania, presente al sit-in – e assolutamente inefficace per la tutela dell’ambiente. La Lega fin dal primo giorno contesta la direttiva, emblema della politica di Bruxelles che vuole sacrificare sull’altare dell’ideologia green imprese, lavoratori e famiglie italiane».