DI SEGUITO LA NOTA STAMPA DI ANGELO ROSSINO-PRESIDENTE ARTICOLO32 CALABRIA:
Articolo32 Calabria, come ben noto, intende promuovere forme di sensibilizzazione diffusa in tutta la Regione, su problematiche inerenti la Sanità e l’Ambiente.
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Mentre la prima Istituzione Regionale qui citata (Sanità) accumula ritardi su ritardi, sprechi su sprechi e tagli indiscriminati d’ogni genere, mettendo a serio rischio sia i LEA (Livelli Essenziali di Assistenza), sia una soddisfacente prevenzione di secondo livello, fortunatamente, la seconda Istituzione Regionale qui citata (Ambiente) per il tramite dell’Agenzia Regionale di Protezione Ambientale – ARPACAL, rappresenta un’isola felice nonostante i pochi mezzi ad essa assegnati.
Sorvoliamo volutamente sui ritardi che si stanno registrando, nonostante le ripetute richieste in tal senso, non solo sui registri tumori regionali ma anche, e forse soprattutto, sull’attivazione di screening oncologici diffusi su tutto il territorio, per concentrarci questa volta su una notizia finalmente positiva e della quale si è venuti a conoscenza nell’ennesimo incontro, chiesto da Articolo32 Calabria e concesso dal dinamico direttore generale ARPACAL d.ssa Santagati: un importantissimo lavoro che sta svolgendo l’Agenzia Regionale, attuativo di misure idonee a promuovere una buona prevenzione di primo livello, rappresentata dalle bonifiche ambientali.
Dal suddetto confronto tecnico direttamente con coloro che andranno ad operare sul territorio, per conoscere la portata di un progetto fondamentale per tutta la Calabria e, più specificatamente, per il comprensorio jonico-reggino, altresì incrociando alcuni dati in nostro possesso, si è ricavato quanto appresso.
L’opera di individuazione, di classificazione e di priorità d’intervento su siti potenzialmente pericolosi e la loro bonifica, dovrà confrontarsi con numeri preoccupanti: il Piano Regionale di Bonifica aggiornato al 2007, ha censito ben 696 siti potenzialmente inquinati, di cui 262 classificati a basso rischio, 261 classificati a medio rischio e 40 ad elevato rischio. Si tratterà ora di capire l’effettiva portata di pericolosità di questi territori che, comunque, sono già sotto la lente d’ingrandimento di ARPACAL. A tal uopo, la Regione Calabria ha già inviato ai Comuni delle schede conoscitive per tenere aggiornato questo censimento: Articolo32 Calabria lancia una preghiera a tutti i sindaci affinché collaborino con la Regione Calabria, nel costante e non sporadico aggiornamento di questo censimento. E comunque, già da questo primo step è emerso che si dovrà dare una certa priorità d’intervento a ben 400 siti sparsi per tutta la Regione.
Questi numeri, di per sè preoccupanti, lasciano purtroppo ipotizzare una seconda “Terra dei Fuochi”: d’altro canto, però, è doveroso anche segnalare come la Regione Calabria si sia impegnata con ARPACAL, attraverso apposita convenzione, ad assegnare a quest’ultima una somma di circa 1.200.000,00 € per attività d’indagine, di sopralluoghi e di acquisti di beni strumentali finalizzati a detta bonifica.
Questa attività può inquadrarsi nel progetto “MIAPI” – Monitoraggio ed Individuazione delle Aree Potenzialmente Inquinate – già inserito nel PON “Sicurezza per lo Sviluppo – Obiettivo Convergenza 2007-2013.
Rossino ha anche chiesto al direttore Santagati quali siti del comprensorio jonico reggino saranno interessati dall’intervento dell’Arpacal <<Il progetto- ha spiegato Santagati- è nella fase introduttiva e, dopo gli adempimenti burocratici, si entrerà nel vivo dell’azione scientifica solo dopo che la Regione avrà consegnato all’Arpacal l’elenco ufficiale e tutta la documentazione, da cui partire per verificare i siti. L’impegno dell’Agenzia sarà, comunque, quello di garantire trasparenza ed efficacia nell’azione, informando la popolazione sui diversi passaggi tecnici che si susseguiranno nel progetto>>.
Rossino, nel ringraziare infine il direttore dell’Arpacal per l’ennesimo incontro concesso ad Articolo32 Calabria, ha voluto sottolineare l’importante lavoro che l’Agenzia Ambientale Calabrese ha svolto sul territorio, ed in particolar modo nel comprensorio jonico-reggino, affrontando casi delicati, come quello di Africo, con il piglio scientifico che necessita, ma anche con l’apertura al dialogo con le popolazioni, così desiderose di chiarimenti, delucidazioni e rassicurazioni.
Insomma, ARPACAL si trova di fronte ad una sfida complessa e noi, per questa ragione e nell’esclusivo interesse collettivo, ci auguriamo che, nei due anni necessari al compimento di detto progetto così per come preventivati dalla d.ssa Santagati, Ella possa operare con la dovuta serenità e con gli indispensabili mezzi tecnico-operativi utili al raggiungimento di questo importante traguardo: da parte nostra, resteremo al fianco di ARPACAL offrendo collaborazione, tenendo alta la guardia, vigilando e denunciando pubblicamente, così come abbiamo sempre fatto, eventuali tentativi volti anche solo a rallentare detta attività.