di P.M.D N. (foto fonte Humanitas)
Con l’arrivo della primavera è naturale sentire il bisogno di esporre la pelle ai primi raggi del sole che è una vera e propria medicina e come tale deve essere assunto, con cautela e a piccole dosi. La luce solare apporta diversi benefici al nostro organismo perché una corretta esposizione aiuta la sintesi della vitamina D, contribuisce al rilascio della serotonina (il cosiddetto ormone del buonumore) e aiuta a riposare bene durante la notte.
In primavera, però, l’esposizione al sole può provocare seri rischi per la salute della pelle, soprattutto se non si utilizzano protezioni adeguate. Infatti, nonostante si ritenga solitamente che i raggi solari primaverili abbiano una minore intensità e siano pertanto innocui, in realtà il sole primaverile può essere anche più dannoso rispetto a quello estivo, poiché i raggi UV raggiungono la massima intensità a partire da maggio e giugno, e non solo ad agosto. Inoltre soprattutto dopo i mesi invernali la pelle non è adeguatamente preparata ad affrontare esposizioni prolungate, perché le cellule che producono la melanina (la sostanza che protegge la pelle dai raggi UV e favorisce l’abbronzatura), essendo poco stimolate durante l’inverno, impiegano del tempo a riattivare la loro funzione.
Senza un’adeguata protezione, dunque, si possono avere eritemi solari e ustioni, con rischio di infiammazione intensa, dolore ed edema. Inoltre scottature solari frequenti, soprattutto quelle verificatesi durante l’infanzia e la giovinezza, aumentano il rischio di tumori della pelle, come il carcinoma basocellulare, il carcinoma squamocellulare e il melanoma e la maggior parte dei casi proprio di quest’ultima forma è legato a un’esposizione eccessiva alle radiazioni ultraviolette.
Per proteggere la pelle dal rischio di tumori cutanei occorre difenderla non solo dai raggi UVA, responsabili del foto-invecchiamento cutaneo, ma anche dai raggi UVB, responsabili delle scottature. Ad hoc è necessario utilizzare creme solari, evitare l’esposizione nelle ore centrali della giornata e ricordarsi di proteggere la pelle anche in città. Tra fine inverno e inizio primavera, inoltre, questa può apparire seborroica, secca (a causa di disidratazione o di un’insufficiente presenza di sebo) oppure sensibile alle aggressioni atmosferiche.
Lo stato dell’organo più esteso del corpo umano dipende infatti da vari parametri fisiologici: le condizioni del film idrolipidico (strato protettivo naturale della pelle costituito da acqua e sebo), l’acidità del pH, l’idratazione, lo spessore, la qualità delle fibre di collagene, di elastina e della sostanza fondamentale del connettivo e anche una buona circolazione capillare. L’alterazione, protratta nel tempo, di questi parametri, può favorire un invecchiamento cutaneo precoce. Si può testare facilmente la condizione della propria pelle con un esame dermatologico, che potrebbe anche consistere nella sola osservazione da parte dello specialista. E buon sole a tutti!