DI SEGUITO LA LETTERA APERTA INDIRIZZATA DALLA PSICOLOGA DANIELA DIANO AGLI AMMINISTRATORI COMUNALI DELLA LOCRIDE
Gentilissimi Amministratori, da 32 anni presto la mia attività di psicologa in un consultorio familiare pubblico della locride e, in ragione del servizio che svolgo e dell’esperienza maturata, intendo segnalare un inammissibile vuoto nell’organizzazione della rete dei servizi socio-sanitari per minori e famiglie problematiche.
In sostanza, quando, per ragioni di tutela, un minore viene allontanato dalla famiglia o, comunque, preso in carico dai servizi a causa di inadeguatezza dei suoi genitori ad educarlo, allevarlo, prendersi cura dei suoi bisogni morali e materiali, la sua famiglia non riceve, come invece dovrebbe, il supporto educativo necessario a compiere un salto di qualità. I genitori dovrebbero essere aiutati a compiere un percorso finalizzato a recuperare, laddove possibile, il senso di responsabilità rispetto al benessere della prole e l’esercizio delle funzioni loro assegnate dal ruolo genitoriale. Per fare ciò occorrono programmi personalizzati per quegli specifici genitori e personale (educatori, tutor) preparato che, nel contatto costante e quotidiano con loro, svolga una funzione di sostegno verso il cambiamento possibile.
Purtroppo, il nostro territorio è totalmente privo di tali risorse! Si interviene sui minori, spesso “temporaneamente” allontanati (il virgolettato è dovuto all’amarezza di vedere questi bambini istituzionalizzati fino alla maggiore età) e affidati a terzi, ma non sulle -e con – le loro famiglie, malgrado il principio sancito dall’art. 1 della Legge 184, che sostiene il diritto del minore a crescere ed essere educato nell’ambito della propria famiglia, anche la più periferica.
Se manca questo segmento di affiancamento quotidiano, risultano vanificati e depotenziati i restanti interventi di tutela compiuti dai servizi sociali e sanitari, compreso quello in cui presta servizio la sottoscritta.
Certamente, il mancato recupero della famiglia d’origine rappresenta un doloroso fallimento, non soltanto per coloro che hanno a cuore il benessere dei bambini ma per tutto il Paese, dotato di un impianto legislativo avanzato che, però, alla resa dei conti, non corrisponde alla concretizzazione dei diritti sanciti!
Ciò detto, rivolgo un appello a Voi nella Vostra qualità di primi garanti del benessere psicofisico dei cittadini minorenni, affinché, nella gestione delle politiche sociali di tutela dei minori che l’ente locale detiene si prenda in considerazione, tra le priorità, la rimozione delle cause del disagio minorile.
In particolare, facendo riferimento ai tavoli di pianificazione (comunali, provinciali, distrettuali o comunque sia) che sfornano iniziative e progetti finanziati con fondi destinati a minori e famiglie, si colmi questo drammatico buco nella rete socio-sanitaria e si predispongano adeguati servizi territoriali di sostegno educativo domiciliare per la promozione del ruolo educativo e accuditivo quelle famiglie che, per diversi motivi, non sono in grado di esercitare la loro funzione genitoriale e di garantire cure adeguate ai loro figli. Nell’interesse preminente dei minori.
Cordiali saluti ed auguri di buona amministrazione. Daniela Diano