(Servizio e foto di Enzo Lacopo)
Nella sala conferenze dell’istitutotecnico economico “Antonio Calabretta” di Soverato, in ottemperanza dell’offerta formativa e grazie alla sensibilità del dirigente Gilio Demasi e di Giuseppe Chiaravalloti, presidente dell’associazione Soverato, è stato presentato agli studenti delle seconde e terze classi, il volume edito da F.Pancallo, “Voci e valori del mio tempo” di Salvatore Filocamo (poeta dialettale della Locride, nato a Siderno Superiore nel 1902 e morto a Locri nel 1984).
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Una iniziativa mirata alla conoscenza di uno degli autori più importanti della tradizione dialettale calabrese, una partecipazione attenta di allievi e docenti presenti in sala. Uomo di grande umanità e saggezza, Filocamo ha denunciato, con i suoi versi, ingiustizie e disuguaglianze sociali, e l’insopportabile divisione del mondo in “ricchi e povari”. Lo scrittore aspirava ad un mondo più giusto, un mondo senza violenze e senza soprusi. Il poeta ha raccontato, attraverso la lingua vernacolare, la dignità umana e la decorosa sofferenza della società contadina calabrese nel corso del secolo scorso. Dalla sua capacità di acuto e attento osservatore scaturiscono arguzia, comicità e denuncia che trasferisce nelle sue poesie e nelle sue farse, vero gioiello di teatro popolare. Questo in breve il contenuto, quasi condiviso, esposto dai relatori: Alfredo Lancellotti, dirigente scolastico in pensione, Francesco Raspa, docente dell’Istituto “Calabretta”, Ugo Mollica, moderatore dell’incontro, nonchè curatore del volume.
“A pieno titolo e a buon diritto, Filocamo deve essere annoverato tra i veri poeti dialettali e popolari”, questa in sintesi la conclusione unanime dei relatori. Un libro di “storia” quello di Filocamo che dovrebbe essere letto in tutte le scuole della Calabria, ed anche oltre. Un libro che dovrebbe trovare posto in tutte le biblioteche.
In questo incontro con i ragazzi dell’I.T.E. di Soverato è stato lanciato “un sasso nello stagno” che, coinvolgendo nella sua caduta, suoni, immagini, analogie, risveglia ricordi, emozioni, desideri, che non sappiamo o non vogliamo ancora vedere, ma che sono sopiti dentro di noi.
La giornata di formazione culturale” è stata resa ancora più interessante, dalla brillante recitazione di poesie e dall’interpretazione di “brani” di farse dell’Autore, da parte del bravo Antonio Pittelli, e dalla proiezione di un video di Mimmo Martino leader dei Mattanza, deceduto il 31 gennaio scorso, per rendere omaggio e ricordare un grande artista, che alla ricerca ed al recupero delle nostre tradizioni ha dedicato tutta la sua vita, perchè, come era solito dire a chiusura dei suoi concerti, ”Un popolo senza storia è come un albero senza radici… è destinato a morire”.