di Nensi Spatari*
Ricorre oggi la giornata internazionale contro la violenza alle donne e in qualità di componente della Segreteria Provinciale del Partito Democratico, con delega alle politiche di genere, desidero rivolgere un affettuoso incoraggiamento a non mollare mai a tutte le donne, le lavoratrici, le madri, le mogli e le fidanzate che hanno subito o continuano a subire forme di sopraffazione o violenza, sia fisica che psicologica.
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Al di là delle dichiarazioni che in giornate come queste siamo soliti ascoltare, sarebbe opportuno che in cima alle priorità del legislatore vi sia effettivamente la “questione femminile” in senso lato intesa, che spazi dai fenomeni di femminicidio sempre più frequenti al definitivo abbattimento degli stereotipi e degli steccati ideologici che tendono ancora a relegare la donna in una sfera di subalternità.
Il pensiero più sentito in questo momento va a Mary e a Fabiana, vittime recenti di una violenza barbara, e poi a tutte le donne, anche a quelle dei paesi mediorientali, vittime come sempre di abusi, ma che in molti casi hanno dato dimostrazione di coraggio, dignità e fierezza nel non piegarsi alla ferocia più brutale e hanno dimostrato di volere riscattare la loro condizione.
Alla politica in generale deve essere demandato il compito di eliminare le disparità di trattamento sotto il profilo professionale, dei redditi e dei salari, poiché insieme alle violenze fisiche merita di non essere sottaciuto il fatto che la donna ancora non gode delle stesse possibilità attribuite all’altro genere. Ciò rappresenta un fardello morale e una pressione psicologica certe volte insostenibile.
Come Partito Democratico di Reggio Calabria abbiamo dato un forte esempio nel concedere ampio spazio a tutte le donne valorose che operano quotidianamente nel nostro territorio, investendole di responsabilità dirigenziali rilevanti e permettendo alle stesse di contribuire alla ricostruzione delle nostre istituzioni e a quelle sociali.
È questa la linea che dobbiamo sempre rimarcare, perché una società in cui la donna è esclusa dalla partecipazione pubblica non è una società libera e democratica e, quindi, non è una società che tende a progredire.
*: segretario del circolo Pd di Mammola