di Gianluca Albanese (ph. Enzo Lacopo)
LOCRI – Per portare centinaia di persone nella corte del palazzo di città un venerdì sera d’inizio agosto all’ora dell’aperitivo, bisogna dire, e fare ascoltare, qualcosa d’interessante. E ieri sera l’osservatorio politico culturale “Spazio Aperto” c’è riuscito, dando vita a un partecipato e stimolante incontro alla presenza di relatori d’eccezione come l’ex deputato missino Natino Aloi e l’ex senatore di sinistra Saverio Di Bella.
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Due ore a sentirli parlare, dopo l’introduzione del fondatore di Spazio Aperto Pino Mammoliti e il saluto del sindaco Giovanni Calabrese, di due figure fondamentali dei riferimenti ideologici dei relatori, ovvero Giorgio Almirante ed Enrico Berlinguer.
Non si è trattato di un’operazione nostalgia come quelle così in voga di questi tempi, ma negli interventi dei due ex parlamentari oltre al profilo storico dei due leader, si è scavato tra le pieghe di quello che la storiografia ufficiale non dice, si sono cercati i parallelismi con le priorità programmatiche degli attuali attori politici nazionali, si sono svelati retroscena di qualche appuntamento congressuale, non senza qualche sorpresa.
Brillante e magnetico l’eloquio di Aloi; strutturato e accademico ogni ragionamento esternato da Di Bella, il pubblico ha avuto modo di apprezzare anche ciò che accomuna i due relatori alle figure storiche di cui hanno discusso (in primis la statura morale), che hanno saputo anche riconoscere i meriti dell’avversario.
Proprio così: nessuno scontro tra “rossi” e “neri”, ma confronto pacato, corretto e leale tra chi la pensa diversamente. Proprio come vuole lo spirito di Spazio Aperto, che ieri sera ha fatto davvero bella figura, tanto che Natino Aloi ha detto «La prossima volta che organizzate incontri del genere, invitatemi pure: sarò tra il pubblico a seguirli».
Tra i numerosi spunti d’interesse emersi, ne citiamo uno in particolare: Di Bella, a proposito della necessità di punire i reati di corruzione e furto ai danni dello Stato ha detto testualmente che «Ancor prima dei mafiosi vanno colpiti i ladri di Stato, perché nella mafia c’è anche chi viene da classi sociali disagiate e cerca il proprio riscatto, mentre i ladri di Stato sono tutti benestanti in preda agli istinti di ingordigia e autoconservazione».
Una frase che farà sicuramente discutere, questa, e che è piaciuta molto al sindaco di Monasterace (e co-fondatore di Spazio Aperto) Cesare De Leo, intervenuto a porgere la proprie domande ai relatori, così come hanno fatto l’altro principale attivista di Spazio Aperto Bruno Grenci, Peppe Macrì (anch’egli di Spazio Aperto), l’altra figura storica della destra locridea Francesco Nirta, il referente locale di Sel Antonio Guerrieri e l’immancabile militante del Pd bianchese Aldo Canturi.
Dopo le due ore e passa di discussione, la sensazione diffusa è che chi ha assistito all’incontro ne sia uscito arricchito, in termini di cultura, passione civile e impegno sociale. E di questi tempi non è poco.