di Domenica Bumbaca.
Simona è una imprenditrice che ha visto bloccate le sue attività, di arredamento d’interni e abbigliamento, all’improvviso senza rendersene conto. Tutto chiuso in Italia e tutti a casa pensando a fornitori, impiegati, progetti lavorativi svaniti. Ma non si è arresa e se pur ancora oggi non si sa cosa accadrà al suo settore e come cambierà il suo lavoro, vuole vedere il bicchiere mezzo pieno, osservando gli occhi dei suoi figli e sperando che davvero tutto andrà bene. Così dopo aver finito i compiti con il più grande e giocato un po’ con il più piccolo, la chiamo per telefono e le chiedo di raccontarci come sta vivendo questi momenti lontano dalla sua frenesia lavorativa, sempre alla ricerca di nuove idee per i suoi clienti e le sue clienti.
L’inizio di una nuova esperienza. Il 12 marzo scorso per me e la mia famiglia come del resto per tutta Italia è iniziata una nuova esperienza di vita. Mi piace definire così questo periodo particolare perché mi sono ritrovata dalla sera alla mattina catapultata per parecchi giorni in una nuova vita che non avevo scelto ma che mi era stata imposto da direttive nazionali e poi mondiali. Direttive imposte per combattere quello che ancora oggi “il Covid19” ha completamente stravolto l’umanità.
Ricordo ancora la sensazione di smarrimento nel sentire le parole del nostro presidente del Consiglio Conte quando ha comunicato che per poter proteggere la nostra e la vita delle persone a noi care avremmo dovuto evitare, o quantomeno ridurre, ogni tipo di contatto lavorativo e trascorrere le nostre giornate in casa.
Quindi se fino alla sera dell’11 marzo eravamo in pieno regime lavorativo con appuntamenti con i clienti, le consegne programmate, il rinnovo degli spazi espositivi, dal giorno seguente… il nulla!
Per la mia azienda, io, mio fratello, mia cognata e i nostri collaboratori, tutti a casa…dopo una notte insonne dove la mente era affollata da mille pensieri è iniziato il mio nuovo percorso di vita insieme a mio marito e i miei due figli. Fino a quel momento non mi avevano mai visto così tanto in casa, tempo che non ho trascorso in casa nemmeno quando ho partorito. Per mio marito e i miei bimbi posso dire che sicuramente è stato un momento bellissimo, hanno potuto godere della mia presenza, della mia vicinanza e del mio calore in ogni ora di ogni singolo giorno trascorso dal quel fatidico 12 marzo ad oggi. Abbiamo iniziato a programmare le giornate di studio, cucina, riorganizzazione della casa, disegni, le mie piccole pause dedicate al lavoro per gestire quello che era possibile fare da casa come i rapporti con i fornitori, clienti e consulenti.
Tra mille difficoltà e mille pensieri che ancora sono li fermi in un angolo della mia mente, e la preoccupazione per il futuro è tanta, posso dire che ricorderò questi giorni vissuti con i miei figli, nonostante incertezze e drammi che accadano, come momenti migliori che porterò con me per affrontare le avversità e i miei futuri giorni di lavoro con tutta la forza e l’ottimismo necessario per far ripartire il mio lavoro, la mia vita, la nostra vita da dove l’abbiamo lasciata.