di Franco Romeo*
In una riunione sullo stato di precarietà della Statale 106, tenutasi tra i sindaci della Locride, associazioni e vari rappresentanti istituzionali (parlamentari, consiglieri regionali, ecc.) è stato detto, da come si evince dalla stampa, che verranno chiesti al governo 56 milioni per la progettazione definitiva del percorso di statale 106 che da Catanzaro Lido conduce a Reggio Calabria, come atto propedeutico, credo, alla realizzazione dei rispettivi megalotti della nuova 106 a quattro corsie.
Orbene, a parte che la progettazione definitiva di un lotto viene effettuata normalmente dopo aver ottenuto il finanziamento con i fondi dello stesso e che per ottenerli servono degli studi preliminari che, per lo più, sono stati già in possesso dall’ANAS, che li produce e li aggiorna con proprie risorse, il vero problema è ottenere i fondi necessari per l’esecuzione dei lavori.
Basta dare uno sguardo al sito dell’ANAS, infatti, per comprendere lo stato dei lavori della nuova 106.
I 39 km del tratto pugliese e i 37 della Basilicata sono totalmente ultimati con strada a 4 corsie.
Dei 413 km calabresi solo 67 sono stati completati con 4 corsie a cui, aggiungendo i 38 del megalotto 3 in cui i lavori sono in atto, ne rimangono 308 da realizzare, per i quali serviranno 12/14 miliardi (di cui 5/6 ne servirebbero solo per la tratta Catanzaro-Reggio Calabria.
La verità, pertanto, è che, purtroppo, si è persa un’occasione più unica che rara per ammodernare finalmente un’opera nevralgica ed indispensabile per la Calabria, che è quella del PNRR.
Sin da quando fu realizzata la prima bozza del Recovery Plan(fine 2020/inizio 2021) si evinceva che per la 106 non c’era quasi nulla e io lo scrissi in una nota di gennaio 2021, in cui sottolineavo tra l’altro che “non solo non ci sono fondi per completare tutta la STATALE 106, come sarebbe stato auspicabile che ciò avvenisse nell’esecuzione di un mega-piano da 209 miliardi, ma nemmeno uno solo dei vari macrolotti da appaltare, potrà essere finanziato con la ripartizione prevista dalla bozza approvata” e successivamente, in aprile 2021, una dura nota dell’Organizzazione di Volontariato “Basta Vittime Sulla Strada Statale 106” stigmatizzava l’assenza della “statale della morte” dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
Né, tantomeno, può essere addotto come motivo della mancata presenza della 106 nel PNRR, la necessità di dover concludere i lavori entro la fine del 2026.
A parte che sono 5 anni pieni in cui volendo si potrebbero iniziare e concludere le opere più complesse (il ponte Morandi a Genova è stato ricostruito in meno di due anni dal crollo), se dubbi potevano sussistere sui tempi di esecuzione dei macrolotti, si poteva eventualmente ovviare dividendo i lavori in lotti più piccoli e coinvolgendo un maggior numero di imprese specializzate che avrebbero potuto concluderli nei tempi previsti.
In conclusione, oggi, al di là delle buone intenzioni dei sindaci e di tutti noi, che non riusciamo a tacere sulla precarietà e la pericolosità di questa strada, bisogna ammettere che un’opportunità, analoga a quella che si è persa, di veder realizzata in toto una nuova ed efficiente SS 106, difficilmente si potrà ripetere, in questi termini in futuro, per cui lamentarsi ora, dopo che il danno è stato fatto è “come il cane che abbaia alla luna”.
:*Ex Presidente Comitato Ionico per la SS106)