di Gianluca Albanese
SIDERNO – Portare l’ammodernamento della Statale 106 all’attenzione del Governo Nazionale, affinché qualcuno a Roma possa “accorgersi” di questa grande infrastruttura essenziale non solo per le tre regioni che attraversa ma per l’intera Europa, visto che conduce verso il bacino Mediterraneo, nuovo asse dell’economia mondiale.
È la proposta scaturita dall’Agorà democratica di sabato pomeriggio, trasmessa live sulla pagina Facebook Pd Calabria e nata sulla scorta di quella spinta dal basso, più volte evocata sia dal moderatore Enrico Tarzia, dirigente regionale democrat di Gioiosa Ionica, che dal leader del consorzio di associazioni e imprese della Riviera dei Gelsomini Francesco Macrì.
E il Partito Democratico deve e vuole fare la sua parte, in un momento storico in cui si registra una comunione d’intenti piuttosto diffusa sul tema, come dimostrato dall’approvazione unanime del documento votato dal consiglio regionale lo scorso mese di febbraio.
Ma a Roma, come sottolineato dalla giornalista Rai Enrica Agostini, quasi nessuno conosce il problema. “Stamani – ha detto – ho avuto ospiti in Tv i due viceministri del Sud e delle Infrastrutture e, a specifica domanda, nessuno dei due conosceva la questione 106”. Dunque, bisogna fare partire quella che lo stesso Macrì ha definito “la fase 2” in cui la 106 possa superare i confini del dibattito politico calabrese ed entrare nell’agenda del Governo Nazionale. Con l’aiuto del Pd, certo, ma anche di Anas e dei sindacati.
I due leader regionali di Cgil e Uil hanno partecipato all’Agorà riconoscendo sia l’impegno del Pd che quello del presidente della giunta regionale Roberto Occhiuto “che sarà insieme a noi – hanno detto i segretari Sposato e Biondo – all’incontro che avremo col Governo insieme ai segretari generali confederali su infrastrutture e Zes per la nostra regione”. “La 106 deve diventare – ha detto Sposato – una vertenza nazionale” “visto che – ha aggiunto Biondo – l’Europa l’ha inserita nei suoi corridoi principali ma non è ancora tra le priorità dell’esecutivo. E allora – ha concluso – portiamo Draghi in Calabria e facciamogli attraversare questa strada da Roseto a Reggio affinché possa rendersi conto dell’urgenza”.
Alberto Prestininzi, ordinario di Geologia Applicata all’Università “La Sapienza” di Roma, ha ricordato le difformità incontrate in passato sulla progettazione di alcuni tratti già completi, e ha invitato i sindaci a riunirsi in via preliminare col commissario Anas per risolvere a monte eventuali problematiche dovessero sorgere in futuro.
Il sindaco di Roccella Vittorio Zito ha spronato tutti a superare il momento della mera indignazione e a passare a quello della progettualità per avere un asse viario simile a quello di un’autostrada “perché – ha detto – quella di adesso più che una statale sembra una strada urbana lunga centinaia di chilometri con un limite di velocità di 50 Kmh”.
Prima della sintesi finale di Francesco Macrì, il segretario regionale del Pd Nicola Irto ha ricordato come il suo partito sia stato “l’asse portante del documento votato a palazzo Campanella” aggiungendo i tre punti chiave sui quali condurre la battaglia sulla 106: certezza dei canali di finanziamento, attuabilità, progettazione ed esecuzione dei lavori e riconoscimento della centralità del Mediterraneo.