R & P
Appena qualche mese dalla sua approvazione e lo statuto metropolitano già non va più bene. Dopo la sua complessa gestazione ha visto la luce la carta normativa principale del nuovo ente metropolitano. Se volessimo contestare solo per il gusto di farlo potremmo ricordare al Sindaco Falcomatà che, in più occasioni ha definito lo Statuto: “Magna Carta” della Città Metropolitana, sostenendo inoltre che sarebbe stato si uno strumento modificabile ma che per l’approvazione collegiale si sarebbe puntato ad un documento la cui elaborazione risultasse attuale per almeno 20 anni. A sostenere questa tesi – attraverso una nota ufficiale – sono i consiglieri metropolitani di “Area Socialista e Popolare” Pierpaolo Zavettieri e Giuseppe Zampogna. A partire dall’elezioni avvenute in data 7 agosto 2016 – si legge nella nota – sin da subito, non essendo ancora l’amministrazione eletta in possesso dei pieni poteri, al fine di dare una concreta funzione al periodo di transizione, abbiamo messo in campo il tentativo (ahimè risultato insufficiente!) di colmare i grandissimi limiti della legge Del Rio che prevedendo elezioni di secondo livello non è riuscita minimamente a dare una rappresentanza ai cittadini e di conseguenza neppure ai territori amministrati. “Area Socialista e Popolare” è stata l’unica forza politica in campo ad occuparsi del coinvolgimento concreto e diretto nella fase destinata alla discussione ed alla approvazione in consiglio metropolitano. In questa fase – prosegue la nota – abbiamo contattato le amministrazioni comunali una ad una ed attivato riunioni sparse sul territorio per coinvolgere gli amministratori locali. Alcune delle proposte scaturite nelle more dell’approvazione definitiva sono state accolte dalla conferenza metropolitana, attraverso la presa di posizione formale di sessanta sindaci che hanno prodotto formale proposta emendativa, altre sono state invece direttamente accolte in ambito delle commissioni statuto che, preliminarmente al consiglio metropolitano, hanno lavorato sino alla mezzanotte del giorno prima del consiglio. In quest’ultima sede su nostro input era passata a ragion veduta la proposta di poter portare a ratifica in consiglio metropolitano le” variazioni di bilancio fatte dal Sindaco in via d’urgenza” anziché nei 60 giorni previsti dalla bozza del Sindaco in 15 giorni. Tale proposta oltre a registrare la condivisione delle 3 commissioni statuto che in sede unificata si sono espresse all’unanimità, ha altresì registrato, ad un’ora del consiglio metropolitano per l‘approvazione e ob torto collo, la condivisione dello stesso Sindaco Falcomatà. I motivi che mesi addietro ci spinsero a sostenere con forza questa proposta si traducono: nella necessità di far passare da un organo collegiale, quanto più possibile, le decisioni legate al bilancio poiché la ratifica dopo 60 giorni avallerebbe e consentirebbe di fatto una gestione monocratica al Sindaco (con l’avvio in concreto dell’azione amministrativa, impegnando la spesa o addirittura realizzando gli “interventi e nella necessità di guardare agli esempi migliori e non ai peggiori, evidenziamo come su dieci città metropolitane la maggior parte non utilizza interamente i 60 giorni per i motivi anzidetti vieppiù la città metropolitana di Firenze addirittura ne prevede solo 10 giorni. Comprendiamo la presa di distanze del Sindaco Falcomatà dalla città di Firenze ma non possiamo essere d’accordo a lasciare un uomo solo al comando. Pertanto invitiamo il sindaco metropolitano a voler, in sede di conferenza Metropolitana, confermare su questo punto la decisione che Egli stesso assunse con l’approvazione dello Statuto, così come responsabilmente il gruppo “Area Socialista e Popolare” ha votato a favore delle proposte giunte in aula solo perché ritenute corrette ed a vantaggio della popolazione, diversamente – conclude la nota – apparirebbe chiara una sua volontà a procedere da solo senza rispettare i più basilari principi di democrazia.
Gruppo Consiliare “Area Socialista e Popolare”
Consiglieri Pierpaolo Zavettieri e Giuseppe Zampogna