di Antonio Baldari
STILO – Aveva preparato la sua divisa di vigile urbano per andare a svolgere il servizio di vigilanza ai Santi Medici, Cosma e Damiano, in quel di Riace ma, purtroppo, non ce l’ha fatta. Renato Coniglio, 60enne dipendente comunale di Stilo è morto nella notte tra venerdì e sabato scorsi nella sua casa di Stilo, ed in particolare dopo gli ultimi sei mesi di vita trascorsi fra le corsie di ospedali a combattere il pericolosissimo male che lo aveva colpito. E che non gli ha dato scampo, quando sembrava stesse per riprendersi definitivamente, colui che per tutti era “il comandante”, si è improvvisamente spento lasciando nel dolore più indicibile la moglie, la signora Stella, ed i loro tre, splendidi, figli; una morte, l’ennesima, che a Stilo, e per esteso nella vallata dello Stilaro, fa rimanere sempre molto alta la psicosi sulle condizioni di salute, evidentemente molto più precarie che in passato visti e considerati i numerosi casi, a doppia cifra oramai, di decessi troppo “giovani”, come va verificandosi da cinque anni a questa parte in modo esponenziale, pure troppo, o comunque di casi in cui, pochi, ci si riesce a sconfiggere le varie forme di cancro che molto aggressive si insinuano nella vita dei cittadini. Come mai, lo ribadiamo, è accaduto nel più o meno recente passato.
Sullo sfondo di tale, inquietante, situazione si stagliano i rifiuti tossico-radioattivi rilasciati nel territorio di Stilo, per come del resto emerge da alcuni atti del Sismi e del Sisde, recentemente desecretati ed il cui contenuto è ora a conoscenza dopo circa vent’anni, dall’ormai remoto 1995 in cui il magistrato Francesco Neri indagava su “intrighi di natura ambientale” e nel contesto più ampio del cosiddetto caso delle “navi dei veleni”, in relazione alle imbarcazioni che sarebbe state fatte affondare nel mare di Calabria; lo scorso anno si è appurato dell’accertata esistenza “di un vasto traffico nazionale concernente lo smaltimento illecito di sostanze tossiche e radioattive, con il conferimento in delle discariche abusive per conto di note famiglie di ‘ndrangheta” – è contenuto in questi documenti vergati dagli inquirenti, che avrebbero addirittura fornito una dettagliata presenza nella Locride di luoghi-discarica, in gran parte sarebbero grotte, tra cui figura anche la celeberrima “Città del Sole” (oltre a Gioiosa Jonica e Mammola nel comprensorio locrideo, ndr), la Stilo del più grande filosofo del Seicento italiano, Tommaso Campanella, infettata dalla nociva presenza di tali tossicità, aggravato anche dal traffico di uranio rosso oltreché “da rifiuti provenienti dall’Est Europa, per mare e per terra, con il trasporto su gomma – sostengono ancora gli 007 – che proverrebbe dal nord Europa su tir utilizzati anche per il trasporto di armi e droga”.
Da qui ne discenderebbe l’esponenziale aumento di gravi forme di leucemia, dai più definito il male “silenzioso”, “il male del secolo” che nella vallata dello Stilaro, entroterra nord della provincia di Reggio Calabria, fa registrare un aumento di casi finanche del 100 per cento, con molti che sono ancora giovani. Tanto giovani, per pagare un prezzo troppo alto alla vita nei centri di Bivongi, Monasterace, Pazzano e Stilo, i quattro Comuni della predetta area geografica con proiezioni anche nelle propaggini comunali vicine come nel caso di Riace: al riguardo si ricorderà, proprio per quanto concerne Pazzano, il caso della piccola A.P.L., che nel 2008 colpì in modo impressionante l’opinione pubblica locridea, con una vera e propria odissea vissuta dalla bambina e dai suoi familiari, letteralmente divisi tra la Calabria ed il Piemonte pur di non farle mancare nulla, appesa com’era ad un filo di speranza a causa di una forma di “leucemia biclonale acuta”, quella speranza che oggi sembrerebbe tramutarsi in confortanti sorrisi.
Cosa che, invece, non è riuscita a Carlo Gozzi, un uomo poco oltre la sessantina, sempre di Pazzano, che ha perso la vita nel breve volgere di poco tempo dopo avere goduto sempre di ottima salute, o come nel caso della giovanissima Santina Politi, una ragazza di Riace di soli 16 anni che venne a mancare il 15 giugno del 2008 in maniera così improvvisa perché nemmeno lei, una ragazza nel fiore degli anni, venne risparmiata da questo terribile male che si chiama leucemia che si rivela dunque un “cliente” assai scomodo, che attacca così pesantemente da spezzare le ali ad una ragazza innamorata della vita come lei e come tanti altri che, negli ultimi anni, nella vallata dello Stilaro hanno conosciuto il suo volto, vedi anche Bivongi con i 58enni Egidio Gullà ed Egidio Russo che hanno prematuramente concluso il loro cammino quaggiù.
Ma è soprattutto Stilo a pagarne dazio con una decina di casi recentemente registratisi, con gli uomini particolarmente colpiti e che fanno la spola, avanti e indietro dalle strutture ospedaliere di Catanzaro e di Reggio Calabria, se non, purtroppo, in alcuni casi anche in alcuni centri dell’Italia del centro-nord con Roma che la fa ancora da padrona: si lotta, si combatte ogni giorno per sconfiggere questo male oscuro così come le tante forme di neoplasie, molto più aggressive che in passato, che si stanno diffondendo sempre più a macchia d’olio e che non sta risparmiando affatto nessuno. Dai più anziani ai più giovani in un crescendo preoccupante che un anno fa ha visto anche la prematura dipartita del 59enne ex presidente della Stilese, Giorgio Tassone; poco tempo dopo del poco più che 60enne ex maresciallo dei vigili urbani di Stilo, Vincenzo Baldari, e lo scorso mese di aprile del 58enneNicola Cosimo Taverniti, tanto per stare agli ultimi decessi in ordine di tempo per le cui cause non sarebbe da trascurare neanche delle fonti negative di elettromagnetismo, con un paio di cabine per l’energia elettrica collocate poco oltre l’ingresso della cittadina stilese, che hanno portato nel tempo ad un contenzioso tra il Comune di Stilo e l’Enel con gli amministratori comunali naturalmente in ansia per lo stato di salute della cittadinanza.
Quando se ne verrà fuori? Un interrogativo a cui, si auspica, presto ci sia un’adeguata risposta.