La durissima presa di posizione del primo cittadino dopo avere constatato con i suoi occhi “La vera e propria inefficienza del nosocomio, sono stato fino alle tre di stanotte per potere ricoverare un mio concittadino, che non aveva nessuno, ma se ne sono lavati le mani tutti, quand’è così è inutile tenerlo aperto, per che cosa?”
di Antonio Baldari
STILO – La storia è di quelle tristi e strazianti. L’ennesima storia di un paziente trasportato all’ospedale civile di Locri che, anche in questo preciso momento in cui scriviamo, giace al pronto soccorso. E sono già passate da un pezzo le sedici ore! Nella fattispecie trattasi di G. V., originario di Stilo, che nel tardo pomeriggio di ieri, martedì 25 agosto, accusa un malore entrando in un evidente stato confusionale che, purtroppo, lo porta a non riconoscere nessuno, neanche il fratello e la propria, anziana, madre che sollecitano l’intervento del 118, tempestivo nell’arrivare a destinazione e per l’immediato trasporto al vicino nosocomio di contrada Verga: lì, ha inizio il vero e proprio calvario di G. V., che non ha nessuno dei propri familiari al seguito ragion per cui dal pronto soccorso locrese vengono interpellati i carabinieri del Comando stazione di Stilo perché venissero fornite le generalità del paziente.
A loro volta, i militari dell’Arma informano del fatto il sindaco, Giancarlo Miriello, il quale a sua volta con alcuni suoi familiari si precipita presso l’ospedale della città di Zaleuco e capire il da farsi: “Qui ho visto e sentito delle cose fuori dal mondo, con diversi pazienti sulla lettiga ed in attesa di potere essere ricoverati, compreso il mio concittadino – afferma Miriello a lentelocale.it –che versava in uno stato di grande confusione, comunque in attesa di conoscere l’esito della Tac che gli era stato praticato come esame, ci è stato detto, per fare luce sulla sua situazione reale”; trascorrono i minuti ma il sospirato risultato non arriva, e qui il primo cittadino stilese inizia ad inalberarsi “Chiedendo contezza alla dottoressa Albanese, che era lì alla postazione di pronto soccorso, e mi dice soltanto che stavano ancora attendendo, per un paziente che però dava continui segni di assoluta confusione mentale, che aveva una chiara ferita alla testa forse a seguito di un ictus o non so cos’altro – riprende Miriello – sta di fatto che non c’era nessuno che si degnasse di intervenire per procedere con tempestività, facendoci sorgere il dubbio che anche la stessa Tac fosse stata fatta”.
Dopo altre, reiterate, insistenze il pronto soccorso interessa il reparto di neurochirurgia per una consulenza neurologica ma, con sommo stupore di Miriello e dei suoi familiari, ecco che il dottore candidamente risponde: “Se me lo portate su ok, altrimenti non scendo”, frase che sciocca, e non poco, i soccorritori di G. V. a cui si è nel frattempo cercato di fare le analisi del sangue “Ma con grossa difficoltà perché egli gridava, parlava in modo sconnesso ed incomprensibile, tentava di strapparsi i vestiti, insomma non sapevamo proprio cosa fare – partecipa il sindaco di Stilo – anzi ci siamo dovuti rimboccare le maniche e portare su il mio concittadino per una consulenza che, io non me ne intendo, penso però non sia stata di quelle efficaci considerato lo stato in cui si trovava per poi essere definito “collaborativo”… (fa una pausa, ndr), ma può essere collaborativo uno che parla in modo sconnesso, ha una ferita alla testa, si strappa i vestiti ed urla in continuazione dicendo di volere andare via? Guardi, non ho chiamato i carabinieri affinché intervenissero perché ci siamo solo preoccupati del suo stato di salute ma bisognava farlo, anzi, penso che lo debbano proprio chiudere l’ospedale di Locri se addirittura i familiari debbono fare da infermieri e portantini perché il proprio congiunto venga visitato!”.
Sta di fatto che poco dopo le tre di stanotte Miriello ed i suoi familiari tornano a casa, “sfiniti e nauseati di quanto abbiamo visto e sentito, e pensi che proprio poco fa ho telefonato per sapere se G. V. fosse stato ricoverato ed invece mi dicevano che rimane ancora al pronto soccorso – conclude Giancarlo Miriello – ho chiesto a qualcuno che lavora lì perché provveda per il ricovero, mi faranno sapere ma si può tenere aperto un ospedale così, dove non funziona nulla?”. Interrogativo che si gira a chi di competenza.