È il vero e proprio motore dell’appuntamento con l’Immacolata, Sua patrona, vista e considerata la regìa di tutte e dieci le mattine, che vengono partecipate dal popolo stilese dal 29 novembre all’8 dicembre, a partire dalle ore 4, sempre e comunque in stretta connessione con il parroco del luogo: qui sta il vero nocciolo della questione per i fedeli della fervente Comuità stilese, poiché il saltare la celebrazione vespertina di giorno 7 dicembre significa come l’anello della catena che salta, saltando tutta la catena.
di Antonio Baldari
Delusione e rabbia. Tantissima delusione mista a rabbia in quel di Stilo, nell’entroterra della vallata dello Stilaro per il tradizionale appuntamento con la novena da elevare all’Immacolata, a partire dal pomeriggio di domani; si è infatti materializzato nei giorni scorsi il decreto vescovile emanato da monsignor Francesco Oliva, titolare della diocesi di Locri-Gerace, con il quale si obbliga tutte le parrocchie, i parroci, i fedeli e chiunque graviti nel suddetto territorio diocesano ad essere presenti a Locri la vigilia della solennità della Beata Vergine Maria Immacolata, e quindi per il pomeriggio di giorno 7 dicembre, a motivo dei solenni festeggiamenti in onore della Madre di Dio patrona della diocesi di Locri-Gerace, per l’appunto.
Nel suo genere una novità abbinata, allo stesso modo, alla solennità del Corpus Domini nel mese di giugno, con la differenza che in quel periodo ci si va a Locri al giovedì, tutti indistintamente, per poi comunque onorare il Corpo ed il Sangue del Signore alla domenica in ogni singola realtà parrocchiale; una differenza di non poco conto posto che, invece, per l’Immacolata, non si ha appello giacché, passato il sette dicembre, si va direttamente a giorno 8, giorno della solenne festa in particolare nella “Città del Sole” di campanelliana memoria che, in questo anno Domini 2023, si ritrova così a rompere un appuntamento con la propria “Mamma Celeste” dopo ben 419 anni dalla fondazione, in special modo, dell’arciconfraternita dell’Immacolata e San Pietro, fondata nell’ormai remoto 1604, ed essente una tra le più antiche della Calabria.
E che è il vero e proprio motore dell’appuntamento con l’Immacolata, Sua patrona, vista e considerata la regìa di tutte e dieci le mattine, che vengono partecipate dal popolo stilese dal 29 novembre all’8 dicembre, a partire dalle ore 4, sempre e comunque in stretta connessione con il parroco del luogo (che è anche rettore del santuario diocesano di San Giovanni Therystis, all’interno della quale ha luogo la novena e festa all’Immacolata, all’indomani del decreto vescovile vergato da monsignor Giancarlo Maria Bregantini che elevava al rango di santuario, nel 2002, l’allora chiesa cattolico-ortodossa, ndr); e qui sta il vero nocciolo della questione per i fedeli della fervente Comuità stilese, poiché il saltare la celebrazione vespertina di giorno 7 dicembre significa come l’anello della catena che salta, saltando tutta la catena!
Ed è ciò che con ogni probabilità non è stato tenuto in considerazione dall’Autorità diocesana nel preciso momento in cui si è addivenuti alla presa del provvedimento in questione, che ha fatto saltare su tutte le furie il popolo di Stilo non essendo stato preso per nulla in considerazione il profilo, storico, culturale e religioso di Stilo perché, volente o nolente, la novena all’Immacolata di Stilo costituisce il rituale di fede per eccellenza, da oltre quattro secoli come si diceva pocanzi, unitamente alla Santa Pasqua, ed andare a togliere un sia pur minimo momento di festa, per andare a festeggiarlo altrove beh, come si può facilmente immaginare, non lo si accetterà né ora né mai!
Tutto è pronto per l’intronizzazione della Sacra Effigie nel pomeriggio di domani ma i fedeli di Stilo nutrono già da giorni molta rabbia e delusione in alcuni trasformatasi già in indifferenza verso la decisione di andare a Locri giorno 7 dicembre e chi l’ha presa: insomma gli Stilesi rimarranno a Stilo, imploranti la propria “Mamma Celeste” lì, a San Giovanni, “Perché non ci ha lasciati con il predicatore a celebrare messa e festeggiare con la nostra Immacolata? Lì noi non ci andiamo!”- si ode con fermezza il grido di disappunto, che non accennerà a scemare per tutti i dieci giorni e chissà per quanto altro ancora.
Quando Papa Francesco dice “Andate nelle periferie ed ascoltate, date un messaggio di conforto e comprendete” ed ancora oggi, purtroppo, c’è chi stenta e parecchio nel metterlo in pratica.