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In attesa della prossima decisione del ministro Speranza, che speriamo possa essere positiva decretando la fascia arancione per la Calabria e quindi la riapertura delle attività, è importante evidenziare come determinate scelte vadano ponderate e basate sulle singole aree.
Non può estendersi un provvedimento così drastico ad intere regioni, che magari, come nel caso calabrese, presentano ampie disparità di contagio da una zona all’altra.
E’ fondamentale tutelare la salute, ma altrettanto va tutelato il contesto socio economico, a maggior ragione in situazioni già fragili come quelle che caratterizzano il nostro tessuto produttivo, basato in gran parte su piccole e medie imprese che, dopo un anno, riscontrano serie difficoltà a proseguire nelle loro attività.
Sino ad oggi la composta attesa di molte categorie e il loro dispendioso adeguamento ai protocolli, infatti, non ha garantito giusti sussidi e adeguati interventi normativi, non permettendo perciò di far fronte alle spese che continuano ad essere costanti a fronte di guadagni esigui, e a volte nulli.
Per questo, come ribadito anche da Matteo Salvini nel corso dell’incontro con il presidente Draghi, è un dovere riaprire dove i numeri del contagio lo consentono. Si guardi, ad esempio,ai casi attualmente attivi nella provincia di Reggio, non tali da prevedere le chiusure totali.
Un’analisi in tal senso, e su questo si sta ragionando anche con il presidente Spirlì che si è recato appositamente a Roma,va assolutamente compiuta. La zona rossa perenne e per tutti non è più percorribile: ci si prodighi seriamente al completamento della campagna vaccinale, unico strumento per superare questa impasse e non assistere più a scene drammatiche come quelle registrate in questi ultimi giorni in tutta Italia.
La situazione è disperata e, nel Meridione soprattutto, si rischia seriamente di consegnare queste imprese, danneggiate dalla pandemia e senza liquidità disponibile, alla criminalità organizzata, che, come è noto, è solita operare nelle criticità sociali. E ci troveremo ad un punto di non ritorno.
Non si può più chiedere alle comunità di scegliere tra salute e lavoro. Su questo concentreremo tutte le nostre energie e il nostro impegno.
Tilde Minasi
Consigliere regionale Lega Calabria