SIDERNO – In attesa della prima convocazione del nuovo comitato esecutivo presieduto dal sindaco di Sant’Agata del Bianco Giuseppe Strangio, che potrebbe riunirsi già martedì prossimo, AssoComuni locridea si concentra, per bocca del presidente dell’assemblea Giorgio Imperitura, sull’annosa questione dei tagli ai fondi che lo Stato eroga agli enti locali. La disamina di Imperitura prende le mosse da questa linea di tendenza ormai consolidata per lanciare un appello agli altri enti pubblici intermedi affinché si garantiscano ai Comuni le risorse necessarie ad assicurare l’erogazione dei servizi essenziali ai cittadini. «Da oltre un biennio si assiste ad una costante azione di tagli orizzontali ai trasferimenti statali verso i Comuni – esordisce Imperitura -. Anziché valorizzare le forme di autogoverno, si mira così a scaricare sugli enti locali i costi della crisi economica, minando l’erogazione di servizi essenziali e universali e annullando anni di riforme che avevano portato al progressivo decentramento delle funzioni statali e all’avvicinamento della pubblica amministrazione ai cittadini. Purtroppo, constatiamo che i provvedimenti annunciati dal governo rischiano di rendere irreversibile la crisi economica e sociale dell’intera zona ionica reggina, tanto da determinare lo scoramento e l’impotenza degli Enti Locali nel gestire le risorse di bilancio fino a provocarne le dimissioni degli amministratori che sono impotenti davanti a tali situazioni». «La paralisi determinata dal salasso delle risorse rischia, insomma, di trasformare gli enti locali stessi in moltiplicatori di crisi con grave danno per i distretti produttivi dei singoli territori e la perdita di ulteriori possibilità di sviluppo – aggiunge ancora il presidente -. L’Associazione dei comuni locridei rammenta inoltre che, nel corso degli ultimi anni, sono stati proprio i comuni l’unica parte della pubblica amministrazione che ha contribuito a ridurre il debito pubblico e che se lo Stato avesse fatto altrettanto, non si sarebbe raggiunta questa fase di grossa criticità; da decenni, inoltre, i piccoli comuni sono protagonisti della valorizzazione delle risorse locali, naturalistiche, culturali, enogastronomiche; della sopravvivenza e del rilancio di tante comunità di aree montane e disagiate; di un’azione costante e quotidiana, condotta assieme ai loro cittadini, tesa a garantire coesione sociale; e sono stati protagonisti della promozione e valorizzazione del grande patrimonio diffuso in ogni angolo del nostro territorio, in assenza di politiche nazionali». «Certo – afferma ancora il presidente Imperitura riguardo all’imposizione legislativa di associare i servizi e le funzioni degli enti locali – siamo oltremodo convinti che una situazione economica quale quella attuale non si recupera solo con i tagli, ma occorre investire sulla crescita. Chiediamo, infatti, di allentare la morsa del patto di stabilità, per dare ai Comuni virtuosi la possibilità di investire in opere pubbliche utilizzando i fondi giacenti nelle casse comunali e, quindi, di dare ossigeno alle imprese e al lavoro. Inoltre, pensiamo che si debba destinare parte delle risorse recuperate dai tagli alla spesa locale ad incentivare le forme di aggregazione sovracomunale, con interventi a favore delle autonomie locali tra cui quelle che fanno della tipicità il principale fattore di crescita economica; ad esempio, ideando un fondo per finanziare progetti di promozione delle produzioni tipiche e di qualità». «Per il prossimo futuro, studiare forme di unione di comuni non deve essere visto come un tabù, purché siano i territori a decidere, senza dannose imposizioni. Vanno, infatti, ricercate tutte quelle forme di aggregazione dei servizi che possono facilitare risparmi, ma questo ormai lo si sta già facendo da anni. Va favorita la spinta verso Unioni dei Comuni forti, incentivate, dotate di risorse e poteri reali, capaci di fare programmazione, a cui affidare funzioni fondamentali, sottraendo al rischio di asfissia e di insostenibilità i servizi, ma mantenendo nelle singole realtà la funzione del “municipio”, come presidio territoriale capillare, garanzia di vicinanza ai problemi delle comunità e terminale della democrazia sul territorio; politiche in grado di produrre risparmi anche considerevoli attraverso consorzi di servizi, dallo smaltimento dei rifiuti al trasporto scolastico, dalle mense alla polizia municipale, e altro ancora». «L’Associazione – conclude Imperitura – sta avanzando anche proposte per non disperdere, a causa delle minori risorse finanziarie, quanto di buono fatto dalle amministrazioni locali in fatto di promozione del territorio. Noi proponiamo di rilanciare, soprattutto per il territorio locrideo, una concreta valorizzazione delle risorse del FSE e del FESR, tenendo conto delle difficoltà che incontreranno le autonomie locali a causa delle nuove manovre governative, sia nel garantire i servizi primari ai cittadini sia a promuovere il patrimonio culturale ed ambientale locale. Proponiamo che una parte delle risorse dei fondi europei siano destinate a progetti di sviluppo locale realizzati dai comuni e/o dalle associazioni comunali, anche per lo sviluppo, in termini di filiere, di trasformazione e di promozione, del patrimonio naturale, agricolo, enogastronomico, ma anche, ripeto, a garanzia degli enormi sforzi che gli enti locali, quotidianamente, effettuano per garantire una buona qualità dei servizi alla cittadinanza». Un appello viene rivolto, quindi, anche alla Regione Calabria, detentrice dei finanziamenti europei, che deve sostenere energicamente l’azione degli enti locali che rappresentano la base fondamentale del nostro sistema democratico.
GIANLUCA ALBANESE