di Gianluca Albanese
MARINA DI GIOIOSA IONICA – C’era parecchia gente stasera al centro sociale “Egidio Gennaro” per prendere parte all’incontro organizzato dall’amministrazione comunale al fine di fornire tutte le delucidazioni riguardanti la Tares, il nuovo tributo comunale che, fresco di introduzione, porta tutto un carico di dubbi e perplessità da parte dei cittadini che gli amministratori, fedeli al loro credo fatto di ascolto e compartecipazione, hanno cercato di fugare, sottoponendosi a tutta una serie di domande – per lo più di natura tecnica – che hanno riguardato, appunto, l’applicazione del nuovo tributo.
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Nella sua lunga introduzione, il sindaco Domenico Vestito ha spiegato che «Con la Tares bisogna coprire la totalità del servizio, a differenza della Tarsu. Si possono usare altre poste di bilancio solo per coprire detrazioni, sempre però relative a questo tributo. La commissione straordinaria ha approvato nei termini di legge sia il regolamento che istituisce e disciplina il servizio, sia il piano finanziario che è l’elemento dal quale trarre i dati per applicare a ciascun utente la tariffa».
Passando ai criteri di applicazione della tariffa, il primo cittadino ha chiarito che «L’unica cosa che i Comuni possono fare è l’applicazione dei coefficienti fissati a livello ministeriale. Ma anche su quelli i Comuni sono legati ad un minimo ed un massimo stabiliti nel Dpr 258/09. La commissione straordinaria che ha amministrato fino a novembre – ha proseguito Vestito – ha applicato i coefficienti al minimo. In più il regolamento stabilisce che le componenti del tributo sono due, cioè la componente “rifiuti”, destinata a finanziare i costi del servizio di gestione dei rifiuti urbani e avviati allo smaltimento, e la componente “servizi” destinata a finanziare i costi indivisibili dell’ente. Nel piano finanziario occorre poi fare riferimento a due parti: una quota fissa e una variabile. La quota variabile non significa che varia, che è nella disponibilità dell’ente modificarla in qualsiasi momento, significa che è rapportata alla quantità di rifiuti conferiti, al servizio fornito e all’entità dei costi di gestioni, mentre la quota fissa riguarda le componenti essenziali del servizio e di gestione dei rifiuti».
A questo punto, il sindaco ha spiegato che «Il nostro piano ha previsto un costo totale del servizio del servizio di raccolta, trattamento e smaltimento pari a 860mila e più euro. Le componenti della quota fissa sono i costi di lavaggio e spazzamento, molto bassi perché non c’è un servizio di spazzamento (5300 euro), altri costi riferiti a quelle aree in cui viene praticato la raccolta differenziata porta a porta (30mila e più euro), costi amministrativi /17mila), costi generale del personale (42mila), 5mila di costi diversi, ammortamenti 14mila e il fattore in aumento per gli investimenti 4mila. La parte variabile riguarda raccolta e trasporto, circa 380mila, i costi di smaltimento e trattamento da pagare alla Regione, 360mila. Di questi costi l’83,7% riguarda le utenze domestiche, il 16,40% sulle utenze non domestiche. Segue poi sul piano tariffario la suddivisione per categorie con l’applicazione dei relativi coefficienti. Ci sono delle categorie che subiscono in maniera considerevole l’aumento dovuto alla nuova tariffa. Per quanto riguarda le utenze domestiche con quattro componenti vi è un aumento dell’84%; anche sul calcolo della superficie rispetto alla quale applicare il tributo anche lì il comune ha le mani abbastanza legate, perché il calcolo tiene conto dell’80% della superficie catastale e dei componenti del nucleo familiare. Il nostro regolamento ha alcune debolezze, perché a differenza di altri regolamenti analoghi adottati su Comuni diversi dal nostro non prevede quasi nessun tipo di detrazione».
Già, le detrazioni. Il sindaco ha spiegato che «Viene applicata in maniera abbastanza formale quella che è la tariffa prevista dalla legge e nulla si dice in ordine alle detrazioni, che non sono previste. Su questo tema, per il futuro, come amministrazione abbiamo intenzione di intervenire non appena sarà chiaro su che cosa dobbiamo intervenire, perché la Tares, da quest’anno, non esiste più, perché sostituita dalla Tari, che insieme alla Tasi e all’Imu formano un unico tributo che i chiama Iuc (Imposta unica comunale). Nei prossimi Consigli, non solo la giunta ma l’intero civico consesso sarà chiamato a predisporre un regolamento che disciplini tutti questi tributi. La commissione a suo tempo affidò alla Soget, società esterna, la riscossione di tutte le entrate comunali all’infuori dell’Imu per tre anni. La società, però, è stata inadempiente, tant’è che io come sindaco insieme alla responsabile del settore economico abbiamo scritto una lettera di richiamo. Detto questo, un altro elemento ci chiede di abbassare le aliquote e i coefficienti. Non possiamo farlo, perché l’articolo 193 del Tuel prevede che gli interventi sulle tariffe avvengano entro il 30 settembre di ciascun anno, termine ultime per il riequilibrio del bilancio. Quello che possiamo fare, come deliberato in Giunta e presto porteremo in Consiglio, abbiamo proposto una rateizzazione per le bollette in saldo, cioè quelle che state ricevendo, pari o superiori a 300 euro, in tre rate di uguale importo senza interesse da pagare entro il 15 marzo, 15 aprile e 15 maggio. Questo è un primo intervento che abbiamo potuto fare per dare respiro, perché abbiamo compreso che c’è una difficoltà».
Quindi, la proposta forte del primo cittadino: Un altro intervento che faremo per non fare aumentare le bollette – ha detto Vestito – è chiedere al Consiglio la revoca del bando predisposto dalla commissione per l’affidamento del servizio di raccolta rifiuti, un bando onerosissimo che se messo a regime porterebbe quella cifra sulla quale poi si calcolano i tributi da 860mila a oltre un milione di euro. Diventerebbe insostenibile per l’ente ma anche per i cittadini, perché le tariffe schizzerebbero a livelli altissimi. Questa è un’altra proposta che ho fatto e che presenteremo alla giunta».
E poi: «Propongo una spinta sulla raccolta differenziata: già ci siamo attivati con Locride Ambiente. Chi si dota di una compostiera non conferisce nel cassonetto l’umido ma lo inserisce nella compostiera ha già diritto ad una detrazione e quello lo si può pesare e basta un’autocertificazione. L’auspicio è di mettere a disposizione un certo numero di compostiere, in modo che nelle famiglie si possano utilizzare questi strumenti, che aiutano ad abbassare la tariffa. Se aumenteremo la differenziata stradale, perché il “porta a porta” richiede un lavoro lungo di sensibilizzazione, possiamo ottenere buoni risultati. È stato presentato un progetto al Ministero dell’Ambiente di 800mila euro per la realizzazione di un’isola ecologica dove poter conferire in maniera differenziata una serie di rifiuti e anche questo consentirà di abbassare le tariffe. Ma sono tutte – ha concluso – questioni riferite al futuro».