MILANO – Domani come ogni anno, la “Prima” al Teatro alla Scala di Milano, tempio di alta cultura ma anche sede dell’aristocrazia milanese, italiana ed internazionale. Come si ricorderà nel 1859 proprio a Milano apparve la famosa espressione “Viva V.E.R.D.I.” il cui acronimo intendeva affermare “Viva Vittorio Emanuele Re D’Italia” oltre che una sperticata lode al celebre compositore. E per il Risorgimento e l’Unità nazionale tale teatro ha significato davvero tanto.
Caratteristica della “Prima” alla Scala è la rassegna dei vip che esibiscono gli abiti, le acconciature e i gioielli più belli, preziosi ed eleganti. Ogni anno sembra una gara a chi può apparire di più. Così, l’Università delle Generazioni avanza una proposta “democratica”. Visto e considerato che il Teatro alla Scala è uno dei simboli dell’Unità d’Italia e che, tra l’altro, riceve consistenti contributi pubblici pagati dai cittadini di tutte le regioni italiane, perché non si riservano (sia alla “prima” che durante la stagione teatrale) alcuni loggioni ad un tot numero di giovani ben selezionati per meriti musicali, scolastici, universitari e socio- culturali provenienti da tutte le Regioni e dalle Province autonome?
Tra tanto alto, ciò significherebbe un ulteriore valore di “unità nazionale”, ma anche un simbolo di giustizia e di equità culturale nonché incoraggiamento alle nuove e future generazioni delle periferie nella effettiva possibilità di partecipazione alla vita sociale e alle opportunità nell’Italia del 21° secolo, altrimenti riservate quasi sempre ed esclusivamente alle élites e alle aristocrazie più influenti e danarose.
Stesso discorso e paradigma possono essere validi per altri teatri di valenza nazionale (come il San Carlo di Napoli, l’Opera di Roma, la Fenice di Venezia, ecc.) ma anche gli stadi delle grandi squadre di calcio.
Infatti i giovani delle periferie delle città, della dorsale appenninica o prealpina, delle isole, senza tale accortezza, non avranno mai la possibilità di assistere ad eventi teatrali o calcistici di rilevanza nazionale. Il Mistero della Cultura ha un ruolo strategico da protagonista nell’ampliare la partecipazione, così quello dell’Istruzione ed anche quello della Università e Ricerca e altresì quello dello Sport. Si badi bene, i giovani selezionati di ogni regione italiana dovrebbero partecipare agli eventi speciali ma anche normali destinati a tutti e non solo a rappresentazioni per scolaresche che sono altra cosa rispetto allo spirito della presente proposta.