di Gianluca Albanese
ANTONIMINA – Dopo la conclusione della sessione autunnale di apertura dello stabilimento termale di Antonimina-Locri, il CdA presieduto da Francesco Macrì è già al lavoro per poter riprendere, nel più breve tempo possibile, l’attività dello stabilimento con la contestuale apertura di nuovi servizi, con particolare attenzione a quelli correlati all’estetica, e al reperimento di risorse necessarie a riscaldare parte dello stabile.
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Ne sapremo di più tra qualche giorno. Intanto, in attesa di conoscere i numeri di questi primi mesi di lavoro del nuovo consiglio di amministrazione, insediatosi di recente, non possiamo non evidenziare l’ottimo lavoro d’immagine e apertura (specie in senso lato) dello stabilimento, realizzato dal nuovo CdA, che ha prima di tutto avviato una proficua interlocuzione con gli organi d’informazione e poi ha sensibilizzato i sindaci degli altri comuni locridei.
«La natura ci mette l’acqua; noi ci mettiamo il cuore», si chiude con questo motto la brochure informativa realizzata in occasione dell’incontro coi giornalisti dello scorso 7 novembre, e se l’uso terapeutico in Ginecologia è noto da secoli, molto “gettonate” sono state le tradizionali attività dello stabilimento, che prevedono l’utilizzo delle Acque Sante Locresi in Reumatologia, Ortopedia, Broncopneumatologia, Otorinolaringoiatria, Dermatologia, ma anche Fisiatria.
Certo, l’aerosolterapia è sempre il reparto più affollato, ma è il caso di citare anche l’ottimo lavoro svolto nella Fangoterapia, utile anche a stimolare le difese immunitarie, intervenendo sia sul sistema immunologico che regolando la risposta allo stress.
Rimangono i grandi obiettivi da realizzare: la creazione di una vera e propria “Spa” da intitolare a Soraya, la principessa di Persia che avrebbe voluto curarsi qui per trovare un rimedio alla sua sofferta sterilità, e nella quale si ricerca il benessere psicofisico dell’universo femminile; il reparto di Fisioterapia e Riabilitazione con cure riservate soprattutto ai soggetti portatori di handicap; e, ultimo ma non in ordine d’importanza, il completamento della riorganizzazione degli spazi e dei servizi.
Obiettivi ambiziosi, certo, ma la cui realizzazione appare indispensabile per un definitivo rilancio delle Acque Sante Locresi.