R. & P.
Un silenzio assordante quello che stanno vivendo i tirocinanti calabresi che quotidianamente prestano servizio negli uffici giudiziari, nelle strutture del Mibact e del Miur, negli enti pubblici e privati. Oltre 7000 tra uomini e donne, madri e padri di famiglia, lavoratori ex mobilità in deroga che da anni vivono in un limbo e senza nessuna certezza, reclamano il diritto al lavoro, il diritto contributivo e previdenziale. Reclamano dignità.
“Il dramma del precariato, cronico in Calabria, deve essere affrontato con la massima urgenza” dichiara il Consigliere regionale dei Democratici Progressisti Calabria, Antonio Billari, ricordando l’annosa vicenda.
Urgenza che si unisce alla grave crisi che deriva dalla pandemia in atto. La Calabria non può permettersi di aumentare un bacino, quello del precariato, che ormai è una polveriera. Il Covid ha messo a nudo tutti i limiti della Calabria, che adesso non può fare a meno di questi lavoratori, sicuramente qualificati.
“Si tratta di una forza lavoro a basso costo che molto spesso – continua Billari – copre vuoti dovuti all’assenza di concorsi in diversi settori, tra cui quello della giustizia che risente fortemente di carenza di personale”.
Il Consigliere Billari, preoccupato dall’attuale stallo del Consiglio regionale, invita l’Ente a non dimenticarsi della disperazione dei tirocinanti e a farsi portavoce del loro disagio nelle sedi opportune tentando ogni via percorribile per la soluzione definitiva della vicenda.
“Purtroppo, sono anni che sentiamo parlare di questi lavoratori, molti con famiglie monoreddito, a cui si continua a negare ogni prospettiva di stabilizzazione. E’ un problema che viene da lontano e a cui – conclude Antonio Billari – non si continua a dare risposte concrete”.