di Gianluca Albanese
SIDERNO – Tutto da rifare. Il Tar Calabria, sezione I^ di Catanzaro ha dichiarato la propria incompetenza territoriale a decidere sul ricorso presentato lo scorso anno da una famiglia residente in contrada San Leo, del Comune di Siderno (e dell’atto ad adiuvandum promosso dal comitato civico “Siderno ha già dato”) finalizzato all’annullamento del decreto dirigenziale n. 8449 del 12/08/2021 col quale la Regione Calabria dava il via al sostanziale ampliamento dell’impianto di Trattamento Meccanico Biologico dei rifiuti.
L’ordinanza è stata emessa al termine della camera di consiglio dello scorso 16 marzo (Presidente Giancarlo Pennetti, referendario estensore Francesca Goggiamani e referendario Domenico Gaglioti) dopo che l’avvocatura dello Stato aveva presentato l’eccezione di violazione della ripartizione delle controversie tra l’adita sezione centrale del Tar e la sua sezione distaccata, spiegata tempestivamente in memoria e ribadita in udienza.
Dunque, deciderà la sezione Staccata di Reggio Calabria.
Si trattava, come è noto, di una delle eventualità messe in preventivo dal folto collegio di avvocati del comitato “Siderno ha già dato”, la cui presidente Anna Romeo non nasconde un pizzico di delusione per “l’ulteriore ritardo – ha scritto in una nota – nella decisione di una questione vitale non soltanto per la città di Siderno, ma per tutto il comprensorio”, visto che “l’opera andrebbe realizzata sul fiume Novito, ossia in una zona che è sottoposta a vincolo per rischio idraulico e inondazione” oltre che “a vincolo per colture di pregio, produzioni agricole e forestali tipiche”.
Nel frattempo Anna Romeo intende coinvolgere nella battaglia l’amministrazione comunale di Siderno e l’Associazione dei Comuni della Locride affinché possano richiedere “un incontro al Presidente della Regione Calabria per ragionare a tutto tondo sulla gestione dei rifiuti nella nostra regione e per chiedere di non procedere con l’esecuzione dell’opera, prima della decisione giudiziale” anche alla luce dei recenti orientamenti europei che “considerano gli impianti Tmb antiquati e non rispondenti alle esigenze e necessità di raggiungimento degli obiettivi in materia ambientale prefissati dall’Europa entro il 2050”.
L’ex assessora all’Ambiente del Comune di Siderno si chiede pure “perché spendere 42 milioni di euro pubblici in un’opera che inquina e a breve sarà considerata vetusta?” e rinnova l’appello alla Regione a predisporsi all’ascolto e a non iniziare i lavori prima della decisione del Tar di Reggio Calabria.