Il fronte sindacale italiano non è più unito come fino ad un anno-un anno e mezzo fa, qualcosa si è rotto e la luna di miele è finita non conoscendo il motivo di fondo, o i motivi che hanno portato a questo, sta di fatto che i lavoratori italiani non possono più contare su un fronte comune da opporre al governo, con la Cgil e la Uil che partono lancia in resta ogni qualvolta c’è da affrontare una problematica legata all’occupazione, mentre la Cisl è sempre ancorata ad un approccio oltremodo prudente, comunque distante dagli ex “compagni di viaggio”, addirittura arrivando a parlare di “egemonia” a cui dire e dare un secco “no”.
di Antonio Baldari
Ormai è chiaro che più chiaro non si può: tra Cgil e Uil da un lato e la Cisl dall’altro è gelo evidente, oseremmo dire “lapalissiano” dal celeberrimo Jacques de Chabannes, signore di Lapalisse, per una verità che è per l’appunto quasi inutile enunciare; se non fosse bastato quanto accaduto sino ad oggi, beh, con le rispettive prese di posizioni assunte nei giorni scorsi, rispetto al conclamato sciopero di domani, venerdì 17 novembre, ora è tutto più nitido, lampante, netto.
Ed incomprensibile, posto che da una parte c’è stato il governo con il ministro Salvini che si è duramente scontrato con il segretario cigiellino Landini, non mandandosele a dire l’uno all’altro in una singolar tenzone che ha rispolverato gli anni bui della Prima Repubblica, benché in quel caso c’era la voglia di dialogare per portare a casa un risultato utile da rivendicare a favore dei lavoratori, al contrario oggi appare uno stucchevole eloquio per accaparrare più “like” possibili sulle piattaforme social, o giù di lì, che non la vera ed autentica volontà di risolvere i problemi a favore degli stessi.
Che non ci capiscono il resto di nulla se si allarga il raggio di azione alla triplice sindacale con Luigi Sbarra che, in tutto questo, mantiene una linea abbastanza chiara sul fronte che sembrerebbe di “sostegno” al governo centrale romano, o quantomeno con la ferma volontà di non andare allo scontro con l’esecutivo Meloni mantenendo una posizione piuttosto morbida, verrebbe da dire “democristiana”. Ma tant’è!
Ciò che conta è che il sindacato italiano non è più unito come fino ad un anno-un anno e mezzo fa, qualcosa si è rotto e la luna di miele è finita non conoscendo il motivo di fondo, o i motivi che hanno portato a questo, sta di fatto che i lavoratori italiani non possono più contare su un fronte comune da opporre al governo, con la Cgil e la Uil che partono lancia in resta ogni qualvolta c’è da affrontare una problematica legata all’occupazione, mentre la Cisl è sempre ancorata ad un approccio oltremodo prudente, comunque distante dagli ex “compagni di viaggio”, addirittura arrivando a parlare di “egemonia” a cui dire e dare un secco “no”.
Anzi, aggiungendo che “La nostra proposta di legge è relativa alla partecipazione dei lavoratori alla governance delle imprese: è questa la vera sfida, non quella di Landini!” – dice il leader cislino ad ulteriore sottolineatura della distanza siderale tra i massimi rappresentanti dei lavoratori in Italia. Che non giova affatto a nessuno.