BENESTARE – Ricordare lo sterminio di un popolo giudicato dai cultori della razza inferiore per stirpe esterminabile per fede, è questo il significato che assume il giorno della memoria, ventiquattrore per meditare affinchè non vengano più ripetuti gli orrori del passato. Benestare unisce in questo giorno altri due momenti significativi per la comunità, il ricordo delle vittime di mafia e la memoria per un grande santo.
Tragedia e fede, disperazione e speranza, amore e abbandono. Al ricordo delle vittime della shoah, si unisce, dunque, la commemorazione delle nostre vittime uccise non per razza non per fede, ma per potere, per “onore”. Un giorno di memoria cupa che si allieta celebrando il ricordo e la fede ardente verso Don Bosco il santo dei giovani, il prete di strada che amava la vita, che amava l’uomo. Due giornate dedicate dalla comunità alla comunità stessa, a un paese che se da un lato custodisce tristemente il ricordo dell’imprenditore Antonio Musolino ucciso con cinque colpi di “lupara” il 31 ottobre del 1999, (i suoi carnefici non furono mai trovati, e il caso fu archiviato nel giugno del 2010) dall’altro riscopre la gioia e l’importanza di essere, di ritornare ad essere, comunità viva. ‹‹Sono felice – ha dichiarato il sindaco Rosario Rocca nel discorso pronunciato in apertura della fiaccolata della memoria – che a Benestare ci sia un parroco esempio di servizio pastorale e sociale, sono certo che da un impegno sinergico per i giovani e per il sociale non potrà che scaturire una comunità rinnovata nel segno dell’impegno civile, un pezzo di Locride diversa e migliore››. Parole di speranza e di fiducia che inneggiano al diritto di un futuro migliore, a ‹‹un domani che è già oggi e che dobbiamo costruire insieme riflettendo sugli errori del passato e combattendo con verità e carità ogni forma di sopruso – ha concluso poi il parroco Elengui Rigobert, per tutti Don Rigo – riusciremo anche solo con un piccolo passo per volta e ognuno con il proprio compito a essere veramente comunità, quella comunità che ci fa uomini e che ci porta a intraprendere la strada dell’amicizia con Gesù Cristo››. Speranza, amore e dolore, ma soprattutto passione con questi sentimenti che incarnano le tre memorie celebrate e onorate da Benestare, le fiaccole accese hanno ripreso la marcia. Una sosta davanti al luogo dove fu ucciso Totò Musolino, un minuto di silenzio per poi ripartire e concludere le celebrazioni in Chiesa, di fronte a un Dio sentito a volte troppo lontano, ma mai come in questi momenti vicino, almeno per chi, in un secondo tempo migliore, per riprendere le parole di chi ha fatto della musica la sua vita, Lucio Dalla, ancora ci crede.
ADELINA. B. SCORDA