di Redazione
Devono rispondere di traffico di rifiuti e riciclaggio le 13 persone arrestate oggi in una operazione dei carabinieri Noe di Lecce e della Guardia di Finanza di Taranto, nata da un sequestro nel Torinese. L’organizzazione fra novembre 2018 e novembre 2019 ha messo in piedi un sistema di smaltimento di rifiuti anche pericolosi prodotti nel Centro Italia e, per un blocco dell’import-export verso la Cina, dirottatati verso il Mezzogiorno in modo che l’immondizia perché venisse bruciata o tombata nelle campagne.
La scelta del Sud Italia, secondo gli inquirenti, è stata dettata sia dai legami che i capi di questa associazione per delinquere avrebbero avuto con camorra e ‘ndrangheta, sia da una logistica favorevole, cioè la non eccessiva distanza da percorrere con i tir per smaltire il carico, che garantiva minori probabilità di controlli su strada.
Sotto la lente, anche le cave di Surbo, nel Salento, di Crispiano e San Giorgio, nel Tarantino. Finanza e carabinieri hanno eseguito sequestri per diverse centinaia di migliaia di euro. La misura cautelare in carcere è stata applicata a Roberto Scarcia, 66 anni, di Taranto; Luca Dicorrado, 32 anni, di Taranto; Davide D’Andria, 40 anni, di Taranto; Francesco Sperti, 56 anni di Manduria; Claudio Lodeserto, 65 anni di Lecce; Oronzo Marseglia, di 57 anni anni di San Vito dei Normanni, in provincia di Brindisi; Palmiro Mazzotta, 74 anni di Surbo, originario di Carmiano; Luca Grassi, 48 anni di Lecce; Salvatore Coscarella, 76 anni di Cosenza; Nestore Coseglia, 55 anni di Marano di Napoli. Arresti domiciliari, invece, per Franco Giovinazzo, 31 anni di Siderno, in provincia di Reggio Calabria; Antonio Limuli 51 anni di Palermo e Biagio Campiglia, 42 anni di San Pietro al Tanagro, provincia di Salerno. L’operazione ha riguardato le province di Lecce, Taranto, Brindisi, Palermo, Cosenza, Reggio Calabria, Salerno, Napoli e Caserta.