RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO:
Il sentiero si snoda lungo i piani della terra della patata aspromontana che di recente è stata fregiata del marchio De.c.o (denominazione comunale di origine), dove si gode di un indimenticabile panorama che nelle giornate limpide conduce lo sguardo fin’oltre i profili delle Eolie e dell’Etna e dove gli elementi terra e aria si uniscono. La natura dei paesaggi e degli scenari mutano di continuo, si modificano e si alternano, quasi a dare un piacere unico, estremamente intenso e continuamente mutevole del percorso che si sviluppa in un saliscendi punteggiato di felci e, a secondo della stagione, da vegetazione seccata dal sole, attraversa radure circondate da precipizi e sormontate da felceti scoscesi fino ad inerpicarsi sotto i pini con continui cambiamenti di direzione.
Questa escursione non presenta punti pericolosi e lungo la strada è possibile godere di scorci panoramici di intensa bellezza;un anello adatto anche a principianti, il sentiero è sempre ben visibile ed i panorami regalano scorci spettacolari sul massiccio Aspromontano e sul Mare Tirrenico, tempo permettendo si possono vedere le Isole Eolie, davvero molto belle. Lungo il percorso si nascondano tesori della natura e contrade morte, dove la struggente tristezza e la nostalgia del tempo e del mondo perduto trafiggono il cuore. Un gruppo di case abbandonate da decenni, la vegetazione che cerca di riappropriarsi di quei poveri spazi, dove ancora resistono tratti di vecchie mulattiere e antiche abitazioni dai tetti in lamiera.
All’altezza del grandepiazzale del tiro a piattello, imbocchiamo la stradina che si stacca a sinistra, da qui un facile sentiero ci porta velocemente verso uno dei tanti punti panoramici, si prosegue in leggera discesa attraverso il bosco di leccio, dopo pochi minuti si arriva al taglio del Serro du Lidiciuso.
Dopo pochi minuti si lascia la sterrata che scende verso Sant’Eufemia e ci si immette in un viottolo che costeggia la montagna. Questo tratto di sentiero è abbastanza imboscato e bisogna fare molto attenzione; dopo 10 minuti proseguendo in un tratto pianeggiante, si arriva oltre il margine superiore del bosco e si continua attraversando i prati dove è facile incontrare pecore e mucche al pascolo.
Da qui scendiamo brevemente fino a raggiungere una bella macchia di piante di ulivo nocellare e continuando a seguire il sentiero che prosegue sulla destra in breve ci ritroviamo sul serro di Cilia,che si presenta come una grande balconata e ci regala un’ampia visuale sulle grande catena aspromontana e la pianura aspromontana.
La bellezza dei luoghi ci offre l’occasione per scattare qualche foto al paesaggio e, perché no, anche una bella foto di gruppo.
Ancora qualche minuto e siamo sulla strada asfaltata che sale da Sinopoli ai Piani D’Aspromonte, si prosegue per un centinaio di metri, si supera il ponte Iacono e si imbocca la strada a sinistra, si scende lievemente e tra bellissimi scorci panoramici dopo pochi minuti si arriva alla riserva di caccia; qualche tornante e siamo alla casetta del Cinghiale.
Proprio di fronte alla casetta ci immettiamo sulla pista che sale tra pini e in pochi minuti raggiungiamo il punto che rappresenta la massima quota del percorso, volgiamo a destra e percorrendo una larga pista forestale, raggiungiamo la vecchia masseria di contrada Vinciguerra (sosta pranzo e rifornimento d’acqua). Nella zona si possono ammirare piante secolari di ciliegio, pero, noce e castagno.
Da quì proseguendo sulla sterrata che costeggia diverse masserie della contrada Cersarella dopo 15 minuti siamo sulla strada asfaltata, si prosegue per circa 1 km e siamo in contrada Pozzo, dove si vedono i ruderi della vecchia scuola, si prosegue sulla pista a destra immersi in una fitta pineta e in pochi minuti raggiungiamo i piani Frondo; si continua costeggiando il torrente Jaconi, dopo qualche centinaio di metri lo si attraversa e seguendo la pista forestale si arriva o Laccu di Roccili ; si scende e in breve tempo siamo sulla pista che abbiamo percorso la mattina, ancora qualche minuto e siamo al punto di partenza.