di Gianluca Albanese
LOCRI – Mai come quest’anno le promesse per l’edizione successiva sono state così nette e tempestive. Già, perchè durante la cerimonia di premiazione della finale del 4° trofeo internazionale di tennis femminile “Città di Locri”, presentata dal dirigente del circolo Vincenzo Gioffrè, il sindaco Calabrese si è sbilanciato, promettendo che da oggi avrebbe cominciato a lavorare per l’edizione 2014.
E in effetti, tra lodi alla scuola tennis, plauso a tutti quelli che hanno lavorato durante il torneo e saluti di rito, alla luce di qualche ritardo palesato nella fase organizzativa quest’anno (legato principalmente all’incertezza sulla disponibilità o meno dei fondi necessari) chi il tennis lo vive giornalmente da una vita non raccomanda altro che capacità di programmazione e lungimiranza.
E’ il caso del direttore del torneo Gennaro Sbrescia (nella foto mentre viene premiato dal dirigente della scuola di formazione Fit Mimmo Carnuccio), uno che la manifestazione di Locri la conosce bene, tanto da essere considerato, almeno per una settimana all’anno, locrese d’adozione. Maestro di tennis, ex agonista (qualcuno lo ricorda vincitore di un torneo a Siderno nel 1981) e vicecampione italiano nel doppio (categoria over 55), Sbrescia è una figura fondamentale nel torneo: è l’unico che può comunicare col supevisor Pasquale Pantaleo ed è, in sostanza, un fiduciario che cura la programmazione, l’esecuzione e la gestione delle problematiche tecniche e organizzative.
Lo abbiamo avvicinato per chiacchierare del torneo e del tennis in generale. Senza peli sulla lingua, Sbrescia esordisce dicendo che «Il bilancio della quarta edizione è, tutto sommato, positivo, ma è mancato qualcosa soprattutto in termini di esperienza e di comunicazione. Siamo partiti tardi e da oggi bisogna programmare la prossima edizione, non aspettare tre-quattro mesi prima». Parole, queste, pronunciate il giorno prima della solenne promessa di Calabrese. E, sempre in tema di difettucci riscontrati, Sbrescia rileva che «La partecipazione non è stata quella attesa, tanto che si sono registrati ben 13 “bye”, segno che, evidentemente, la crisi si è fatta sentire anche qui». Ma non ci sono solo le note di doglianza nel suo quaderno. Già, perchè Gennaro Sbrescia ammette subito dopo che «Se c’è una cosa bella di questo circolo è proprio la passione dei soci e del direttivo, che compensa anche la mancanza di quel pizzico di esperienza in più che serve. Quando sono arrivato – prosegue – non c’era nulla e dopo pochi minuti sono arrivati in 15 ad aiutarmi, segno che tutti ci tengono in maniera particolare. Questo è il torneo che sento di più tra quelli che gestisco e lo dimostra il fatto che ogni anno vengo apposta qui e con gli amici di Locri ho allacciato anche dei bei rapporti sul piano umano e quando me ne vado non vedo l’ora di rivederli». Non manca un ringraziamento sentito «Agli amici del tennis club di Siderno che ci hanno fornito un prezioso aiuto mettendoci a disposizione il loro campo nei primissimi giorni». Dalla valutazione sul tasso tecnico del torneo, che Sbrescia definisce «Non male, ma non di primissimo livello», alla valutazione globale sull’universo della racchetta il passo è breve. Lui che, ha gestito 13 Davis men, tra cui Sanguinetti e Starace, non esita a dire che «Il movimento tennistico femminile è quello che preferisco, perchè è quello che sta dando maggiori soddisfazioni, sulla scia dei successi delle varie Vinci, Errani, ecc.».
Fin qui Sbrescia. Ma per sapere i più sugli aspetti squisitamente economici e organizzativi del torneo, abbiamo sentito anche il dirigente Stefano Cataldo (nella foto), che, a grandi linee, ha stilato il budget della manifestazione.
«Per fare un torneo del genere – ha esordito Cataldo – che è l’unico con un montepremi da 10.000 dollari riconosciuto dall’ITF da Napoli a Palermo, servono circa 30.000 euro».
12.000, infatti, vanno al personale a vario titolo impegnato; 10.000 sono del montepremi; il resto tra servizi (trasporto, incordatura, vitto e alloggio atlete, noleggio tribune, promozione e spese varie).
Quest’anno, i soldi sono arrivati grazie a un contributo dell’amministrazione provinciale che ha coperto 1/3 delle spese e da un gruppo di sponsor principali, tra cui tre istituti di credito e una nota marca di calzature e abbigliamento. Insomma, volendo si può davvero programmare, visto che lo stesso budget del torneo non è un mistero.