di Antonio Baldari
Il Consiglio dei ministri scioglie il Consiglio comunale di Tropea “per infiltrazioni mafiose”. Tale provvedimento è stato assunto nella riunione avuta nel pomeriggio di ieri durante il corso di una riunione della compagine di governo, sotto la presidenza del consiglio di Giorgia Meloni e considerando la formulata proposta da parte del ministro dell’interno, Matteo Piantedosi.
Per il Comune tropeano sito in provincia di Vibo Valentia è stato adottato tale atto deliberativo del Governo centrale romano a seguito “degli accertati condizionamenti da parte della criminalità organizzata che compromettono il buon andamento dell’azione amministrativo, ai sensi dell’articolo 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000” – si legge nel testo del soprarichiamato provvedimento.
Che, dunque, dice di questa decisione del Governo Meloni certamente non facile, che vede l’affidamento di Tropea, per i prossimi diciotto mesi, ad una commissione straordinaria; cosa, questa, che avviene cinque anni dopo lo scioglimento degli organi elettuivi comunali di Tropea già nel 2016, e sempre per lo stesso motivo: assegnazione appalti, servizi esternalizzati, incarichi.
Continua, pertanto, il momento decisamente nero, sotto il profilo del rispetto delle leggi e della legalità, per quanto attiene ai Comuni insistenti nell’area provinciale del Vibonese, che ha visto lo scioglimento del Consiglio comunale di Tropea dopo avere precedentemente conosciuto quello dei Comuni di Acquaro, Capistrano e Soriano.