di Gianluca Albanese
LOCRI – «Vaccinarsi è la prima e fondamentale attività di prevenzione dei malanni e delle loro complicazioni, specie per le fasce più deboli della popolazione, come anziani e bambini. Vaccinarsi fa bene ai singoli ma soprattuto alla società intera, perché supera la logica delle cure emergenziali e impedisce di contrarre malattie».
A cent’anni esatti da quella terribile influenza denominata “Spagnola”, che fece più vittime di tutta la I guerra mondiale, il medico di base Nicola Rulli torna a rivolgere un appello alla popolazione comprensoriale per comprendere l’importanza di quella che definisce «Una questione culturale, oltre che sanitaria, perché negli ultimi anni, complice la vulgata cosiddetta “no vax” sembra si stia perdendo di vista l’importanza della prevenzione. Colgo l’occasione – prosegue Rulli – di sfatare alcuni miti, anzi alcune balle colossali che stanno diffondendo i “no vax”, da quella che i vaccini causerebbero l’autismo – gli studi hanno mostrato che la percentuale di soggetti autistici è identica sia nelle popolazioni vaccinate che in quelle non vaccinate – e una generica nocività dei vaccini iniettati. Questo non è vero – ha detto – perché mentre le infezioni selvagge comportano una vera e propria tempesta di antigeni dannosi per la salute, coi vaccini viene iniettato solo un numero limitato di particelle purificate, che serve per stimolare la produzione di anticorpi utili a prevenire l’insorgenza di malattie, anche gravi, in virtù delle quali anche una semplice febbre può causare pericolo di vita. Giova ricordare un’altra realtà scientifica – ha detto ancora il medico locrese – e cioè che i virus possono mutare “abito” e generare pandemie e malattie gravi, e allora bisogna stimolare la cosiddetta memoria “corporea”, quella funzione nobile del nostro organismo che non va lasciata inespressa e che permette al nostro sistema immunitario di difenderci dalle aggressioni esterne».
I vaccini che vengono somministrati quest’anno sono di due tipi: trivalente e tetravalente, a seconda se si riferiscono a tre o a quattro tipi di virus influenzali.
Prima di congedarsi, il dottore Rulli ricorda che «Un esempio lampante del successo e dell’utilità dei vaccini per le donne è quello contro il papilloma virus, che ha permesso di sconfiggere il tumore al collo dell’utero».