R. & P.
Fra le tante battaglie per i diritti umani, quella che più di ogni altra merita di essere ricordata, è la lotta contro la discriminazione di genere che per secoli ha visto le donne private dei diritti civili, economici e politici. Così l’8 Marzo, Giornata Internazionale della Donna, e non festa della donna, è il giorno dedicato al riconoscimento delle lotte portate avanti dalle donne e alle loro conquiste sul piano dei diritti, dell’economia e della politica contro le discriminazioni e le violenze di cui, ancora oggi, sono vittime in molte parti del mondo. Una data, quella dell’8 marzo, non scelta a caso ma divenuta tragicamente emblema della lotta per l’emancipazione femminile, in seguito ad una delle più grandi tragedie sul lavoro annoverate dalla storia.
L’8 Marzo 1911, a New York, dopo anni di protesta portati avanti da varie rappresentanze sindacali americane, che sostennero e coordinarono le manifestazioni delle donne lavoratrici, per il riconoscimento di pari trattamento delle condizioni di lavoro e adeguamento del salario, una fabbrica tessile con 150 donne operaie al suo interno va a fuoco. Il bilancio è tragico, nessuna delle 150 operaie riesce a scampare alle fiamme divampate all’interno dello stabile. Da allora le manifestazioni delle donne operaie si moltiplicarono ovunque e nel 1917, l’8 Marzo venne istituita Giornata Internazionale della Donna.
In Italia, i movimenti per l’emancipazione femminile portarono all’ottenimento del suffragio universale che veniva definitivamente sancito dalla nuova Costituzione del 1945. Ed è cosi che dall’8 marzo 1945 anche in Italia si commemora tale data.
La parità dei diritti delle donne lavoratrici, ottenuta non con poco sacrificio dopo anni di lotte e rivendicazioni, ancora oggi è tema di discussione nei dibattiti politi, sindacali e sociali della nostra nazione. Ancora oggi si parla di quote rosa nelle aziende e in politica, ancora oggi si torna a mettere in discussione i traguardi ottenuti in passato, ancora oggi numerosi sono i casi di violenza di genere, vero bollettino di guerra che continua a riempire le testate giornalistiche di cronaca nera.
L’introduzione delle quote di genere, nei consigli di amministrazione delle imprese ed aziende italiane, entrata in vigore con la legge 12 del 2011, impone a coloro che siedono nei posti di pertinente responsabilità, di iniziare il processo di reclutamento delle donne e, superando il tema del genere, a favore di un’uguaglianza tra i sessi per una società piu giusta ed una distribuzione del potere piu paritaria.
La presidenza del Consiglio dei Ministri ed il Ministero delle Pari Opportunità, unitamente ai dipartimenti ed a centri studio di partiti e delle associazioni, hanno convenuto che occorre eliminare una oligarchia di potere creata impropriamente da taluni organismi a favore di candidati di genere maschile, con grave pregiudizio verso le donne rispetto ad altri paesi europei decisamente più lungimiranti e progrediti.
La componente femminile, deve, con l’evoluzione dei costumi e delle abitudini di vita, configurarsi come il tipico strumento di azioni affermative volte a superare una situazione discriminatoria radicata nelle strutture di potere, sia esso politico, gestionale ed imprenditoriale. Nonostante gli artt. 3 e 51 della nostra Costituzione regolino dette garanzie, risulta a tutt’oggi particolarmente faticoso garantire il giusto equilibrio nelle rappresentanze istituzionali, specialmente in talune Regioni d’Italia, tra le quali occorre annoverare anche la Calabria. La palese disparità di genere, non solo in ambito politico, ma anche sindacale, è evidente soprattutto in Calabria ove ancora oggi le rappresentanze politiche ai vari livelli sono lontanissime da quel 30% che si era auspicato con l’applicazione delle quote imposte dalle nuove leggi elettorali. Basta notare l’irrilevante presenza della componente femminile eletta dal popolo in consiglio regionale. Da un excursus, inerente alla materia, sulle varie proposte di legge, da quella elettorale per gli enti locali a quella più attuale riferita alle città metropolitane, dalla legge elettorale nazionale a quella europea, per prendere coscienza di come l’attuale orientamento della giurisprudenza amministrativa sia improntato al criterio dell’equilibrio tra i diversi sessi. Ma ciò continua ad essere una palese utopia; all’indomani dell’istituzione del Consiglio della Città Metropolitana non si può che constatare l’ennesimo fallimento del tanto decantato equilibrio di genere.
Molti paesi, inclusa l’Italia, al fine di aumentare la percentuale di donne elette hanno introdotto la distribuzione paritaria di genere nelle leggi elettorali. La “rappresentanza di genere”, costituisce la chiave di volta, lo strumento cardine per garantire la parità, sanando gli squilibri discriminanti che ancora esistono nel nostro paese in totale spregio della Costituzione.
Cambiare passo, verso una reale democrazia universale, è la giusta strada per il progresso, e fattore di creazione del benessere sociale.
L’UGL Calabria, in questo giorno di commemorazione, vuole ricordare l’impegno e il sacrificio delle tante donne che ancora oggi, come in passato, rivendicano i loro diritti ad una vita equa e libera da discriminazioni, limitazioni, pregiudizi e violenze.
La campagna di sensibilizzazione contro la violenza di genere, denominata “Mai più sola” e portata in tutte le piazze italiane dall’UGL Nazionale, è una delle tantissime iniziative promosse dalla Federazione per la tutela dei diritti delle donne e soprattutto delle lavoratrici che spesso si vedono negare diritti fondamentali, quali la maternità, per non perdere un’occupazione.
L’istituzione di sportelli anti violenza presso tutte le sedi UGL d’Italia, vogliono essere punti di riferimento creati apposta per le donne alle quali viene offerto ogni genere di supporto, dal fare impresa, all’assistenza previdenziale, alla consulenza giuridica o di supporto psicologico.
Anche UGL Calabria, per conto del segretario regionale Ornella Cuzzupi, porta avanti con forza ormai da più di un anno il progetto di UGL Nazionale, recepito con grande senso di responsabilità morale e civile verso tutte le lavoratrici calabresi e straniere che si trovano ad operare nel territorio regionale, non soltanto attraverso le campagne di sensibilizzazione portate in tutte le piazze calabresi, con l’organizzazione di vari incontri e convegni sul tema femminile e con l’istituzione dello Sportello di Consulenza femminile all’interno della Sede della Segreteria Regionale UGL Calabria, con il proposito di prossima attivazione dello sportello in ogni sede sindacale UGL calabrese.
Non si può essere un paese civile fino a quando le donne avranno bisogno di apposite leggi per vedere tutelati i propri diritti.
AUGURI DONNE!
Il Segretario UGL Calabria
Ornella Cuzzupi