di Gianluca Albanese
Non ricordo le condizioni meteo di quel 26 ottobre di un anno fa; nemmeno cosa avessi mangiato o come avessi trascorso le ore precedenti il nostro esordio assoluto nel mondo dell’informazione e del web, perché quando fai questo mestiere con passione, tutto il resto conta veramente poco.
Ricordo perfettamente, invece, i primi articoli che uscirono, l’adrenalina alle stelle mentre pigiavo i tasti del computer (fedele compagno di migliaia di interminabili giornate di lavoro), l’emozione dopo lo start dato dal nostro webmaster, l’esordio nel web.
Quella sera ci sentimmo come i nostri padri che negli anni ’70 provarono la gioia incommensurabile di chi inaugurava le prime radio libere. Eravamo in onda, per la prima volta. Il sogno di mesi e mesi di preparazione del nostro lavoro diventava realtà quotidiana, contatto con la platea sterminata dei nostri lettori, coronamento di mesi di riunioni, incombenze, discussioni, fantasie.
Oggi Lente Locale compie il primo anno di attività. Una candelina che vogliamo spegnere insieme a tutti i nostri lettori e soprattutto a chi, fin dal primo momento, ha creduto che anche a queste latitudini si potesse coniugare la fruizione gratuita di un’informazione attenta, puntuale, completa con il rigore professionale tipico delle realtà editoriali a pagamento. Quasi un’utopia, da queste parti.
E allora per una volta non parliamo di quello che succede in questo angolo di mondo, ma di noi. Della nostra passione, del nostro lavoro quotidiano, dell’amore incondizionato per questo mestiere che si estrinseca tutti i giorni in questa nostra creatura.
Dopo un anno la missione che ispirò questa nostra iniziativa può dirsi compiuta. Siamo entrati nelle case e nei dispositivi elettronici di tanta gente, siamo divenuti familiari a tanti, parte del linguaggio corrente.
«L’ho letto su Lente Locale» equivale per noi a ricevere un premio Pulitzer. Dà un senso al nostro impegno spasmodico, incondizionato, massimale.
Abbiamo dato un senso al concetto, fin troppo abusato, di “tempo reale”; abbiamo descritto i fatti senza indulgere alle nostre opinioni. In ogni angolo del nostro comprensorio, che non è la solita riserva periferica di realtà editoriali da altri concepite, ma il nostro target, la nostra stella polare.
Una lente d’ingrandimento dei fatti locali, insomma. Siano essi gravi, tristi, allegri, scandalosi o ameni.
Sempre al servizio del lettore, senza fronzoli, sofismi, sovrastrutture e, soprattutto, senza tutelare interessi di parte. Senza padroni. Perché ci riteniamo al servizio solo dei nostri lettori.
Senza nemmeno badare troppo all’esteriorità, perché saranno belle le redazioni arredate con gusto e dotate di computer di ultima generazione, ma quelle hanno un senso solo se hanno un’anima. Perché secondo noi le migliori redazioni sono i luoghi istituzionali e le scene del crimine, le aule di un tribunale e gli impianti sportivi. La strada.
E allora all’autocelebrazione dedicheremo solo qualche minuto di festa. Domani sarà un altro giorno in cui rimetterci in discussione, dimostrare di meritare la stima e la fiducia di chi ogni giorno sceglie noi per soddisfare il proprio bisogno di un’informazione libera, credibile, puntuale e tempestiva.
Senza uno staff come il nostro tutto ciò sarebbe impossibile da realizzare. Ecco perché il primo ringraziamento lo voglio rivolgere a chi ha creduto fin dal primo momento in questo progetto visionario, dedicandovi le migliori energie. Un grazie di cuore va (in rigoroso ordine alfabetico) ad Adelina, Antonella, Domenica, Francesca, Paolo e Simona. Loro sono il cuore e l’anima di questa creatura. Insieme a chi è arrivato in corso d’opera e ha fornito il proprio contributo volontario alla causa dell’informazione libera, puntuale e credibile nel nostro territorio. A chi ha deciso di credere in questo progetto contribuendo e promuovendo l’immagine della sua attività. A chi ci ha criticato aiutandoci a crescere e ai chi – bontà sua – a due passi da casa nostra o lontano migliaia di chilometri ci legge ogni giorno per tenersi informato sui fatti della sua terra.
Già, perché il ringraziamento più grande va ai nostri lettori, senza i quali quello che facciamo non avrebbe alcun senso.
«Stay hungry», diceva il grande Steve Jobs; «siate affamati». E l’unica promessa che ci sentiamo di fare all’inizio di questo secondo anno di attività è che saremo sempre affamati di notizie, di sapere, di verità.
E’ questo il requisito indispensabile per poter informare la gente di questa Locride che merita di essere raccontata da un’altra angolazione.
Continuate a seguirci. Faremo di tutto per non deludere le vostre aspettative.