R. & P.
Esponiamo domenica 18 luglio un lenzuolo per la sanità calabrese.
L’iniziativa, lanciata dal gruppo Facebook “INSIEME PER LA CALABRIA”, di esporre delle lenzuola sui nostri balconi di casa, nella giornata del 18 luglio, vuole essere un segnale di protesta civile per attirare l’attenzione sulla situazione catastrofica che vige in Calabria nel Sistema Sanitario.
Da più di 11 anni si parla di un debito di bilancio, definito ormai insanabile dagli stessi esperti del settore e di una riorganizzazione del Sistema Sanitario ma, dopo il provvedimento di sciogliere l’azienda Sanitaria di Reggio Calabria e di Catanzaro per infiltrazioni mafiose, a Roma l’unica decisione presa da governi di destra o di sinistra, è stata quella di affidare il compito di mettere ordine nella Sanità a dei commissari con l’incarico di rientrare dal debito.
Sono stati nominati prima i commissari ad acta poi quelli straordinari e, di seguito, i super commissari il cui operato, fino ad oggi, è stato un completo fallimento.
Nulla è cambiato, anzi le cose sono peggiorate.
Esistono molte criticità nei pochi ospedali esistenti: tagli di posti letto ispirati da principi di risparmio sulla pelle dei cittadini, carenza di medici ed infermieri, posti vacanti per assenza di bandi di concorso, apparecchiature obsolete o che non funzionano, insufficienti autoambulanze etc etc.
Si registrano continue lamentele da parte di medici che, quotidianamente, sono costretti a sostenere turni di lavoro massacranti per poter garantire l’indispensabile assistenza ai malati che rivendicano il diritto alla salute, sancito dalla Costituzione e che, principalmente per motivi economici, non sono in grado di spostarsi per farsi curare fuori Regione.
Perché tanto disinteresse nei confronti dei Calabresi?
E’ ridicolo ed avvilente ricordare che il commissario Cotticelli, profumatamente ricompensato, ignorava di dover elaborare un Piano per potenziare i reparti Covid.
Ogni giorno leggiamo notizie sui gravi disservizi sanitari.
Per reperire una fiala antivipera per salvare la vita di una bambina si è stati costretti a procurarla fuori Regione con grande dispendio di energie, tempo e soldi.
Perché tanta incuria e cinismo?
Il “Recovery Fund” destinato dall’Europa per far ripartire soprattutto il Sud e la Calabria (fondi che purtroppo arriveranno in misura molto minore rispetto a quanto stabilito dai criteri europei di assegnazione), devono essere utilizzati per garantire al Sud ed alla Calabria, prima che altrove, un vero Piano Strategico di Riorganizzazione della Sanità, annullando il debito sanitario che strozza ogni possibilità di miglioramento.
Noi Calabresi siamo stanchi di essere gli ultimi della classe, cittadini di serie C, perché Noi non siamo secondi a nessuno.
Altre proteste seguiranno, per far sentire forte le nostre voci contro le ingiustizie e le emarginazioni.
Occorre trovare le necessarie soluzioni per garantire a Noi del Mezzogiorno e della Calabria di poterci curare nella nostra terra, dove le eccellenze sono numerose sia in campo sanitario che in tanti altri campi.