BOVALINO – Il cambiamento organizzativo e la governace locale, è stato questo l’argomento trattato nella prima giornata di formazione organizzata da Nova Bovalino presso l’aula magna del liceo scientifico Francesco La Cava. Un centinaio di persone a fare da uditori e un relatore d’eccellenza, almeno per Bovalino, Domenico Primerano, bovalinese di nascita e segretario generale nella Provincia di Catanzaro, nonché coordinatore didattico delle giornate formative organizzate dal Movimento politico culturale Nova Bovalino. Al tavolo delle presenze, oltre a Primerano, il direttore di Lente Locale Gianluca Albanese in veste di moderatore e il presidente di Nova Bovalino Francesco Agostino. Nel discorso d’apertura il presidente Agostino ha reso pubblici i motivi che hanno spinto il movimento all’organizzazione delle quattro giornate formative, di cui quella svoltasi sabato è stata la prima: ‹‹Un’iniziativa – ha spiegato – fortemente voluta da Nova Bovalino perché rientra a pieno in quelle che sono le finalità dello statuto, quelle di avvicinare la cittadinanza alla cosa pubblica, rendendo partecipe ogni cittadino a quella che deve essere l’attività del singolo per fare in modo che l’amministrazione possa funzionare nel modo migliore possibile››. Nessuna passerella politica ‹‹ma solo un’opportunità – ha proseguito – che si è voluta dare alle persone che intendono approcciarsi in maniera diversa a quelle che sono le problematiche della pubblica amministrazione, affinché possano rendersi parte attiva nella vita dell’ente››. Un’iniziale panoramica generale sulla regione ha aperto le porte ad una più specifica disamina delle difficoltà finanziarie che colpiscono solo in Calabria ben sessanta comuni attualmente a rischio dissesto. Un quadro necessario, ha specificato Albanese, a far comprendere la necessità di ‹‹governare gli enti locali per come lo si fa adesso, con pochi soldi, con autogestione delle risorse, per far comprendere come si debbano redigere i programmi amministrativi per renderli credibili, ma soprattutto per chiarire come si elaborano le linee programmatiche necessarie all’amministrazione dell’ente, quei programmi che poi vengono discussi nel consiglio che segue la vittoria elettorale››. In quest’ottica di crisi economica ma soprattutto sistemica Domenico Primerano ha introdotto la sua spiegazione parlando di una città ideale dove amministratori e cittadini sono posti al centro della dinamica dell’Ente, un riferimento che richiama all’attuale contrarietà vigente fatta di un sistema chiuso e arroccato su se stesso. Abbiamo bisogno di tre cose per affrontare e costruire la cittadinanza attiva: «queste tre cose – ha spiegato Primerano – compongono la Teoria delle 3 T: Tecnologia, come “strumento” per aumentare l’efficienza per migliorare l’integrazione tra i processi e la comunicazione interna e per gestire la conoscenza, il talento e infine la tolleranza.Tuttavia, ciascuna di queste dimensioni da sola non è sufficiente a garantire lo sviluppo della quarta T che è appunto il territorio».Purtroppo, però, com’è stato sottolineato più volte nell’arco della serata, il cambiamento non è così facile da realizzare, per questo è necessaria una programmazione virtuosa e un piano strategico dettagliato. Considerando queste ultime due direttive bisognerebbe partire ‹‹programmando cose programmabili e non programmando cose non programmabili›› ha chiarito Primerano. Una disamina attenta e articolata, dunque, ha caratterizzato il primo seminario, che pur trattando argomenti spinosi nel loro particolare tecnicismo, si è resa fruibile ad una platea di non tecnici innescando un processo di riflessione che con ogni probabilità maturerà nel corsi dei tre futuri incontri che saranno dilazionati nell’arco dei prossimi tre mesi.
ADELINA B. SCORDA