di Emanuela Alvaro
LOCRI – Quante cose si vedono trascorrendo una notte al Pronto soccorso! Si vedono alcuni medici che fanno il proprio mestiere con tanto impegno e dedizione, infermieri che con la stessa cura assistono i pazienti, ma si vede anche tanto altro. Quello che vi raccontiamo si è svolto alle 4 del mattino, quando una signora è arrivata in pronto soccorso con l’ambulanza accompagnata dal marito e dal figlio. Alla dottoressa di turno viene spiegata la situazione: partita da un ascesso, l’infiammazione ha interessato tutto il cavo orale, gonfiando collo e bocca della signora. Una situazione ritenuta, a ragion veduta, grave da parte del medico, anche perché con il passare del tempo la signora ha manifestato sempre maggiori difficoltà a respirare.
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La decisione è presa: la dottoressa di turno ha chiamato immediatamente l’otorino che la scorsa notte era reperibile e, dopo alcuni squilli, il dottore ha risposto non propriamente contento della telefonata. La dottoressa del Pronto soccorso ha spiegato quanto accaduto, ma l’otorino in reperibilità nel corso della telefonata avrebbe pronunciato frasi colorite del tipo “scrivi che c…. vuoi” ecc ecc, in modo da farle ben comprendere che non si sarebbe recato in ospedale per visitare la signora e valutare il da farsi.
A questo punto, l’unica soluzione valida per la dottoressa è stata quella di intervenire e, con il supporto degli infermieri presenti, migliorare lo stato generale di salute della signora, consentendole così di poter respirare (se pur a fatica) con l’aiuto di farmaci specifici e l’utilizzo di un sondino nasale per incanalare l’ossigeno necessario.
La signora solo in mattinata è stata poi trasferita con un’ambulanza a Reggio Calabria dove ci si augura abbia trovato una soluzione al suo problema.
Lontani anni luce dal voler fare la morale a qualcuno, ci si pone solo delle domande. Perché se in reperibilità e con un evidente “caso impegnativo” il medico non ha prestato il proprio servizio?
E’ possibile che questo atteggiamento sia stato indotto da un’eventuale situazione non facile dal punto di vista extra medico, magari con riferimento alla effettiva corresponsione delle indennità?
In caso di reperibilità, quanto influisce la valutazione del medico sulla necessità o meno di prestare soccorso?