di Gianluca Albanese
MARINA DI GIOIOSA IONICA – «Questo è un giorno storico per il protagonismo della politica che fa sintesi e decide guardando al futuro, con un progetto strategico chiaro per il territorio. E’ l’inizio del futuro». Con queste parole, il sindaco di Marina di Gioiosa Ionica ha preceduto l’approvazione unanime, da parte del consiglio comunale convocato per stasera, dell’atto costitutivo e dello Statuto dell’Unione dei Comuni della Valle del Torbido.
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Marina di Gioiosa, dunque, segue di qualche giorno l’assemblea cittadina di Mammola e di qualche ora i civici consessi di Grotteria e Martone, nell’approvazione, all’unanimità, di questi due strumenti giuridici fondamentali per dare vita all’Unione.
E se, a detta di molti, il comune amministrato da Vestito ha dato quella spinta che serviva per fare in modo che l’Unione potesse prendere corpo, di sicuro l’attuale amministrazione ha sempre creduto all’idea, attribuendo una delega specifica all’assessore Isidoro Napoli, che ha letto integralmente il documento politico sottoposto all’approvazione dei consigli comunali (domani toccherà a quelli di Gioiosa Ionica e San Giovanni di Gerace) in sede di approvazione di Statuto e Atto Costitutivo dell’Unione.
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Dopo la relazione di Napoli, sono intervenuti i consiglieri di opposizione Badolisani e Mesiti. La prima ha chiesto lumi sull’ammontare del finanziamento dell’Unione da parte del suo Comune e sulla sussistenza o meno di un’armonizzazione delle aliquote dei tributi comunali: a entrambi i quesiti il sindaco Vestito ha risposto che queste questioni saranno oggetto di future decisioni del Consiglio dell’Unione nel quale ogni singolo comune sarà rappresentato da tre consiglieri: uno di opposizione e due di maggioranza; Mesiti, invece, ha chiesto maggiore coinvolgimento dei cittadini al fine di sentire la loro voce, le loro proposte sul tema, chiedendo a sua volta di aprire la seduta consiliare odierna agli interventi del pubblico.
E se su quest’ultima proposta è arrivato il diniego del segretario comunale Palmisani che, regolamento comunale alla mano, ha detto che «E’ possibile convocare sedute consiliari in forma aperta solo se lo si decide in sede di conferenza dei capigruppo e in fase di convocazione del Consiglio», l’assessore Napoli ha rassicurato tutti dicendo che «Lo Statuto si può integrare e modificare. Non sono – ha detto – le tavole di Mosè, tanto che anche l’adesione all’Unione può essere revocata per i singoli comuni aderenti, sebbene l’entusiasmo che abbiamo registrato, e le richieste di adesione da parte di altri comuni, c’inducono a essere molto ottimisti, anche se il lavoro è appena iniziato e quello di oggi è un punto di partenza e non di arrivo. Anzi – ha concluso Napoli – chi oggi vorrà dare contributi veri e non polemiche sterili sarà il benvenuto».
Prima della votazione finale, il sindaco Vestito ha ricordato che «Il vaglio popolare dell’idea di Unione dei Comuni è avvenuto in occasione delle elezioni amministrative dello scorso novembre, quando ambedue le liste avevano messo nei loro programmi l’adesione all’Unione» e che «Abbiamo portato qui nella sala consiliare il gonfalone comunale per simboleggiare il fatto che l’Unione non mortifica le singole identità cittadine: semmai le valorizza».
Dopodiché Vestito ha iniziato la lunga teoria dei ringraziamenti: «Ai cittadini che non hanno mai fatto mancare suggerimenti, proposte e stimoli; al consiglio comunale del mio paese che rappresenta una primavera di speranza; ai sindaci degli altri comuni dell’Unione – presenti in aula – che hanno manifestato un grande spirito unitario di coesione; al’assessore Napoli, senza il cui contributo e il continuo pungolo oggi forse non saremmo a votare questi importanti atti; al ministro Lanzetta, determinante nello sbloccare un meccanismo che si era arenato grazie all’invio dei funzionari ministeriali che ci stanno dando il loro preziosissimo aiuto; all’Unione dei Comuni della Bassa Romagna, con la quale ci siamo confrontati e che ci ha dato informazioni molto utili; ai segretari comunali per il grande lavoro svolto».
Prima di chiudere, Vestito ha detto che «Ora il Consiglio dell’Unione dovrà elaborare un grande piano strategico, perché è l’unico organo capace di assumersi la responsabilità di farlo» e, sullo Statuto «E’ – ha detto il sindaco – uno strumento leggero che deve essere riempito di contenuti e i consigli comunali dei singoli paesi aderenti dovranno sempre riunirsi, almeno una volta all’anno e quando bisognerà prendere decisioni strategiche importanti».
Al momento della dichiarazione di voto, infine, il consigliere Mesiti ha detto che «Voto favorevole perché mi è stato detto che lo Statuto è comunque suscettibile di integrazioni e rettifiche, altrimenti mi sarei astenuto».
Dopo, c’è solo spazio per l’alzata di mano simultanea e collettiva.