di Gianluca Albanese (ph. Enzo Logozzo)
GIOIOSA IONICA – Col voto unanime del consiglio comunale di San Giovanni di Gerace, e quello quasi unanime di Gioiosa Ionica – l’unico a non aver votato a favore dell’approvazione è stato il consigliere Rocco Giuseppe Mazzaferro – si è completato l’iter di approvazione dello statuto e dell’atto costitutivo dell’Unione dei Comuni della Valle del Torbido.
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Intanto, per venerdì 31 alle 18 nella sala consiliare del palazzo comunale di Gioiosa Ionica, è stata organizzata una conferenza stampa di presentazione del nuovo soggetto istituzionale che rappresenterà una popolazione di quasi 22.000 abitanti.
Oltre ai sindaci dei comuni che ne fanno parte (Gioiosa Ionica, Marina di Gioiosa Ionica, Mammola, Grotteria, Mammola e San Giovanni di Gerace) sarà presente il ministro degli Affari regionali Maria Carmela Lanzetta.
Tornando alle assise consiliari di ieri, proponiamo alla vostra lettura il teso dell’intervento reso dal sindaco di San Giovanni di Gerace Pino Vumbaca, prima dell’approvazione dello Statuto e dell’Atto Costitutivo dell’Unione:
“Voglio iniziare il mio intervento sull’Unione di Comuni rammentando un atto normativo del 2011, adottato dal Governo in via d’urgenza nell’estate di quell’anno, ricordata come uno dei momenti più difficili per il nostro paese e per la sua situazione finanziaria.
In una concitata riunione del Consiglio dei Ministri tenutasi il 12 agosto 2011 il Governo partorì il Decreto Legge recante “Ulteriori misure urgenti per la stabilizzazione finanziaria e per lo sviluppo”, poi noto come Decreto di Ferragosto (Decreto legge 13 agosto 2011, n. 138), un atto legislativo che incentrava in particolare la sua area di intervento sulla riduzione dei costi degli apparati istituzionali.
Quel testo normativo, con l’art. 16, con un colpo di spugna si prefiggeva di cancellare dall’ordinamento i comuni con popolazione inferiore ai 1.000 abitanti, imponendo agli stessi di fondersi in unione municipale con altri comuni contermini aventi popolazione pari o inferiore a 1.000 abitanti, per costituire un nuovo organismo di almeno 5.000 abitanti.
Insomma, in quel delicato momento per la vita economica ed istituzionale italiana, la strada per risolvere i problemi di finanza pubblica fu individuata nella sostanziale cancellazione di migliaia di piccoli comuni, magari aventi storia secolare e innata vitalità interna, ma rei soltanto di avere un numero ridotto di abitanti, tale da imporre non solo il ricorso all’esercizio in forma associata di tutte le funzioni amministrative e dei servizi pubblici di spettanza comunale, ma addirittura la cancellazione stessa degli organi comunali e, di fatto, della municipalità stessa.
Il nostro Comune sarebbe caduto sotto quella ghigliottina, se in sede di conversione di quel decreto la norma “uccidi Comuni” non fosse stata eliminata ed “addolcita” con previsioni diverse che, seppur sempre tendenti alla riduzione dei costi, hanno consentito il mantenimento in vita dei nostri piccoli Enti e la sopravvivenza di tutti i loro organi rappresentativi.
In definitiva, se oggi siamo qui a parlare di Unione, è perché, provvidenzialmente, la legge non ci ha imposto una un accorpamento forzato, una “fusione a freddo”, ma ha, per converso, lasciato aperta la strada per i Comuni di scegliere, essi stessi, le modalità attraverso le quali conseguire l’obiettivo del risparmio di spesa e dell’efficientamento dei servizi.
Questa premessa mi serve per dire che il passo che stiamo facendo, quello della creazione dell’Unione dei Comuni, è un passo che questo Consiglio è chiamato a fare per propria espressa scelta consapevole: l’Unione nasce perché i 6 Comuni della Valle decidono di farla nascere e vi aderiscono volontariamente, e non per l’applicazione di un’asettica norma di legge dettata da motivi emergenziali.
Dunque, quella che ci avviamo a creare con i Comuni di Gioiosa Ionica, Grotteria, Mammola, Marina di Gioiosa Ionica e Martone non è un’operazione imposta, un matrimonio forzato frutto di freddi calcoli finanziari. Non è un accorpamento forzoso dettato dalla legge, ma è, e deve essere, un’unione di intenti che nasce dalla volontà profonda dei nostri Comuni. Non una fusione a freddo ma un’unione “calorosa”, nella quale decidiamo spontaneamente di entrare e di entrarvi da protagonisti, convinti che questa sia la via, tra quelle lasciate aperte dalla legge, che meglio garantirà in futuro ai nostri comuni e ai nostri cittadini di continuare a godere di servizi pubblici efficienti con costi accettabili
Insomma, la scelta di aderire all’Unione di comuni, in questo particolare frangente storico, è un atto di intelligenza che i nostri Comuni compiono, attraverso il quale dimostrano di aver capito che non si può continuare a pretendere la frammentazione della presenza amministrativa in ogni contrada, come forse erratamente avveniva in passato, ma si deve, al contrario, pretendere che l’accentramento della gestione dei servizi sia un modo per il miglioramento di quei servizi e per la più efficiente ed efficace gestione delle risorse, ferma restando la garanzia della permanenze istituzionale dei nostri Comuni.
L’adesione del nostro Comune all’Unione dei Comuni della “Valle del Torbido” deve essere, quindi, letta in questi termini: è la via intelligente che la legge ci da’ per mantenere la nostra municipalità, per mantenere la nostra rappresentanza, la presenza viva dell’istituzione comunale nel territorio del nostro paese, facendola, però, fruttare al meglio all’interno di una gestione intercomunale. Gestione intercomunale che dovrà fare rima con efficienza. Questa è una condizione imprescindibile per la riuscita dell’intera operazione “Unione”: deve essere una via per migliorare il rapporto cittadini-pubblica amministrazione, per erogare meglio e a migliori costi i servizi pubblici. L’Unione tanto più sarà efficiente tanto più sarà sensata e meritevole di restare in vita.
L’Unione dei Comuni della Valle del Torbido costituirà un importante aggregato istituzionale, demandato a gestire i servizi di una comunità di oltre 20.000 persone. In un calcolo per abitanti, sarà la maggiore realtà istituzionale esistente nella Provincia di Reggio Calabria. In quanto tale, potrà essere interlocutore privilegiato dell’Ente immediatamente sovraordinato, la Provincia, e poi, dal 2016, della costituenda Città Metropolitana di Reggio Calabria.
Sarà, insomma, un Ente che rappresenterà il più grande aggregato di cittadini esistente nella Provincia, e parlerà con una voce sola con le altre realtà istituzionali, forte dell’acquisita consapevolezza del fatto che l’Unione fa la forza.
Dunque, perché l’Unione?
Per tutti questi motivi.
Per allargare l’occhio al di là dei confini comunali, facendo sì che ognuno rimanga cittadino del proprio paese, ma si senta anche componente di un comprensorio più ampio.
Per sognare di avere un’uniformità di servizi di altro livello in tutto il territorio dei sei comuni.
Per tentare di non naufragare perché convinti di poter galleggiare da soli.
Per dimostrare che siamo legati al nostro campanile, ma siamo anche coscienti che da soli le prospettive amministrative non esistono.
Nel corso dell’ultimo decennio il nostro Comune ha assistito ad una graduale trasformazione della struttura degli uffici. Al pensionamento dei dipendenti ha fatto seguito la soppressione di quei posti in organico, le Convenzioni con il Comune di Martone hanno ridisegnato l’attività degli Uffici, in larga parte oggi già gestiti “insieme”.
La scelta dell’Unione va, dunque, nella direzione di mettersi “insieme” per evitare di restare soli. Mettersi “insieme” e portare all’interno del nuovo Ente le proprie peculiarità e i propri segni distintivi, per conseguire, nella gestione fatta “insieme”, il miglioramento della macchina amministrativa con la quale i cittadini si dovranno interfacciare nei prossimi anni.
Mettersi “insieme” per scongiurare il rischio, più che concreto, di subire ulteriori colpi di spugna da parte del legislatore nazionale, che in passato, come sopra riferito, non si è fatto scrupoli a cancellare tutto d’un tratto dalla cartina geografica una miriade di realtà istituzionali e di piccoli comuni che, tradizionalmente, costituiscono l’ossatura del nostro sistema amministrativo ma anche sociale.
Mettersi “insieme” per avviare un cammino nuovo, dal quale abbiamo solo da guadagnare.
Le modalità che abbiamo disegnato per questo stare insieme sono chiarite nello Statuto oggi sottoposto all’approvazione consiliare.
L’Unione avrà come suoi organi istituzionali il Consiglio dell’Unione, la Giunta ed il Presidente. Il Consiglio sarà composto da 18 componenti, tre per ciascuno dei 6 comuni aderenti. La giunta sarà composta dai 6 Sindaci dei comuni aderenti. A rotazione, uno di questi 6 Sindaci sarà indicato come Presidente dell’Unione, per un periodo di un anno, in modo da assicurare a tutti i Comuni di poter sedere alla presidenza nel giro di un arco temporale di 6 anni.
La normativa di dettaglio sarà adottata dall’Unione stessa, tramite i suoi organi, appena costituiti, con un’intensa e accurata produzione regolamentare. Lì affronteremo il grande lavoro di costruzione dall’interno della casa amministrativa dell’Unione, oggi ancora solo profilato in una sorta di progetto preliminare che necessità di mille ulteriori approfondimenti.
Lì ci ritroveremo e lì dovremo saper dimostrare la nostra competenza e la nostra capacità di approfittare dell’occasione che ci viene offerta. All’interno dell’Unione dovremo, ciascuno di noi – sindaci, consiglieri, maggioranze, minoranze – saper cogliere il massimo dall’esperienza di associazione intercomunale che ci troviamo a vivere.
Per tutto questo, nel sottoporre al Consiglio lo Statuto e l’atto costitutivo dell’Unione dei Comuni della Valle del Torbido, vi chiedo l’approvazione e l’approvazione unanime, come già avvenuto nei giorni scorsi nei Consigli Comunali di Mammola, Grotteria, Martone e Marina di Gioiosa.
Entriamo da padri fondatori in questa nuova esperienza amministrativa, e dimostriamo quanto i “piccoli” possono essere importanti.
A conclusione del cammino di stesura dello Statuto, cammino iniziato per questo Comune dal mio predecessore e da me proseguito in spirito di continuità, concludo formulando un sincero ringraziamento a quelli che sono stati i “compagni di viaggio” in questo periodo, e che a maggior ragione lo saranno d’ora in poi, all’interno della casa comune che sarà l’Unione
Grazie, quindi, ai Sindaci e alle amministrazioni degli altri cinque comuni, con le quali si è attivato in questi mesi davvero un sistema di “unione” che ci ha visti ragionare e lavorare congiuntamente per questo obiettivo.
Grazie ai Segretari Comunali dei Comuni della costituenda Unione, che con la loro competenza e professionalità hanno guidato il cammino della stesura dello Statuto e che, nei prossimi mesi, dovranno alimentare la macchina amministrativa dell’Unione.
Grazie al Ministro per gli Affari Regionali Lanzetta, che, nell’ambito dell’attività del suo Ministero tesa a fornire attuazione alla Legge Del Rio, ha dato sostegno al nostro lavoro, affidandoci alla professionalità di alcuni funzionari della Presidenza del Consiglio dei Ministri, ed in particolare al dott. Giovanni Vetritto, che ha affiancato la fase preparatoria dello Statuto e affiancherà l’avvio della macchina amministrativa dell’Unione”.