di Gianluca Albanese
GIOIOSA IONICA – «Sull’Unione dei Comuni c’è una battuta d’arresto generale. Si riprenderà a settembre con l’aiuto dei tecnici del ministero che ci hanno assistito nella fase costitutiva. Di certo si deve ripartire dall’unificazione dell’area economico-finanziaria e non del corpo di polizia municipale come si pensava all’inizio. Serve anzitutto un responsabile amministrativo. Noi come sindaci dell’Unione abbiamo fatto autocritica perché non abbiamo trovato tempo e modo di andare oltre la cura delle esigenze dei nostri singoli comuni» E poi: «Sull’ufficio del Giudice di Pace, nessun dipendente era disponibile al distacco in quella sede e l’operazione è fallita. Ma di fatto è una chiusura voluta dal Governo Renzi che ha scaricato la responsabilità sui comuni». Il sindaco di Gioiosa Ionica Salvatore Fuda, incalzato dal consigliere di opposizione Rocco Giuseppe Mazzaferro, nel corso del consiglio comunale di oggi, in cui si è approvato il bilancio di previsione 2015 e tutti gli atti ad esso propedeutici, non si è nascosto dietro a un dito, e ha fatto anche autocritica sulla fase di stasi che sta attraversando l’Unione dei Comuni “Valle del Torbido“, che già era stata denunciata un mese fa dall’assessore al ramo del Comune di Marina di Gioiosa Ionica Sisì Napoli.
Proprio così. Fuda non rinnega minimamente il percorso compiuto insieme agli amministratori degli altri cinque comuni interessati, ma ammette che rispetto alle aspettative della fase costituente qualcosa non sta girando per il verso giusto.
Mazzaferro, come suo costume, non si è lasciato sfuggire l’occasione di ribadire un suo grande cavallo di battaglia, ovvero l’asserita maggiore utilità della Fusione dei Comuni in luogo dell’Unione «Che darebbe – ha detto in aula – maggiori opportunità di ottenere dei finanziamenti governativi».
E’ stato questo il passaggio più rilevante della seduta consiliare di questo pomeriggio, particolarmente tecnica, come tutte quelle che sono dedicate all’approvazione di un documento contabile entro i venti giorni fissati dal Governo per non incorrere nei richiami della Prefettura.
Per la verità, nonostante l’assenza giustificata del vicesindaco Maurizio Zavaglia e della consigliere di opposizione Serena Palermo, i lavori si sono moderatamente animati quasi subito, quando, dopo l’approvazione del punto sugli incarichi di consulenze (ancora a zero quest’anno), è stato proprio Mazzaferro che, durante la discussione sulla verifica della qualità e quantità degli immobili comunali suscettibili di cessione, ha ricordato, dopo che il primo cittadino ha detto che è in agenda un incontro con il nuovo assessore regionale all’Urbanistica per parlare del Piano Strutturale Associato, che «La vicenda sul Psa risale a 13 anni fa e ancora oggi manca una bozza. I ritardi accumulati – ha detto – sono particolarmente gravosi e dannosi».
Non è mancata la pronta replica del sindaco Fuda, che ha risposto che «Siamo stati gli unici a pubblicare il piano conoscitivo che è la prima parte del Psa e introduce tutti alla pubblica evidenza visto che si pubblica sul sito del Comune. Abbiamo la relazione acustica e quella paesaggistica. La discussione sarà pubblica e con un approccio molto diverso da quello che fu del vecchio PRG pensando alla rigenerazione del territorio e a un aumento dei servizi».
Il punto è passato coi soli voti della maggioranza e l’astensione dei due consiglieri di minoranza presenti, ovvero Riccardo Modafferi e lo stesso Rocco Giuseppe Mazzaferro.
Discutendo il piano triennale di utilizzo dei beni strumentali, il sindaco ha preannunciato che «bbiamo comprato un nuovo server per 5000 euro con tre hard disk diversi i cui ultimi pezzi arriveranno giorno 20 e verranno recuperati i dati di un server remoto (cloud). Avremo un server locale per le aree finanze e tributi . Poi abbiamo una nuova auto che dobbiamo assicurare» e «La scuola elementare di Prisdarello inoltre è tornata ad essere patrimonio del Comune».
Mazzaferro, dal canto suo, ha contestato l’incompletezza della dotazione informatica degli uffici comunali, e il fatto che gli stessi non siano in rete tra loro, supportato da Modafferi che ha aggiunto che «Concordo con Mazzaferro e vorrei saper se il sindaco sa quando sarà fruibile la fibra ottica».
Su quest’ultimo punto, Fuda ha risposto che «So che hanno collegato le cabine con gli armadi stradali. Chiusa questa fase sarà il gestore a mettere in vendita i prodotti. Entro il 31 dicembre 2015 sarà tutto pronto. Sulla dotazione informatica dell’ente si stanno facendo passi in avanti e l’acquisto del server va in questo senso. Ora, anche se manca la parte dell’ufficio tecnico almeno anagrafe e tributi possono dialogare. Valuteremo anche l’acquisto di nuovo software se i nostri dipendenti vorranno aprirsi a questo nuovo tipo di lavoro».
Il punto all’Odg passa con la sola astensione di Mazzaferro.
Quindi, il primo cittadino ha esposto i contenuti del punto riguardante il piano di alienazioni e valorizzazioni per il triennio 2015-2017.
«Stiamo procedendo – ha esordito il sindaco Fuda – al riaccertamento e all’accatastamento di nuovi beni che non possiamo valorizzare adesso per mancanza del titolo di proprietà. Noi facciamo la delibera, la notifichiamo ai potenziali interessati e se questi entro sessanta giorni non si oppongono noi facciamo la trasmissione in conservatoria. Altrimenti ricorriamo al vecchio iter di conciliazione e usucapione».
Mazzaferro, quindi, si è chiesto «perché nell’elenco non ci sono gli immobili ex Arssa? E poi chi occupa gli altri immobili li paga i fitti?».
Il sindaco ha risposto che «Questa procedura non è applicabile con l’Arssa, almeno al momento. Sugli altri casi, ci sono diverse lettere di sollecito di pagamento ma non abbiamo mai cavato un ragno dal buco perché ci veniva contestata la mancata proprietà degli immobili. Come dice il segretario comunale non si sono mai fatti dei regolari contratti di affitto. Questa operazione serve a sanare tante operazioni amministrative dei decenni passati che all’epoca non furono gestite bene. L’operazione è per risistemare il patrimonio che, una volta realizzata, si può andare verso una riutilizzazione dei beni o a un’alienazione dei beni improduttivi. Il punto riguarda aree che di fatto sono comunali ma che giuridicamente non sono di proprietà del Comune, perfino palazzo Amaduri fa parte di questo novero».
Anche qui si astiene solo Mazzaferro e il punto passa col voto di tutti gli altri.
Sul programma triennale delle opere pubbliche si è scatenata la discussione, frutto anche delle recenti disposizioni legislative che hanno comportato il passaggio dal bilancio di competenza al bilancio di cassa, con conseguente stralcio dei residui non esigibili e delle opere non finanziate.
«Quest’anno – ha spiegato il sindaco Fuda – mettiamo nel piano triennale il Pisl per il rifacimento della pavimentazione di una nuova parte del centro storico e la ristrutturazione della casa di Mario Racco per un totale di 700.000 euro con economie riconosciute dalla Regione. L’architetto Alfieri ha lavorato tanto per realizzare il progetto nei tempi e il 2 settembre ci sarà la gara d’appalto con successiva e immediata partenza dei lavori. Da qui a fine settembre metteremo i lavori al cimitero comunale dopo il finanziamento regionale di 200.000 euro ottenuto dalla Regione».
Per Mazzaferro, quello appena esposto «E’ un piano vuoto, senza opere pubbliche. Mai come quest’anno. Forse l’amministrazione non si interessa a sufficienza dei finanziamenti europei o delle possibilità di attingere ai mutui. Esprimo voto contrario», con Modafferi che ha aggiunto che «Quali sforzi l’amministrazione ha fatto per intercettare i finanziamenti di ogni origine per avere opere pubbliche?».
Fuda ha ribadito che «Non si possono mettere in bilancio opere non coperte. La nuova programmazione europea e’ ferma da quando ci siamo integrati. Bandi europei del Por non ci sono attualmente. Siamo dentro al finanziamento per rifare completamente l’asilo Gramsci con fondi ministeriali. Se non abbiamo la certezza totale che le singole opere non sono finanziate non le possiamo mettere in bilancio. Di sicuro abbiamo colto al volo tutte le opportunità che si sono presentate per avere finanziamenti. Secondo me non è roba da poco mettere 700.000 euro in bilancio per nuove opere pubbliche. Il piano non è vuoto ma ci sono solo cose reali».
Sul bilancio di previsione 2015 e sul documento contabile pluriennale 2015-2017, ha relazionato l’assessore al ramo Antonio Palermo, che ha premesso che «Col nuovo bilancio bisogna rispettare il principio di pareggio finanziario. Il patto di stabilità è stato rispettato. Le singole previsioni di gestione appaiono coerenti e sostenibili e abbiamo tenuto conto di ogni singola voce incassata negli anni precedenti. Il capitolo di recupero dell’evasione fiscale è stato adeguato a cifre sostenibili, ovvero 40.000 euro. C’è anche l’obbligo di accantonare al fondo di dubbia esigibilità dei crediti che noi abbiamo fatto per 154.000 euro. Poi, la spesa per il personale rientra nei limiti previsti dalle legge. La legge dice che gli enti locali si devono mantenere solo con le risorse degli enti locali ma questo appare impossibile, come dimostrano i costi per mantenere alcuni servizi essenziali come lo scuolabus».
Dai banchi dell’opposizione, Riccardo Modafferi ha eccepito che «Così come è stato esposto e’ un bilancio notarile, senza evidenziare alcuna visione programmatica. Che sforzo viene fatto per la progressività fiscale in modo che chi più ha più paghi?», con l’assessore Palermo che ha risposto che «Sull’evasione fiscale stiamo facendo un ottimo lavoro, anche se siamo partiti da zero. Sulla progressività fiscale noi l’abbiamo perpetrata sull’Imu, ad esempio. Il vero problema e’ l’altissima evasione fiscale che ci trasciniamo da tanti anni, ma anche il fatto che si cerca di esigere le tasse non pagate dopo cinque anni dall’anno di riferimento. Noi quest’anno manderemo le richieste della Tares del 2013 e dei passi carrabili. Nel giro di tre anni colmeremo questi ritardi nella notifica. Sull’acqua abbiamo fatto passi da gigante, specie contro quei commercianti che non pagavano i tributi», mentre il consigliere Mazzaferro, che nella precedente consiliatura deteneva la delega al ramo, ha detto che «E’ difficile intervenire su un bilancio fatto col sistema del copia e incolla degli altri precedenti, senza alcuna programmazione e viziata da un forte aumento di imposte e tasse comunali. Per fare questo basterebbero i burocrati e non ci sarebbe bisogno dell’amministrazione comunale che invece deve intercettare e capire le istanze dei cittadini e i loro bisogni. Anche le spese per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti sono aumentate. Avete aumentato anche la Tasi e alcuni servizi a domanda individuale come quello delle lampade votive. Queste difficoltà gestionali per i comuni erano note dai primi anni 2000 e chi si è affacciato alla politica in questi anni avrebbe dovuto saperlo. Le lettere a cui accennava l’assessore Palermo non sono accertamenti ma richiami formali. Perché questa amministrazione non ha più seguito il bando dell’amministrazione Mazza per affidare la riscossione e l’accertamento dei tributi a una concessionaria esterna e uscire dalla morsa di Equitalia? Possiamo dire fin da questo momento che il pacchetto è pronto per un prossimo dissesto finanziario del Comune. Perché non avete tolto il contributo unico sul contatore dell’acqua o non avete abbassato l’addizionale IRPEF come predicavate quando eravate all’opposizione? Perché non avete proposto il baratto amministrativo? Il bilancio, poi, nulla dice sui primi servizi da trasferire all’Unione dei Comuni Valle del Torbido, a parte le spese di funzionamento della sede dell’Unione per mille euro l’anno» e poi, dopo aver espresso nuovamente perplessità sull’utilità dell’Unione dei Comuni, ha aggiunto che «Dov’è il tanto decantato bilancio partecipato? La verità è che siamo alle solite e non c’è alcun segno di cambiamento».
Dopo alcuni cenni di replica da parte dell’assessore Palermo, il sindaco Fuda ha spiegato che «Avevamo ripreso il bando per i nuovi concessionari del servizio di accertamento e riscossione dei tributi, ma la ditta che aveva partecipato al bando rinunciò perché non era remunerativo. Sulle tariffe dell’acqua abbiamo seguito in maniera pedissequa le indicazioni dell’Authority. Non potevamo fare altro che confermare la tariffa. Sul baratto amministrativo, lo stiamo studiando per bene, specie sui criteri di determinazione del reale stato di bisogno di ogni singole famiglie, perché altrimenti tutti vorrebbero barattare e non pagare. In ogni caso il baratto stesso va finanziato con una spesa in bilancio. I rifiuti? Se non avessimo fatto l’internalizzazione del servizio avremmo avuto costi molto più alti. Ora la sfida è aperta per arrivare a superare il 25% di raccolta differenziata: abbiamo chiesto il mutuo per comprare due Porter per la differenziata porta a porta e, seppur con le ristrettezze economiche che ci costringono sempre a raschiare il fondo del barile abbiamo fatto grandi scelte politiche: prima tra tutti il trasferimento di sette addetti alla parte esterna dell’ufficio tecnico che ora ha dieci addetti e non tre come all’inizio per poter realizzare la raccolta differenziata. San Rocco? Con le entrate della fiera finanziamo direttamente la manifestazione del festival delle percussioni. Si tratta di un’operazione culturale da fare durare nel tempo. Sulla De.Co. dei dolci tipici abbiamo stanziato in bilancio le somme che avrebbe dovuto darci la Provincia e non ci ha dato».
E poi «Il punto e’ che oggi anche la spesa del personale che supera il milione di euro deve esser finanziata da tributi comunali e non solo dalla finanza trasferita, come avveniva negli anni passati» e «Dispiace dover sentire che passa il messaggio che stiamo tartassando i cittadini: per erogare i servizi dobbiamo spendere e per spendere dobbiamo incassare».
Una tesi, questa, ripresa dall’assessore Luca Giuseppe Ritorto, che ha osservato che «Servirebbe un’operazione verità su quello che diciamo ai cittadini, ai quali forse non spieghiamo bene le riduzioni dei trasferimenti ai Comuni da parte del Governo centrale che continua a tagliare i fondi per finanziare la riduzione dell’Irap alle imprese. Noi assessori abbiamo fatto di tutto per mantenere un livello dei servizi essenziali adeguato a un comune come il nostro. Idem per le manifestazioni culturali, segno che delle precise scelte politiche sono state fatte. Sull’Unione dei a comuni ritengo che non ci siano le condizioni politiche per fare la Fusione. Diciamo che bisogna valorizzare la voglia dei comuni di mettersi insieme che ha ispirato la scelta di fare l’Unione. Già siamo pronti per coordinare le politiche sociali dei sei comuni».
Sul finire della seduta, il consiglio ha approvato la richiesta di un atto di donazione terreno comunale per realizzare l’oratorio, giunta dalla diocesi di Locri-Gerace e, dopo ampia discussione, in cui il consigliere Modafferi, fedele alla propria cultura laica aveva chiesto di vincolare l’uso dell’immobile che sorge sul terreno di donazione alle finalità ludiche e di formazione, come l’oratorio e il corso di taglio e cucito, a un sostanziale allentamento di questo vincolo per non alterare l’autonomia gestionale da parte della diocesi, dopo che su questo orientamento si è registrata l’inedita convergenza tra il consigliere Mazzaferro, l’assessore Ritorto e il presidente del civico consesso Laura Crimeni, supportata dal parere tecnico del segretario comunale Arturo Tresoldi.