Gli atenei avranno il compito di lavorare sulla valorizzazione delle risorse che in tal caso sono rappresentate dagli studenti, con degli scambi che porteranno, nello specifico, gli universitari della “Mediterranea” di Reggio Calabria a Bergamo e viceversa, dalle Orobie in riva allo Stretto. Prima sperimentazione in Italia, inserita nel piano strategico del M.U.R., come dimostrato anche dal finanziamento inserito in manovra pari a dieci milioni per i prossimi due anni.
di Antonio Baldari
Per una volta Nord e Sud si cercano, provando quantomeno ad accorciare le distanze quand’anche non fosse possibile annullarle, almeno per ora. Questo è quanto emerge da un’assai lodevole iniziativa del M.U.R., acronimo perfetto per Ministero dell’Università e della Ricerca, presieduto dalla ministra Anna Maria Bernini, che ha messo in cantiere l’iniziativa pilota sull’asse Reggio Calabria-Bergamo con il chiaro intento di ridurre l’atavico divario “Nord-Sud” attraverso il coinvolgimento degli atenei italiani.
Che avranno, quindi, il compito di lavorare sulla valorizzazione delle risorse che in tal caso sono rappresentate dagli studenti che si coinvolgeranno in una sorta di “Erasmus italiano”, con degli scambi che porteranno, nello specifico, gli universitari della “Mediterranea” di Reggio Calabria a Bergamo e viceversa, dalle Orobie in riva allo Stretto; a tale riguardo si registra la posizione ufficiale dell’ateneo lombardo secondo cui “Questa dell’Erasmus italiano è un’iniziativa dal potenziale enorme – ha così affermato il prof. Cavalieri, rettore dell’Università di Bergamo – siamo entusiasti di essere, insieme all’Università di Reggio Calabria, precursori di un progetto che porterà beneficio a entrambi gli atenei e ai rispettivi studenti, arricchendone il bagaglio formativo, esperienziale e personale”.
Gli ha fatto eco il prof. Zimbalatti, rettore dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria, che a tale proposito ha asserito come “L’Università Mediterranea, da sempre interessata alla circolazione dei saperi in ambito internazionale, intende realizzare un ponte ideale tra gli atenei italiani – ha chiosato – per definire in modo sempre più concreto quella formazione flessibile a cui aspira ogni studente, e per valorizzare le specificità e le eccellenze sia del proprio ateneo che di quello Bergamasco, ci auguriamo che questo progetto pilota possa domani costituire una routine nell’iter formativo di ciascuno studente iscritto in un ateneo italiano”. Come detto pocanzi questa degli atenei di Bergamo e Reggio Calabria rappresenta la prima sperimentazione in Italia, inserita nel piano strategico del M.U.R., come dimostrato anche dal finanziamento inserito in manovra pari a dieci milioni per i prossimi due anni.