di Redazione
Urbanistica e programmazione europea sono stati i temi di un partecipato dibattito promosso a Marina di Gioiosa dal locale circolo del Partito Democratico guidato dal segretario Daniele Albanese.
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Il giovane militante democrat, nell’introdurre gli ospiti, ha rimarcato come lo sviluppo della Locride abbia privilegiato negli ultimi anni l’edificazione disordinata. «Il treno dei fondi strutturali europei non possiamo perderlo – ha sottolineato Albanese nel suo intervento – sarebbe un brutto passo indietro per la politica e per il territorio». All’incontro erano presenti anche il capogruppo del Pd nel Consiglio regionale Sebi Romeo, il primo cittadino di Marina di Gioiosa Domenico Vestito, l’assessore regionale al lavoro e al welfare Federica Roccisano e Giuseppe Imbesi, capo progetto del piano strutturale di Marina di Gioiosa. «In Calabria bisogna scontrarsi con ritardi pluridecennali – ha spiegato Romeo – Rossano è una ferita ancora aperta. Il 31 agosto in Consiglio regionale discuteremo del Por, rimodulato con due delibere». Il sindaco Vestito ha puntato il dito contro la burocrazia lumaca: «Urge uno snellimento nelle procedure all’interno del dipartimento di urbanistica. Si perde tempo prezioso in cavilli inutili. Cemento ed edilizia – ha continuato – significano sempre meno sviluppo e sempre più economia criminale». Forte di un’esperienza trentennale in materia di urbanistica e viabilità, il pensiero di Imbesi parte da lontano: «La legge urbanistica regionale della Calabria è stata fatta in Toscana, e viene fuori da una giunta che non conosce il territorio. Il modello della città metropolitana – osserva Imbesi – va inquadrato nella Locride e la nuova statale 106 che collega Locri a Roccella è un buon punto di partenza, ma non basta. Devono essere garantiti gli accessi ai Comuni dell’entroterra. Servono – conclude – piani pragmatici e non ideologici, con obiettivi chiari per riuscire ad ottenere i finanziamenti». Sulla programmazione europea l’assessore Roccisano auspica un ritorno alla legge 382 del 2000, la legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali. «Tanti assistenti sociali – ha spiegato – nel corso degli anni sono stati impiegati in altro. E’ l’ultimo treno? Sono fiduciosa, c’è la volontà nel portare a termine determinati obiettivi. Si abbia il coraggio di pianificare quello che serve».